Lutto nel mondo del doppiaggio italiano: è morto a Roma a 75 anni a causa del Covid Claudio Sorrentino, storico doppiatore di John Travolta in film di culto come Pulp Fiction, nonché di Mel Gibson anche nel pluripremiato Braveheart, oltre a Bruce Willis in meno occasioni (gli ultimi tre Die Hard, Ancora vivo). Al di fuori del cinema, dove pure Sorrentino prestò la voce una tantum a star del massimo rilievo (Sylvester Stallone, Russell Crowe, Nicolas Cage, il Robert De Niro agli esordi di Batte il tamburo lentamente), l'attore aveva allietato anche in tv più generazioni, come voce italiana di Richie Cunningham in Happy Days.
Nato nel 1945, Sorrentino si fece notare già a 5 (!) anni come piccolo cantante, annoverato come "bambino prodigio" che trovò poco dopo a nemmeno 10 anni compiuti la strada del teatro con Eduardo De Filippo, per poi trovarsi per la prima volta anche di fronte al leggio per il doppiaggio del western L'ultima carovana con Richard Widmark, dove diede la voce al piccolo Billy.
Presidente e fondatore dell'Associazione Attori Doppiatori Italiani Riuniti dal 1994 fino alla sua scomparsa, Claudio Sorrentino si è cimentato anche nella conduzione televisiva, prima per il contenitore È permesso? nel 1979 (con sigla cantata da lui), poi addirittura con l'amato Tandem su Rai 2, nel pieno degli anni Ottanta (dove si esibiva anche un Fabrizio Frizzi agli esordi). Parecchio attivo sul fronte dell'attivismo per contrastare la tossicodipendenza, è stato l'ideatore del Segretariato Sociale della RAI e del programma "Droga, che fare?", andato in onda dal 1990 al 1993.
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