Sono ormai sei anni che il regista canadese non ci regala un nuovo film. In un'intervista al The Guardian Cronenberg spiega come la pensa sul futuro, nonostante non gli manchino le idee.
Se, come noi, avete amato il suo cinema e lui, David Cronenberg, vi sarete chiesti perché da sei anni, cioè da Maps to The Stars, il regista di La mosca e Inseparabili non faccia più film. A parte una sfortunata parentesi con problemi di salute cinque anni fa, a quanto pare superati, le idee, come lui stesso ha raccontato, non gli mancano. L'anno scorso (e se n'è parlato troppo poco) Cronenberg ha presentato alla Mostra del cinema di Venezia la versione restaurata e integrale di uno dei suoi film più belli e controversi, Crash, e in quell'occasione ha rilasciato delle dichiarazioni a cui ha fatto riferimento nell'intervista al Guardian da cui veniamo a sapere un po' di più sulle sue intenzioni per il futuro. Considerando che il 15 marzo compirà 77 anni, ma che ci sono colleghi come Martin Scorsese, Ridley Scott e Roman Polanski, più anziani di lui (anche di parecchio) e ancora molto attivi, ci potremo aspettare un nuovo film di Cronenberg? Di progetti in ballo ne ha diversi, tra cui la progettata mini serie tv tratta dal suo romanzo "Divorati", che Netflix ha di recente rifiutato. E a quanto sembra ha anche una sceneggiatura:
Farò quello che capiterà per primo. Non importa se vivi in Canada o altrove: per quel che riguarda il cinema indipendente, è sempre difficile riuscire a realizzarlo. Più un film è insolito, più resistenza incontri. È stato un processo lungo e difficile perfino nell'era dello streaming. Si accumulano possibili investitori, la gente perde interesse e arrivano altri investitori. Magari sei in trattative con Canal + o con un'emittente, aspetti e speri. Come ho detto a Venezia quando abbiamo mostrato il restauro di Crash, se non farò mai più un altro film non avrò nessun problema. Il pubblico è rimasto sconvolto da questo, ma è vero. Se uno di questi progetti verrà approvato mi riprenderà l'ossessione e mi ci butterò dentro a capofitto come ho sempre fatto. Ma non avverto la disperazione di creare che avevo quando ero un giovane uomo che cercava di farsi un nome. Volevo vedere tutte le mie idee sullo schermo e ora ce le ho. Non so se questo è un pensiero buddista o zen, tutto quel che so è che è una bella situazione in cui trovarsi.
Ma noi siamo altrettanto zen da accontentarci? Probabilmente no. Per questo speriamo che uno dei progetti a cui accenna Cronenberg trovi un investitore coraggioso e si trasformi in film. Ad ogni modo il nostro caro David non ha abbandonato la recitazione: per vederlo basta cercare la miniserie L'altra Grace oppure il thriller Clifton Hill o Falling, debutto alla regia di Viggo Mortensen, da lui diretto in A History of Violence e La promessa dell'assassino, che gli ha offerto il ruolo di un... proctologo.
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