venerdì 19 giugno 2020

Il presidente del Borgorosso Football Club: Alberto Sordi e il mondo del calcio

Nel 1970 Alberto Sordi è il protagonista di Il presidente del Borgorosso Football Club, una commedia diretta da Luigi Filippo D'Amico che racconta con ironia e sarcasmo la passione e gli eccessi legati allo sport più popolare del mondo e di certo in Italia: il calcio.

Impiegato al Vaticano e appassionato di filatelia, Benito Fornaciari vede la sua vita cambiare quando, alla morte del padre Libero, che aveva sempre vissuto lontano dalla famiglia, eredita un'azienda vinicola ma soprattutto proprietà e presidenza della squadra di calcio del paese di Borgorosso, in Romagna. Nonostante non si sia mai interessato prima allo sport, Benito inizia presto a prendere molto sul serio questo il suo nuovo ruolo. Gli inizi, con ingaggi di giocatori brocchi e di uno stravagante allenatore italo-peruviano, non sono dei migliori, ma le cose cambiano quando Benito decide di allenare la squadra in prima persona, utilizzando metodi stravaganti che però gli valgono una scalata alla vetta della classifica. Durante un derby cruciale, però, Benito inizia un litigio con l'arbitro che presto diventa il pretesto per un'invasione di campo da parte dei tifosi che costa una squalifica alla squadra. Mentre una cordata di imprenditori locali si prepara a rilevare la squadra, Benito ha un nuovo colpo di coda, e riesce a rimanere alla presidenza del Borgorosso grazie all'ingaggio del fuoriclasse Omar Sivori.

Borgorosso non esiste. Il Borgorosso, sì

Borgorosso, il paese romagnolo dove si svolgono le vicende di Il presidente del Borgorosso Football Club e la cui squadra viene guidata da Alberto Sordi non esiste: le riprese del film si svolsero a Bagnacavallo, provincia di Ravenna, e gli stadi delle partite sono quellidelle vicine Lugo, Faenza e Cesena.
Il Borgorosso Football Club, però, esiste davvero: per volontà di Sordi (che sappiamo essere stato nella vita grande appassionato di calcio e grande tifoso della Roma), è stata fondata a Roma il 15 giugno del 2006, nel giorno del compleanno dell'attore, una società sportiva denominata "Borgorosso Football Club 1919". Fondato da Giovanni e Angelo Lacagnina, e patrocinato dalla Fondazione Alberto Sordi, il Borgorosso disputa i campionati dilettantistici della FIGC, è si può avvalere della maglia e degli stemmi del Borgorosso del film.

Un finto Helenio Herrera, un vero Omar Sivori

Nella provenienza, nella parlata, nei modi e perfino nel soprannome ("Lo Stregone") il primo allenatore ingaggato da Sordi nel film per guidare il Borgorosso, José Buonservizi (interpretato da Carlo Taranto) è chiaramente una versione parodica di Helenio Herrera, soprannominato "Il Mago", ex calciatore e allenatore argentino che negli anni Sessanta ha guidato l'Inter di Angelo Moratti vincendo tre scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali, per poi allenare la Roma tifata da Sordi tra il 1968 e il 1973, dove però vinse solo una Coppa Italia nel 1969 e una Coppa Anglo-Italiana nel 1972.
Nei panni di sé stesso appare invece un altro grande protagonista del calcio dell'epoca, l'italo-argentino Omar Sivori, considerato unanimemente uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi. Sivori, che in Italia aveva militato nella Juventus dal 1957 al 1965, e nel Napoli dal 1965 al 1968, si era ritirato dal calcio giocato al termine della sua ultima stagione nella squadra partenopea: il suo sensazionale ingaggio da parte del Borgorosso, per quanto improbabile, non suonava implausibile all'orecchio dello spettatore italiano.
Del resto, autore di soggetto e sceneggiatura assieme a Sordi e a Sergio Amidei fu l'ex calciatore e allenatore italiano Adriano Zecca, che forniva la giusta consulenza per dettagli tecnici e sportivi.

Luigi Filippo D'Amico, un regista nel segno di Alberto Sordi

Chiamato a dirigere il film fu invece Luigi Filippo D'Amico, nipote di Silvio D'Amico, il famoso critico teatrale che è stato fondatore e docente dell'Accademia nazionale d'arte drammatica che oggi è a lui intitolata.
Classe 1924, Luigi Filippo D'Amico lavorò a lungo come sceneggiatore e anche aiuto regista prima di debuttare alla regia dirigendo proprio Alberto Sordi in Bravissimo, del 1955. Successivamente lavorò con l'attore romano anche nel celeberrimo episodio di I complessi intitolato "Guglielmo il dentone", nel 1965, e in quello di I nostri mariti intitolato "Il marito di Roberta", nel 1966.



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