Quando vi dicono di pensare a un film altamente spettacolare con una fortissima carica di romanticismo e per di più tratto da una storia vera... a quale titolo pensate?
Esatto.
Era il 19 dicembre 1997 il giorno di uscita nei cinema americani di Titanic (il 16 gennaio 1998 in Italia). Tre ore e 14 minuti di pura magia cinematografica firmata da James Cameron sotto ogni punto di vista, un'opera che per anni è rimasta in cima alla classifica dei film con il maggiore incasso mondiale. Titanic lanciò nell'olimpo delle star i giovani protagonisti Leonardo DiCaprio e Kate Winslet, ma al momento di iniziare le riprese la vera star era il regista. Cameron aveva diretto titoli di grande successo come Aliens - Scontro finale, True Lies, The Abyss e i due Terminator, ed era riuscito a convincere i due grandi studios Paramount e 20th Century Fox a finanziargli questa nuova costosissima follia, diventata seconda solo a quella successiva che ebbe dodici anni più tardi di nome Avatar.
In una recente intervista con il magazine GQ, Cameron ha ricordato il momento in cui dovevano essere scelti i protagonisti. Il regista spiega che non era inizialmente convinto di voler vedere Kate Winslet, che nel frattempo veniva chiamata "Corset Kate" per aver girato più di un film storico in cui il corsetto era un imprescendibile pezzo dell'abbigliamento femminile. Quando la incontrò però rimase folgorato dal suo carisma. E, in quanto a carisma, anche questo ragazzo di nome Leonardo ne aveva parecchio, come già sapeva bene chi aveva lavorato con lui. Cameron lo capì quando, al primo incontro con il biondo californiano, la stanza si riempì di donne della troupe che volevano vederlo, inclusa la contabile che non aveva un motivo per essere lì.
James Cameron disse a DiCaprio: "Non vuoi fare il provino? Non avrai la parte"
Dopo quel primo meeting, il giovane Leonardo DiCaprio, che da un po' di tempo si stava facendo un'ottima reputazione artistica con film quali Buon compleanno Mr Grape, Poeti dall'inferno, Romeo + Giulietta e La stanza di Marvin, fu convocato un paio di giorni più tardi per un cosiddetto screen test, un provino insieme alla sua potenziale partner di scena Kate Winslet. Il regista così racconta:
Lui non sapeva che avrebbe fatto un provino registrato in video. Quando arrivò gli dissi, ok andiamo nell'altra stanza, voi due recitate un paio di battute e io vi video registro. Lui fa "Vuoi dire che faccio un provino?". Io dico sì. Lui risponde "Oh, io non faccio provini". Io gli stringo la mano e gli dico "bè, grazie per essere passato".
James Cameron era quindi pronto a rinunciare a DiCaprio.
"Aspetta, vuoi dire che se non faccio il provino non ho la parte?" chiese l'attore.
Certo che no. Questo è un film gigantesco che prenderà due anni della mia vita. Tu farai altri cinque film mentre io dovrò occuparmi della post-produzione, quindi non manderò tutto all'aria per aver preso una decisione sbagliata sugli attori. O fai il provino o non ottieni la parte.
A quel punto entrò nella stanza con una negatività che gli usciva da tutti i pori. Quando dissi azione... diventò Jack. Kate si accese e insieme recitarono la scena. Le nubi si diradarono e all'improvviso un raggio di luce illuminò Jack. E in quel momento mi dissi "è lui quello giusto".
Cameron prosegue nel racconto spiegando che dopo aver ufficializzato l'ingaggio, Leonardo DiCaprio tornò da lui con qualche consiglio sulla sceneggiatura. L'attore, dopo averla letta con suo padre, riteneva necessario dare al suo personaggio qualche problema, magari un trauma legato al passato.
Gli dissi che lui arrivava da una serie di personaggi traumatici e che doveva imparare a reggersi sul proprio baricentro. Basta con tutti questi ruoli, non doveva fare Riccardo III. Doveva fare come James Stewart o Gregory Peck che reggevano la solidità dei loro personaggi. Loro non dovevano zoppicare o parlare con la zeppola. Gli dissi "quando tu saprai fare come loro, sarai pronto, ma penso che tu ancora non lo sia. Quello di cui parlo è molto più difficile, avere difetti invece è semplice, è come se fossero stampelle".
Non appena gli dissi questo, qualcosa fece clic nella sua testa e capì che fare il film sarebbe stata una vera sfida. E allora compresi anche il mio errore nei suoi confronti. Non lo avevo stimolato a sufficienza facendogli capire quale fosse il duro lavoro che avrebbe dovuto portarsi sulle spalle. Lui non voleva fare le cose facili.
Qui sotto il trailer di Titanic, vincitore di 11 premi Oscar.
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