sabato 7 maggio 2022

Trento Film Festival 2022: la genziana d’oro va ai cowboy cileni di Gaucho americano

Un film del concorso ci ha colpito per lo sguardo inconsueto con cui mette in scena un mito archetipico americano come quello del cowboy, dei grandi spazi del west. Lo fa con un occhio esterno, elaborandolo a una contemporaneità in cui la migrazione provoca uno sradicamento e allo stesso tempo una fusione di culture intrigante che lascia qualche speranza per in futuro. I rancheri cileni in trasferta tra i paesaggi spettacolari dell’Idaho sono al centro di Gaucho americano di Nicolás Molina che ha vinto la Genziana d’oro per il miglior film del Trento Film Festival 2022. Un riconoscimento anche all’italiano Lassù di Bartolomeo Pampaloni, che si porta a casa il Premio della Giuria

Gaucho americano film segue Joaquín e Victor, entrambi gauchos della Patagonia, assunti come allevatori di pecore per lavorare in un ranch, mostrando la complessità del vivere in una terra straniera e raccontando allo stesso tempo cosa voglia dire essere altri, alieni, in cerca di un canone di comunicazione, dato soprattutto dalla comune esperienza professionale, da un rapporto simbiotico con animali e natura.

“In questa tenera, ironica e particolarmente onesta interpretazione del mito del cowboy, rivisto attraverso gli occhi di due gauchos della Patagonia, le culture si scontrano e tutti sognano una vita migliore. Il regista Nicolas Molina - anche direttore della fotografia - descrive magnificamente le difficoltà quotidiane dei due protagonisti, dimostrando quale prezzo ha per alcuni il sogno americano”, si legge nella motivazione della Giuria.

Secondo il presidente del festival, Mauro Levighi. ”Ambientato in montagne lontane, Gaucho Americano racconta pero, una storia a noi tutti familiare. In Joaquín e Victor rivediamo i nostri nonni emigrati in Sudamerica o nel Nord Europa per cercare una vita migliore, ma anche le tante donne e i tanti uomini che arrivano in Trentino, stagione dopo stagione, per lavorare nella raccolta delle mele, nella zootecnia, nel turismo: coi loro sogni, che dovremmo essere in grado di esaudire, e con le loro fatiche, che e, nostro dovere mitigare. L’incontro tra culture differenti può essere faticoso, ma va affrontato con impegno e con la giusta dose di curiosità, partendo dalla normalita, della vita quotidiana”. 

La Genziana d’oro Miglior film di alpinismo, popolazioni e vita di montagna – Premio Cai al film cinese Dark Red Forest; la Genziana d’oro Miglior film di esplorazione o avventura - Premio “Città di Bolzano” a La panthère des neiges; le Genziane d’argento Miglior contributo tecnico-artistico a Akeji, le souffle de la montagne e Miglior cortometraggio al basco Heltzear. La giuria era composta dai registi Michelangelo Frammartino, autore di Il buco, Premio Speciale della Giuria a Venezia nel 2021, e Illum Jacobi, esploratore e filmmaker danese, che a Trento ha presentato l’esordio The Trouble With Nature; la giornalista e critica cinematografica polacca, basata a Helsinki, Marta Bałaga; la giovane alpinista e himalaista di Andorra Estefania “Stefi” Troguet; il professore all'Universita, di Innsbruck Christian Quendler, responsabile del progetto di ricerca “Delocating Mountains: Cinematic Landscapes and the Alpine Model”. 

In Dark Red Forestsplendore visivo e indagine spirituale si uniscono nelle immagini di un monastero su un altopiano innevato in Tibet, dove ventimila monache buddiste vivono circondate da una natura aspra e isolate dal mondo. "La Giuria ha assegnato il premio per la sincerita, e intimita, con la quale il film guarda alla vita di un gruppo di monache tibetane, che affrontano l'ambiente montano alla ricerca dell’illuminazione. Utilizzando al meglio le potenzialita, cinematografiche del tempo e della presenza, il regista invita il pubblico in uno spazio profondo di fede e ricerca spirituale”.

La giuria ha così motivato il riconoscimento a Lassù. “Il Premio Speciale della Giuria del Trento Film Festival va a un film che racconta un grandissima impresa in solitaria: Isravele non è un alpinista ma la sua scalata ha come obbiettivo addirittura il cielo! Il regista di Lassù, Bartolomeo Pampaloni, ha il coraggio di unirsi alla spedizione e di partire, ma, ed è cio che più conta, dimostra anche di sapersi fermare alla quota giusta”.

“Non potevamo festeggiare in modo migliore questo settantesimo anniversario”, ha commentato la direttrice della manifestazione, Luana Bisesti. “Avevamo bisogno di rivedere in faccia il nostro pubblico e il pubblico ha dimostrato di avere una grandissima voglia di respirare cultura, affollando il Teatro Sociale, il padiglione di MontagnaLibri, il Parco dei Mestieri e tornando a riempire le sale cinematografiche come non accadeva ormai da due anni”. 

Parole di soddisfazione confermate dal responsabile del programma cinematografico, Sergio Fant. “La vigilia del Festival è stata segnata dalla preoccupazione per l'affluenza al cinema, in drammatico calo. Fortunatamente, fin da Italia K2 al Teatro Sociale e dalle affollate proiezioni del primo weekend, la tensione si è trasformata in entusiasmo, nel riconoscere nel pubblico lo stesso piacere di ritrovarsi in sala e subito dopo per scambiare commenti e impressioni”.



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