sabato 15 febbraio 2020

Sella d'argento e gli altri western di Lucio Fulci

Il celebre "terrorista dei generi", Lucio Fulci, che ha spaziato dal musicarello alle commedie con Franco e Ciccio fino a diventare uno dei maestri dell'horror, ha diretto nella sua carriera anche qualche western.

Lucio Fulci è stato uno dei più poliedrici registi italiani. Famoso anche all'estero per i suoi lodatissimi horror, a cui si dedicò in pianta stabile dal 1979, ha molti record al suo attivo, tra cui quelli di aver scritto le canzoni 24.000 baci e Il tuo bacio è come un rock per Adriano Celentano, che diresse nel 1959 e 1960 nei musicarelli I ragazzi del juke-box e Urlatori alla sbarra e di aver creato il personaggio di Nando Mericoni per l'Alberto Sordi di Un giorno in pretura e Un americano a Roma. Cresciuto come sceneggiatore con un maestro come Totò, negli anni Sessanta rende popolare la coppia Franco Franchi e Ciccio Ingrassia delineandone i caratteri e dirigendoli in ben 10 film, uno più divertente dell'altro. Ma, se si forma con la commedia, Fulci decide di non fossilizzarsi sul genere ed è così che nel 1966, si orienta su quello più popolare, richiesto e frequentato del periodo, il western.

Le colt cantarono la morte e fu... tempo di massacro

Nel 1966 Lucio Fulci firma uno di quei film dai titoli lunghissimi e pittoreschi resi popolari dal western all'italiana (e in seguito trasportati anche nel giallo): Le colt cantarono la morte e fu... tempo di massacro, cosceneggiato dal futuro maestro dei poliziotteschi Fernando Di Leo. Protagonisti sono due eroi del genere: Franco Nero, che nello stesso anno è Django per Sergio Corbucci e recita anche in Texas addio di Ferdinando Baldi, e George Hilton, l'attore uruguaiano naturalizzato italiano, scomparso nel 2019, qui al suo primo western. Nel cast c'è anche Nino Castelnuovo, nel ruolo insolito del cattivo, lui pure al suo esordio nel genere. Sergio Endrigo compone e canta il tema musicale. Violenza, tortura e vendetta, senza lesinare su effetti splatter, sono gli ingredienti di un film che fece parlare Alberto Moravia di riferimenti al Teatro della crudeltà di Antonin Artaud. Alla sua prima esperienza con un genere adulto (il film è vietato ai minorenni) Fulci lascia il suo marchio sulfureo.

I quattro dell'Apocalisse

Nonostante l'ottima incursione in territorio western, Fulci si dedica di nuovo con successo al giallo e alla commedia. Non affronterà più storie ambientate nel vecchio West fino al 1975, quando la parabola del genere è già in fase discendente. Il film si intitola I quattro dell'Apocalisse con Tomas Milian e Fabio Testi. Anche questo, per la cruda violenza delle scene venne vietato ai minori di 18 anni e il produttore ne fece uscire una seconda versione con diversi tagli (oggi la versione intregrale resta vietata ai minori di 14 anni). Milian, che recitò in inglese e si doppiò in italiano, interpreta un personaggio crudelissimo, il Chaco, per il quale a suo dire si era ispirato a Charles Manson. Se Le colt cantarono la morte... colpì per la sua violenza, I quattro dell'Apocalisse è molto più estremo e niente viene risparmiato delle feroci torture inflitte dal Chaco alle sue vittime per il puro gusto di farlo. Fulci si prepara ai suoi horror più grafici, ma al di là di questo il film è riuscito e ben recitato. Come scrive Perry Ruhland in un bell'articolo monografico su Daily Dead: “È un film di accesi contrasti: montagne nevose e deserti aridi, amabili predicatori e odiosi banditi, bellissima umanità e sconvolgente crudeltà. Non è facile equlibrare scene e toni così contrastanti, ma Fulci ci riesce, e inciampa solo leggermente nel terzo atto dal ritmo più incerto”.

Sella d'argento

L'ultimo western di Lucio Fulci – i popolari Zanna Bianca e Il ritorno di Zanna Bianca con Franco Nero, ambientazione a parte, sono film d'avventura – arriva proprio nell'ultima fase declinante di un genere che ha prodotto centinaia di titoli e ha fatto scuola: è Sella d'argento, uscito nel 1978, di cui è protagonista un'altra star, l'amatissimo Ringo di Duccio Tessari, ovvero l'atletico Giuliano Gemma. Qui il compianto attore interpreta Roy Blood, un pistolero e cacciatore di taglie che da bambino ha ucciso l'assassino del padre, in una faida che contrappone la sua alla famiglia Barrett. Dopo aver accettato di uccidere Thomas Barrett, scopre che si tratta di un bambino e gli salva la vita. I due si affezionano e Roy si trova coinvolto nel contorto piano di un rapimento. Si tratta di un western indeciso tra il film per famiglie, in cui l'eroe cavalca sopra una vera sella d'argento e diventa il padre putativo di un ragazzino, e il canone dei grafici spargimenti di sangue tipici del genere e dello stile di Fulci. È comunque sempre un piacere vedere Giuliano Gemma, che dopo questo film appese le pistole al chiodo e si dedicò a un cinema d'altro tipo. Quanto al regista romano, stava per iniziare la sua stagione migliore: nel 1979 avrebbe diretto il famosissimo Zombi 2, sequel apocrifo del film di Romero, conquistandosi una fama internazionale che perdura ancora oggi. Ma questa è un'altra storia.



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