domenica 16 febbraio 2020

Argo, la storia vera dietro al film di Ben Affleck


Premio Oscar, Argo si basa su una vera missione dell'agente CIA Tony Mendez: quanto è fedele a ciò che accadde?

Vincitore di tre premi Oscar per miglior film, sceneggiatura non originale e montaggio, Argo ha consacrato come regista Ben Affleck, nonostante non fosse quello il primo interessante exploit dell'attore dietro alla macchina da presa. Il film era tratto da una storia vera, quella del salvataggio rocambolesco di dipendenti dell'ambasciata americana in Iran nel gennaio 1980, ad opera dell'agente della CIA Tony Mendez, portato sullo schermo proprio da Affleck. Con l'aiuto di professionisti di Hollywood, Mendez organizzò la fuga dei sei sfortunati impiegati, spacciando se stesso e gli altri come troupe di un film in stile Guerre stellari, appunto "Argo", impegnata in un sopralluogo in Iran. Mentre i loro colleghi erano stati presi in ostaggio dalla Repubblica Islamica di Khomeini, dopo la Rivoluzione Iraniana del 1979, i sei erano rimasti in un instabile e pericoloso limbo, accolti e nascosti nell'ambasciata canadese. Posto che Argo si basa su una storia vera, quali sono state le licenze che Affleck e lo sceneggiatore Chris Terrio si sono presi sul materiale originale?

Argo, il ruolo degli Stati Uniti e il ruolo del Canada

Argo si basa su due resoconti dell'accaduto, presenti in "The Master of Disguise" scritto dallo stesso Tony Mendez, e in un articolo di Wired intitolato "The Great Escape: How the CIA Used a Fake Sci-Fi Flick to Rescue Americans from Tehran", pubblicato nel 2007. E' bene ricordare infatti che fino al 1997 il ruolo della CIA nel "Canadian Caper" (così è rimasto noto l'episodio) era stato tenuto del tutto segreto: perfino l'onorificenza "Intelligence Star", della quale furono insigniti Mendez e il truccatore Chambers, non fu rivelata a nessuno. Dopo il 1997 la pratica fu declassificata, rivelando con più chiarezza come si fossero svolti i fatti.
L'uscita del film ha suscitato tuttavia forti perplessità nell'opinione pubblica canadese, perché in effetti gli ostaggi, per quanto salvati da Mendez, erano stati protetti fino a quel momento all'interno dell'ambasciata canadese, nonché forniti di finti passaporti canadesi per la fuga. Prima della declassificazione dei documenti, la responsabilità del salvataggio fu attribuita solo al Canada, onde evitare ritorsioni iraniane contro i rimanenti ostaggi americani. Sulla marginalizzazione di questo contributo e dell'ambasciatore canadese Ken Taylor, pare invece organizzatore effettivo dell'operazione, Affleck si è difeso: ha sottolineato come il "basato su una storia vera" implichi non una ricostruzione fedele, ma una drammatizzazione alla quale devono essere concesse delle licenze poetiche. La modifica di un cartello finale e questa autodifesa non hanno però convinto il Canada...

Argo, gli effettivi rischi per gli Americani

Per costruire una suspense peraltro piuttosto riuscita sul piano spettacolare, Affleck ha rivisitato pesantemente i momenti finali della vicenda: al gate il gruppo viene quasi scoperto, poi mentre l'aereo decolla le Guardie della Rivoluzione cercano di fermare il velivolo. Poco prima della partenza nel film addirittura la missione viene cancellata dall'amministrazione del Presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter. Non successe nulla del genere: l'imbarco fu senza problemi e nessuno cercò di fermare l'aereo. Secondo Mark Lijek, uno dei fuggitivi, la partenza alle 5:30 li salvò da ulteriori controlli, piuttosto lassi a quell'ora del mattino. La missione poi non fu mai cancellata, ma l'autorizzazione ritardò di mezz'ora, però molto tempo prima, quando Mendez non era nemmeno partito per l'Iran.

Argo, il mondo del cinema rappresentato nel film

Meno notate le discrepanze con la realtà in materia hollywoodiana, trattandosi evidentemente di licenze poetiche più tollerabili sul piano etico e morale. Mendez è aiutato, nell'architettare la finta preproduzione di Argo, dal truccatore John Chambers, portato sullo schermo da John Goodman. La figura è quella reale: nato nel 1922 e deceduto nel 2001, Chambers collaborava con la CIA già dagli anni Settanta, per truccare gli agenti. Nella sua filmografia spiccano Il pianeta delle scimmie del 1968 e, non accreditato, il suo lavoro su Blade Runner (1982). Inventato invece è il Lester Siegel che ha fruttato ad Alan Arkin una nomination all'Oscar come miglior attore protagonista: la sua personalità sarebbe basata su quella del mitico Jack L. Warner, presidente della Warner Bros dalle origini fino alla sua morte nel 1978.
Il copione del lungometraggio immaginario non era poi tanto immaginario: non venne intitolato originariamente "Argo", bensì "Lord of Light", ed era un vero tentativo di adattamento del romanzo "Signore della luce" di Roger Zelazny. Gli stessi disegni dello storyboard, firmati dal grande Jack Kirby della scuderia Marvel non erano stati realizzati per la missione, ma appunto per il reale progetto cinematografico di Lord of Light.



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