venerdì 28 febbraio 2020

Veronica Franco, Padrona del suo destino: vera storia della cortigiana raccontata nel film con Catherine McCormack


Padrona del suo destino con Catherine McCormack racconta della cortigiana e letterata veneziana Veronica Franco, vissuta nel XVI secolo.

Padrona del suo destino (1998) con Catherine McCormack, diretto da Marshall Herskovitz, è la rielaborazione della storia vera di Veronica Franco, realmente esistita nella seconda metà del Cinquecento nella Repubblica Veneziana. Il film interpretato anche da Jacqueline Bisset, Rufus Sewell, Oliver Platt, Joanna Cassidy e Naomi Watts ripercorre alcune tappe della vita reale della cortigiana, seppur con inevitabili licenze poetiche.

Veronica Franco: padrona davvero del suo destino?

Nata nel 1546 nella Repubblica Veneziana, Veronica Franco apparteneva alla classe intermedia dei "cittadini originari", collocati nella piramide tra i veri e propri patrizi e chi veniva dall'estero. Era in sostanza una classe a metà strada tra la nobiltà (di terra) e la borghesia attiva del commercio e di altri mestieri. Non si sa esattamente quando, se non in età giovanile, Veronica si sposò con il medico Paolo Panizza, ma il matrimonio naufragò, costringendola a mantenersi da sola: sotto la guida di sua madre Paola Fracassa, divenne una "cortigiana onesta", in sostanza una prostituta d'alto bordo, intellettuale e artista, in grado di legarsi a mecenati offrendo in cambio non solo il suo corpo, ma anche la sua presenza intellettuale. Il periodo tra il 1565 e il 1575 fu quello della sua massima gloria: la si trova inserita in un celebre "Catalogo de tutte le principal et più honorate cortigiane di Venetia" (comprensivo di tariffario) e la sua frequentazione dei circoli letterari la portò nel 1575 a pubblicare un suo libro di versi, "Terze rime".
La sua fortuna cominciò a declinare tra il 1575 e il 1580, quando l'arrivo della peste in città la costrinse a lasciare Venezia, finendo vittima di un saccheggio dei suoi beni e della sua casa, e per giunta affrontando al suo ritorno nel 1580 un processo per stregoneria da parte dell'Inquisizione (nel documento ufficiale si parla di un'accusa per "incantesimi"): pare si sia salvata dalla condanna per intercessione della nobiltà che aveva avuto rapporti con lei. Dopo il 1580, pubblicò un altro volume di versi, "Lettere familiari a diversi", una raccolta di lettere e sonetti dedicati al più prestigioso dei suoi amanti, il re Enrico III di Francia, al quale si era legata nel citato periodo di gloria cittadina. Dopo quella data, si perdono le sue tracce: si sa solo che morì nel 1591 sempre a Venezia, lontana dagli agi di cui aveva goduto in precedenza.

Veronica Franco e il film con Catherine McCormack

Padrona del suo destino si colloca già dall'inizio della storia nel 1583, quando nella realtà come abbiamo visto Veronica era invece già caduta in bassa fortuna. Viene rispettato il ruolo della madre Paola (sullo schermo Jacqueline Bisset) come insegnante delle arti amatorie, ma viene dato un nome, un volto e una passione all'uomo che poi l'aiuterà a salvarsi dall'Inquisizione: un Marco senatore della Repubblica Marinara, interpretato da Rufus Sewell, forse per dare corpo a un legame stabile che nei fatti una donna come Veronica cercò per tutta la vita, ma che le era precluso dal suo ruolo nella società. Il rapporto col re di Francia diventa politico, quando nel film viene spedita alla sua corte per richiedere un aiuto militare contro la minaccia turca (storicamente invece in quel momento sospesa, dopo la quarta guerra turco-veneziana di Cipro tra il 1570 e il 1573). La peste non gioca una parte importante nella vicenda, per via dello spostamento in avanti della ficiton rispetto alla realtà: l'epidemia coprì i due anni tra il 1575 e il 1577.



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