mercoledì 26 febbraio 2020

Un giorno come tanti: quando Jason Reitman è diventato romantico e ha voluto solo Kate Winslet

Ingiustamente ignorato, il quinto film del regista di Ghostbusters 3 è un intenso melodramma fatto di piccoli gesti e grandi attori.

Un giorno come tanti è un melodramma con protagonisti Kate Winslet e Josh Brolin ed è l'adattamento del romanzo della scrittrice e giornalista americana Daphne Joyce Maynard "Labor Day".
Un giorno come tanti è anche il quinto lungometraggio di Jason Reitman, regista non solo di Ghostbusters 3: Legacy, ma di Juno, Thank you for Smoking e soprattutto del pluripremiato Tra le nuvole, film con cui divide la rappresentazione di individui che hanno difficoltà di comunicazione con il prossimo e sono vittime, sia nelle loro case che in mezzo alla gente, di una profonda solitudine.
Un giorno come tanti è un film che non ha avuto il plauso che meritava e che è stato tenuto poco in cartellone. Presentato al Festival di Toronto, è stato giudicato, ingiustamente, l'opera meno efficace del regista. Noi non siamo d'accordo. Il fascino di Un giorno qualsiasi sta nei dettagli, negli sguardi e nei piccoli gesti, nella tensione amorosa che pian piano cresce, nella verità delle interpretazioni, della ricostruzione d'ambiente, dei dialoghi.

Il romanzo da cui è tratto Un giorno come tanti

Labor Day è stato pubblicato nel 2009 e ha avuto ottime critiche. Qualcuno lo ha giudicato imperdibile, altri un ottimo romanzo di formazione. Jason Reitman lo ha letto poco dopo il suo produttore e ha deciso di getto di portarlo al cinema. Ha chiamato l'autrice, che poi ha consultato più volte durante la stesura della sceneggiatura, e le ha detto: "Adoro il tuo libro. Sono felicissimo all'idea di poter lavorare con te. Devi essere consapevole del fatto che un libro e un film sono due cose diverse, quindi dovrò apportare dei cambiamenti". I realtà questi cambiamenti non sono mai arrivati, perché l’adattamento è fedelissimo: "Quello che ho cercato di fare è stato emulare da un punto di vista cinematografico la lettura di un libro" - ha spiegato Ivan - "o meglio di fare capire al pubblico come ci si senta a leggere il romanzo". Se Reitman è rimasto incantato da Labor Day è perché in fondo è un sentimentalone: "Sono un inguaribile romantico, lo ammetto. Non ho resistito, il libro mi parlava, è stato amore a prima vista, fra noi è nata una meravigliosa chimica".

Un Jason Reitman diverso dal solito

Quando Jason Reitman ha deciso di lanciarsi nell'avventura del film, sapeva di dover intraprendere una strada a lui in parte sconosciuta, ma non è stata la voglia di reinventarsi o allontanarsi dai suoi soliti binari a spingerlo all'azione: "Non ero in una fase in cui mi dicevo: adesso devo spiegare le ali e volare" - ha raccontato. "Semplicemente, sentivo il desiderio di fare il film e ho pensato che sarebbe stato un esperimento interessante cambiare il mio linguaggio cinematografico". La prima cosa che il regista ha fatto è stata chiamare il compositore Rolfe Kent e chiedergli non un paio di melodie, ma suoni e rumori che fossero caldi, sensuali.
Diversa dal solito è anche la quantità di dialoghi. Negli altri film di Reitman i personaggi parlano, parlano, parlano, e spesso è il lavoro che impone loro conversazioni e prolisse presentazioni: "Il momento più importane di Un giorno come tanti è quando Josh e Kate sono seduti sulle scale. A un certo punto lui le mette una mano intorno alla vita e lei appoggia lentamente la testa sul petto di lui. Il film sta tutto in questa scena silenziosa, mentre quelli che ho girato in precedenza li definirei dei monologhi". Pur cimentandosi nel suo primo melò, il regista non ha abbandonato il realismo che caratterizza le sue opere. Ha rifiutato come sempre il teatro di posa a favore di strade vere con tanto di passanti e case vere. De resto per lui "la regia è una reazione più che una creazione e il lavoro di un regista consiste nel reagire alle performance, alle scene e alle location".

Kate Winslet e solo Kate Winslet

Eh, niente… quando Jason Reitman ha cominciato a scrivere il copione di Un giorno come tanti, aveva in mente una sola protagonista femminile: Kate Winslet. Lei però non era disponibile, e così lui e Brolin hanno dovuto aspettare un anno e mezzo, tempo in cui il regista, già che c'era, ha realizzato un altro film: Young Adult, con Charlize Theron. Una volta arrivata la Winslet, Reitman ha chiesto tanto a lei quanto al suo compagno di set di lavorare sui particolari, di rivelare, attraverso impercettibili movimenti o con lo sguardo, emozioni e sentimenti fortissimi. Per far capire all'attrice il mood del film l'ha invitata a vedere (o rivedere) Stand by Me, Vivere in fuga, La morte corre sul fiume, Brivido caldo e The Tree of Life. "Ciò che sorprende di Kate" -ha detto Jason Reitman - "è il suo livello di preparazione. Quando arriva sul set, non solo conosce a memoria la sceneggiatura, ma sa esattamente che aspetto avrà il suo personaggio, a cominciare dal taglio di capelli".

La Winslet ha sposato immediatamente il progetto, dal momento che adorava il romanzo, e ha avuto grande fiducia in Reitman: "Ho cercato di essere flessibile e aperta, ero come la manopola di una radio che bisogna girare impercettibilmente prima da una parte poi dall'altra per evitare interferenze. Con me Jason ha trovato la frequenza giusta". Alla fine della lavorazione Kate era molto soddisfatta e ha detto: "Vorrei che questo film emozionasse la gente, invitandola ad aprire occhi, cuore e mente a situazioni e incontri inaspettati, il mondo è pieno di persone che vivono con i paraocchi, che giudicano senza sapere, credo che sia un atteggiamento sbagliato, e che la vita possa sorprenderci in ogni istante".



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