Le vicende di quattro esseri umani s'intrecciano, si scontrano e si dividono in una Londra uggiosa. C'è poco spazio per l'amore corrisposto. A connettere i protagonisti è piuttosto il sesso: mai mostrato ma continuamente citato, discusso, sviscerato. Closer, gioiellino del 2004 diretto da Mike Nichols, usciva nelle sale vent'anni fa e vedeva protagonisti Jude Law, Natalie Portman, Julia Roberts e Clive Owen.
Quest'ultimo ha prestato il volto a Larry, dermatologo innamorato della fotografa Anna (Roberts). Peccato che la donna non abbia mai dimenticato Dan (Law), scrittore di necrologi impegnato con l'enigmatica Alice (Portman). Il divo inglese e la star de Il Cigno Nero hanno ottenuto una nomination al Premio Oscar per i rispettivi ruoli. Entrambi hanno vinto il Golden Globe e Owen ha portato a casa anche il BAFTA.
L'attore, in occasione del 20esimo anniversario di Closer, ha preso parte ad una proiezione al Karlovy Vary International Film Festival. Intervistato da The Hollywood Reporter, ha ammesso che recitare nel film di Mike Nichols è stato "uno dei momenti salienti della sua carriera".
Tra le sceneggiature che leggiamo, sono una manciata quelle che ti colpiscono in modo davvero, davvero forte e ti risuonano dentro. Quando mi viene in qualche modo ricordato perché faccio quello che faccio. Closer, la pièce, ricordo dove mi trovavo, dove ero seduto e cosa stavo facendo quando ho letto quello scritto.
Closer, infatti, è tratto dall'omonima opera teatrale di Patrick Marber, datata 1997. "Ho interpretato Dan nella pièce originale - ha continuato Owen - e sette anni dopo ho ricevuto una chiamata in cui Mike Nichols voleva incontrarmi per pranzo e mi ha offerto la parte di Larry. È stato come un regalo da qualche parte".
Closer, quella scena con Julia Roberts così difficile per Clive Owen
I protagonisti di Closer si lasciano, si prendono e si tradiscono in un loop crudele e apparentemente senza via d'uscita. Costruire un microcosmo tanto complesso, fatto di bieco egoismo e cieca passione, ha richiesto un lunghissimo e meticoloso lavoro di preparazione. "Con Mike Nichols, si tratta di stare al passo con lui - ha raccontato Clive Owen - ha una mente così brillante. È uno degli esseri umani più intelligenti, per non parlare dei registi, che abbia mai conosciuto. Abbiamo fatto un periodo di prove per quel film, che è durato alcuni mesi prima di iniziare le riprese".
In particolare, Nichols ha trascorso due settimane a New York con il suo cast. Durante il giorno esaminavano le scene del film per poi discutere esclusivamente dei problemi che queste sollevavano, senza concentrarsi sulla scena in sé. Dopodiché ha concesso loro alcuni mesi di tempo per metabolizzare ed assorbire tutto.
C'è una scena che Clive Owen ha trovato particolarmente difficile da affrontare a livello emotivo. Si tratta della furibonda lite tra Larry e sua moglie Anna. Il medico è appena tornato da un viaggio di lavoro e lei gli confessa di volerlo lasciare per stare con Dan. Segue un alterco verbalmente violento, soprattutto da parte di Larry, che si svolge nell'appartamento della coppia.
Il linguaggio è così grafico e brutale. È una scena brutale. La stavamo leggendo e, in un certo senso ci metteva a disagio. Poi Mike ha deciso di muoversi nell'appartamento. Julia si muove e io la seguo, saliamo le scale e scendiamo di nuovo. Mike credeva molto nelle scene che si svolgono mentre le cose stanno succedendo. Non solo stare lì di fronte all'altro attore e dire delle battute. Sei coinvolto nel fare qualcosa e, attraverso questo, la scena inizia a svolgersi e respirare.
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