mercoledì 19 febbraio 2020

Berlino Anno Zero: al via il Festival di Berlino 2020 diretto da Carlo Chatrian


Parte oggi la 70esima edizione della Berlinale, la prima firmata dal nuovo direttore artistico Carlo Chatrian. E sì, c'è tanta Italia.

Diciamo che le circostanze esterne potevano essere più favorevoli: e invece c'è stato lo scandalo legato al nome di Alfred Bauer, fondatore del festival e con un premio che da decenni porta il suo nome, e che solo ora la stampa tedesca ha ricordato essere in odore di nazismo. E poi, ovviamente, lo sconvolgimento del coronavirus con tutte le ansie del caso.
Fortuna che la tempesta Sabine, che ha bloccato il traffico aereo di mezza Europa, è passata prima dell'inizio di questa Berlinale del 2020, e c'è da sperare che i suoi venti impetuosi abbiano spazzato via tutte le nubi sul cielo sopra la Berlino di Carlo Chatrian.

Festival di Berlino 2020: il programma del direttore Carlo Chatrian

Torinese, 48 anni, dopo una lunga esperienza come critico e programmatore Chatrian ha diretto il Festival di Locarno dal 2012 al 2018, per poi essere nominato successore di Dieter Kosslick, che lo guidava dal 2002, come direttore artistico del Festival di Berlino , afficancato dall'esperta Mariette Rissenbeek, che conosce alla perfezione la macchina complessa della Berlinale e tutte le dinamiche dell'industria cinematografica tedesca, nominata direttrice organizzativa.
Il suo compito non è facile: perché, per quanto ancora tra i grandi festival internazionali, e supportato da un importantissimo mercato, il Festival di Berlino soffre un po' la sua collocazione temporale, che col mutare del panorama cinematografico mondiale si è venuto a trovare ai margini delle principali rotte promozionali dei grandi film, hollywoodiani e non.
Ma Chatrian non è tipo da impensierirsi troppo, e per la sua prima Berlinale - che apre oggi con My Salinger Year, interpretato da Sigourney Weaver e Margaret Qualley - ha messo in piedi un programma che cerca di essere trasversale e di catturare l'attenzione dei cinefili con i nuovi film di registi come Abel Ferrara, Hong Sansoo, Kelly Reichardt, Rithy Panh Christian Petzold e Tsai Ming-Liang, ma senza trascurare il pubblico cittadino, importantissimo nell'economia della manifestazione, e cercando anche di mettere nel carniere qualche titolo di richiamo (tipo Onward della Pixar) e una manciata abbondante di star: da Helen Mirren, cui verrà assegnato un Orso d'oro alla carriera, passando per Javier Bardem e Elle Fanning (protagonisti di The Road Not Taken di Sally Potter) e il Johnny Depp che veste i panni del fotografo Eugene Smith in Minamata.

Il cinema italiano alla Berlinale

E poi ci sono gli italiani.
Con la giusta dose di cinematografico orgoglio nazionale, Chatrian ha portato ben due film italiani (e mezzo) nel concorso della Berlinale 2020, casualmente entrambi interpretati da Elio Germano.
Il primo è il Volevo nascondermi di Giorgio Diritti, film biografico sul pittore naïf Antonio Ligabue che dovrà non solo convincere un pubblico internazionale, ma anche lottare contro il fantasma del celeberrimo sceneggiato del 1977 diretto da Salvatore Nocita e interpretato da Flavio Bucci, che manco a farlo apposta sembra aver voluto piazzare un'ultima zampata imponendo a tutti - ancor di più quanto non sarebbe stato - il suo ricordo, morendo alla vigilia della presentazione del film di Diritti a Berlino.
Il secondo è Favolacce, che è il nuovo film dei gemelli D'Innocenzo, che proprio qui a Berlino avevano esordito (sezione Panorama) con il loro precedente e acclamato La terra dell'abbastanza. E se quel film batteva territori narrativi tutto sommato non nuovissimi nel nostro cinema, fatta salva una personalità registica che già allora era ben chiara, trama e prime immagini del teaser trailer di Favolacce promettono un salto in avanti di notevole entità.
(Il mezzo è Siberia di Abel Ferrara, che è comunque prodotto dall'italianissima Vivo Film).

E allora chissà che, dopo l'Orso d'argento per la migliore sceneggiatura vinto lo scorso anno da Claudio Giovannesi per La paranza dei bambini, anche in questo primo anno di direzione Chatrian non possa arrivare qualche bel riconoscimento al nostro cinema, che sta vivendo un momento di sano, auspicabile e tutto sommato meritatissimo rilancio. Magari con una piccola spinta di supporto da parte di Luca Marinelli, italiano, italianissimo, ma berlinese d'adozione, che Chatrian ha voluto nella giuria internazionale guidata da Jeremy Irons che assegnerà i premi.
A ulteriore testimonianza del buon momento del nostro cinema, oltre a una presentazione del Pinocchio di Matteo Garrone nella sezione non competitiva Berlinale Specials, sono da citare anche Semina il vento di Danilo Caputi e Notes From the Underworld di Tizza Covi e Rainer Frimmel (sezione Panorama); Palazzo di giustizia di Chiara Bellosi e Progresso Renaissance di Marta Anatra (Sezione Generation 14plus); Zeus Machine. L'invincibile di Nadia Ranocchi e David Zamagni e La casa dell'amore di Luca Ferri (sezione Forum).

Lo speciale di Comingsoon.it

Su questo e molto altro (tra cui Shirley, il film sulla grandissima scrittrice Shirley Jackson diretto da Josephine Decker e interpretato da Elizabeth Moss che tanto clamore ha suscitato al Sundance) vi aggiorneremo quotidianamente, sempre qui sulle pagine Comingsoon.it., con lo speciale Festival di Berlino 2020 curato da Mauro Donzelli e dal sottoscritto, Federico Gironi.



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