mercoledì 20 agosto 2025

Horizon: An American Saga Capitolo 2, Kevin Costner si difende dalle accuse della controfigura Devyn LaBella

Il progetto di Horizon: An America Saga di Kevin Costner, idealmente composto da quattro lungometraggi, si rivela col passare degli anni sempre più difficoltoso: non solo il Capitolo 1 ha floppato malamente al boxoffice, ma il Capitolo 2 è in un limbo distributivo, in attesa che le riprese vere e proprie del Capitolo 3 riescano a partire sul serio. Qualche mese fa è poi arrivata la denuncia di Devyn LaBella, controfigura che sostiene di essere stata costretta a girare una scena di stupro senza l'adeguata preparazione e supervisione. Adesso giunge la durissima risposta di Kevin Costner e dei suoi legali. A prescindere dall'accertamento della verità, uno scontro del genere rende ancora più cupa la sorte di Horizon. Leggi anche Horizon - An American Saga Capitolo 2: violati i protocolli durante una scena di stupro, lo dice l'intimacy coordinator

Kevin Costner contro le accuse di abuso sessuale, discriminazione e violenza emotiva sul set di Horizon

Sostenuta dall'intimacy coordinator Celeste Chaney, la controfigura Devyn LaBella ha denunciato Kevin Costner (in qualità di regista e produttore, nella scena incriminata non recitava) e la produzione di Horizon: An American Saga - Capitolo 2, per abuso sessuale, discriminazione e violenza emotiva: sarebbe stata costretta a subire la simulazione di uno stupro, da parte dell'altro stunt performer Roger Ivens, senza adeguata preparazione e indumenti protettivi, in un set non chiuso, come vuole il regolamento per queste performance più delicate. Costner, assistito dai suoi avvocati, reagisce così:

Posso solo presumere che lo scopo di tutto questo sia usare un linguaggio sensazionalistico per imbarazzare e danneggiare me e gli Horizon senza interruzione, per mettersi in tasca una cifra corposa e ingiustificata. E in materia di dolore, dover leggere accuse che so essere false, contenenti le parole "stupro" e "aggressione", è stato un incubo totale. [...]
Non era una scena di stupro [...], era una ripresa artistica progettata per suggerire quello che stava succedendo al di fuori dell'inquadratura, e non era uno "stupro simulato", così come Devyn ora lo descrive falsamente. [...]

I legali di Costner hanno incasellato la sequenza in un racconto delle "orribili circostanze subite dalle donne nel West americano durante il periodo successivo alla Guerra Civile, compresa la loro estrema vulnerabilità allo stupro e ad altre forme di violenza": ci si appella a una legislazione della California che protegge la libertà di parola su questioni di interesse pubblico. La controfigura maschile nella scena, Roger Ivens, e il coordinatore degli stunt Wade Allen testimoniano a favore di Costner, dichiarando che non era una vera e propria scena di sesso, e che non è stato notato da parte loro un disagio di Devyn LaBella durante il ciak, anzi sembrava convinta di aver fatto un buon lavoro.
I legali di LaBella hanno commentato così la difesa di Costner: "Questa difesa senza fondamento è solo una disperata tattica di un team legale nel panico. Le uniche cose che danneggiano la reputazione di Kevin Costner sono il suo comportamento irresponsabile e dannoso, nonché la narrazione offensiva che sta spargendo per coprire la cosa."



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