Nel 2017 esce il film diretto dal regista Tarek Saleh, che ambienta alla vigilia della rivoluzione egiziana del 2011 una storia ispirata all'omicidio di una celebre cantante libanese, avvenuto tre anni prima.
Nel 2017 è uscito al cinema il thriller Omicidio al Cairo, diretto da Tarik Saleh, regista, graffitaro, produttore e animatore svedese di padre egiziano. Il film ha vinto cinque premi nazionali svedesi e numerosi altri riconoscimenti tra cui il Gran Premio della Giuria nella competizione internazionale per i film drammatici al Sundance Film Festival. Il popolare attore svedese di origine libanese Fares Fares interpreta il poliziotto incaricato di indagare sull'omicidio di una cantante nel lussuoso Nile Hilton Hotel, vicino a Piazza Tahrir: rivelato al pubblico internazionale da Jalla! Jalla!, è in seguito apparso anche in Zero Dark Thirty, Safe House, Rogue One – A Star Wars Story (dove è il senatore Vaspar) e nella serie tv Chernobyl.
Omicidio al Cairo: la storia vera alla base del film
La storia è ambientata alla vigilia della rivoluzione del 25 gennaio 2011 contro l'allora presidente Mubarak ed ha al centro la corruzione e la violenza della polizia e delle classi dirigenti. Oggi sappiamo - e ne siamo stati vittime in prima persona col brutale omicidio dello studente ricercatore Giulio Regeni - che la speranza dei cittadini del Cairo che scesero in piazza contro quello stato delle cose, ancora una volta si è infranta nella violenza cieca e brutale di chi dovrebbe proteggerli ed è oggi è al libro paga di un altro dittatore. Per raccontare un periodo di dolore ma anche di voglia di reagire e speranza, Saleh ha preso spunto da un vero caso di cronaca nera, avvenuto altrove 3 anni prima, ma strettamente connesso con la situazione egiziana: l'omicidio della cantante araba libanese Suzanne Tamim, avvenuto a Dubai nel 2008. Suzanne Tamim era diventata famosissima dopo aver vinto il talent show libanese Studio El Fan nel 1996, all'età di 19 anni. Il 28 luglio 2008 venne trovata assassinata nel suo appartamento. La stampa riportò inizialmente che era stata decapitata, mentre l'avvocato del suo ex marito rivelò che secondo il certificato di morte era stata sgozzata. All'epoca della morte, Tamim era sposata da 18 mesi col campione di kickboxing inglese di origine Irachena Riyadh Al-Azzawi.
Un mandante eccellente e un caso silenziato
Per la popolarità della vittima, il caso fece moltissimo scalpore e le indagini furono veloci: il 2 settembre venne arrestato al Cairo il figlio di un noto milionario e a sua volta uomo d'affari e legislatore della camera alta del Parlamento egiziano, Hisham Talaat Moustafa, con l'accusa di aver assunto un sicario per uccidere la donna, pagandolo 2 milioni di dollari. Il 21 maggio 2009 entrambi gli uomini, giudicati colpevoli, vennero condannati a morte tramite impiccagione, ma il 4 marzo 2010 la Corte suprema egiziana ordinò il riesame della sentenza a causa di alcuni errori tecnici. In seguito a questa decisione, Moustafa venne condannato a 15 anni di carcere e il killer all'ergastolo. Proprio durante la rivoluzione del 2011 si diffuse la voce che il milionario fosse evaso dal carcere, approfittando dei disordini popolari. Il sicario, Al-Sukkari, che inizialmente aveva confessato e in seguito ritrattato l'omicidio, era un ex poliziotto egiziano di 39 anni. Del delitto di Suzanne Tamim si parlò moltissimo sui giornali e in televisione finché il responsabile fu sconosciuto, ma quando si scoprì che il mandante era un noto uomo d'affari, amico delle alte sfere vicine al presidente Mubarak, l'ufficio del Procuratore Generale proibì di parlare del caso, tanto che un giornale che sfidò l'ordine venne confiscato e cinque giornalisti egiziani furono accusati di aver infranto la proibizione durante il processo e a loro volta rinviati a giudizio. A oggi, questo è tutto quello che si sa sull'argomento.
from ComingSoon.it - Le notizie sui film e le star https://ift.tt/2SDkLmv
via Cinema Studi - Lo studio del cinema è sul web
Nessun commento:
Posta un commento