venerdì 28 febbraio 2020

Hereafter: Clint Eastwood spiega il suo film sull'aldilà e il messaggio finale


Uscito al cinema nel 2010, Hereafter di Clint Eastwood è la storia di tre persone, una donna, un uomo e un bambino, le cui vite separate sono connesse da diverse esperienze con l'aldilà.

È un tema che si tocca raramente al cinema quello dell'esistenza di qualcosa di ultraterreno dopo la morte. Si tocca raramente con un approccio serio e drammatico, perché il rischio di scadere nel ridicolo è molto forte. Ma il regista Clint Eastwood non si è certo lasciato intimidire da questo aspetto, nonostante non avesse mai diretto nulla di vagamente simile a Hereafter. In occasione dell'uscita nelle sale nel 2010, Eastwood ha spiegato la storia del film e il modo in cui la sua regia ha avvicinato il copione scritto da Peter Morgan. "Ogni personaggio delle tre diverse storie del film deve superare degli ostacoli" spiega il regista, "il film non è sull'esperienza di pre-morte ma sul capire cosa i personaggi possono apprendere dall'esperienza di pre-morte". Nel caso di Marie (interpretata da Cécile de France) "quell'esperienza le ha cambiato la vita e quello che tenta di fare e capire in quale modo sta cambiando il rapporto con se stessa e nelle relazioni con gli altri". Il bambino Marcus (interpretato da alternativamente dai gemelli Frankie e George McLaren) "ha perso il fratello e allo stesso modo desidera mettersi in contatto con lui attraverso gli esoteristi, perché si sente smarrito e vive un grande bisogno di ritrovare se stesso". George (interpretato da Matt Damon) "invece vive come una condanna la sua abilità di parlare con l'aldilà e l'incondizionato aiuto per gli altri gli ha fatto perdere il suo stesso sentiero".

Hereafter: un film spirituale, ma non religioso

Peter Morgan, ottimo sceneggiatore di film biografici o basati su avvenimenti reali, ha affrontato la storia lasciandosi guidare dall'istinto e dalle emozioni. "L'ha scritta come se la sentiva, con spiritualità ma senza la necessità di un approccio religioso al soggetto" continua Clint Eastwood, "molte religioni hanno un credo nei confronti di ciò che ci sia dopo la morte e includere questo aspetto, sarebbe stato una distrazione dalle vicende che vivono i personaggi. Peter ha scritto una storia di persone, di amore e di perdita e di come si provi quando si vive tutto questo". Spirituale, ma non religioso "era il modo in cui doveva essere raccontata questa storia che è basata sui racconti di persone che hanno vissuto esperienze di pre-morte e hanno tutte raccontato una simile esperienza", come quella che si vede nel film.

Hereafter: il messaggio del film

Se l'è chiesto Clint Eastwood, se l'aldilà esista veramente. "Ci devi pensare, come da regista devi pensare a qualunque storia che stai raccontando, nonostante possa sembrare implausibile" ma il fatto che ci creda o no, non è importante perché il messaggio del film secondo lui è altrove. "Il film non ha una conclusione. Alla fine i personaggi incontrandosi cambiano le proprie vite e da qui li lasciamo andare verso le loro esistenze, che a questo punto sappiamo essere più colme di significato dopo gli inevitabilità dei traumi vissuti. C'è un aspetto romantico nell'immaginare che le persone, trovandosi a vicenda, possano darsi sollievo".



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