I 'favolosi Anni Ottanta' sono stati un indimenticabile decennio, segnato dalla rivoluzione culturale in più di un ambito. Come per ogni cosa, tuttavia, c'era anche un doloroso rovescio della medaglia. Sotto al manto di perfezione e glamour, si annidava e dilagava un killer silenzioso: l'AIDS. La maggior parte delle celebrità ha preferito non esporsi sulla questione, per evitare di essere in qualsiasi modo associata alla terribile e misteriosa malattia. Ma non Elizabeth Taylor.
In un momento storico che richiedeva apertura mentale e cambio di prospettive, la leggendaria attrice si fece portavoce di compassione e consapevolezza. La diva, due volte Premio Oscar, fu abbastanza coraggiosa da precorrere i tempi, rifuggire i tabù e promuovere un tenace attivismo. Il suo obiettivo era sensibilizzare l'opinione pubblica sullo spinoso tema dell'HIV.
Nei primi anni Ottanta, l'AIDS aveva mietuto oltre 3.500 vittime solo negli Stati Uniti. Gli scienziati avevano identificato l'HIV come causa, ma il governo stesso era timoroso e più propenso verso l'omertà. Pertanto, le iniziative per promuovere l'informazione e la conoscenza erano pressoché inesistenti. Il presidente Ronald Reagan ruppe il silenzio solo nel 1985, forse troppo tardi, poiché il virus continuava a diffondersi e l'ignoranza dilagava. Basti ricordare in quanti liquidarono la malattia come appannaggio esclusivo degli omosessuali.
Elizabeth Taylor e l'attivismo contro l'AIDS: così ha precorso i tempi
Per combattere paura e disinformazione, Elizabeth Taylor decise di non rimanere in silenzio. Dopo aver perso un'intima amica per colpa dell'AIDS, cominciò a chiedersi come avrebbe concretamente potuto aiutare la società. Nel 1985, l'attrice ha co-presieduto la raccolta fondi Commitment to Life dell'AIDS Project Los Angeles ed è diventata una delle prime celebrità a sostenere pubblicamente la causa. Nello stesso anno, ha co-fondato l'American Foundation for AIDS Research (amfAR). Inoltre, si è profusa in sforzi incessanti per radunare scienziati e medici di spicco, così da incentivare la ricerca e il cambiamento delle politiche.
Il suo attivismo non si è fermato lì, poiché la star ha anche fondato la Elizabeth Taylor AIDS Foundation (ETAF), organizzazione che si dedica a fornire assistenza e supporto diretti ai pazienti. Taylor ha anche personalmente fatto pressioni sul Congresso e sul Presidente Reagan, chiedendo maggiori finanziamenti per la ricerca sull'AIDS e campagne di sensibilizzazione. Una delle sue più famose citazioni, non a caso, recita: "È già abbastanza grave che la gente muoia di AIDS, ma nessuno dovrebbe morire di ignoranza".
I suoi sforzi prodigiosi hanno trasformato l'icona dello schermo in una vera pioniera ma, al tempo stesso, hanno incontrato delle resistenze. Esporsi sull'AIDS, negli anni Ottanta, significava confrontarsi con stigmatizzazione e psicosi, ma lei non ha mai ceduto. Col tempo, è diventata un vero modello per chiunque desideri contribuire al cambiamento e avere un impatto sul mondo in un modo.
Elizabeth Taylor: l’ultima diva, il documentario HBO arriva su Sky
Il 27 dicembre, alle ore 21.15, arriva in esclusiva su Sky Documentaries Elizabeth Taylor: l’ultima diva. Il documentario HBO, disponibile anche on demand e in streaming solo su NOW, è diretto da Nanette Burstein ed è stato presentato all’ultimo Festival di Cannes. Attraverso la voce di Elizabeth Taylor, il docu-film narra la storia di una delle più grandi attrici di sempre, tra successo e vita privata.
Seguiremo Taylor dal debutto cinematografico in Lassie Come Home (1943). Saremo al suo fianco nella sua battaglia contro ruoli ingenui e applaudiremo le sue maestose interpretazioni in Giant e La gatta sul tetto che scotta. Ci commuoveremo per la vittoria dei due Academy Awards e per la travagliata esperienza sul set di Cleopatra. Con un accesso senza precedenti all'archivio personale della diva di Hollywood, il film svelerà la complessità e la vulnerabilità di una donna che ha vissuto nella fama fin dall'infanzia.
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