venerdì 29 luglio 2016

Emilio D'Alessandro, l'autista di Kubrick: "Voleva girare un film sulla battaglia di Cassino"

Non era solamente il suo autista. Emilio D'Alessandro per Stanley Kubrick era un amico, un confidente, un punto di riferimento. Alex Infascelli ha raccontato questa straordinaria storia nel suo documentario S is for Stanley che, dopo il David di Donatello, continua a girare con successo per l'Italia e per il mondo. A presentarlo al Fiuggi Film Festival è stato proprio il “protagonista” D'Alessandro i cui occhi, ancora oggi, quando parla del suo amico Stanley, si fanno lucidi e pieni emozione.

Signor D'Alessandro, quando Alex Infascelli le ha proposto questo documentario ha accettato subito?

No, non ho accettato subito. All'inizio dissi ad Alex: “Con tutto il rispetto, ma se vuoi fare un documentario, lo devi fare a perfezione e senza una parola contro Stanley, perché lui con me è stato sempre una persona gentile”. Ed inoltre pretesi di vedere il film prima che fosse presentato al pubblico. Devo essere sincero: alla fine sono rimasto molto soddisfatto.

Cosa pensava Stanley Kubrick dell'Italia?

Ha sempre avuto un grande rispetto per l'Italia. Provava profonda stima per l'arte italiana, la musica, la pittura, il cinema. Ma nutriva anche un po' di paura. Ogni volta che io venivo in vacanza in Italia, mi diceva di stare attento alla Mafia. Questo perché in televisione, all'estero, si parlava molto delle azioni mafiose in Italia e questa cosa lo impauriva e lo preoccupava.

C'è qualcosa che non viene raccontato nel film di Infascelli che le piacerebbe raccontare?

No, niente in particolare. Alex ha fatto le sue scelte e penso che abbia deciso un buon lavoro, con i tagli e gli inserti giusti. Infatti l'ho ringraziato per questo e non sono un caso i premi che ha vinto.

Che sentimenti prova ancora per il suo rapporto con Kubrick? Che emozioni le ha lasciato?

La cosa che più emoziona e commuove è pensare che è morto troppo presto, a 71 anni. La sua morte fu improvvisa e inaspettata e mi lascia ancora molta tristezza. E' per questo che ci è voluto così tanto tempo prima che io mi aprissi al pubblico. Se non mi avessero spinto per il libro (Stanley Kubrick e me, da cui è tratto il documentario, n.d.a.), sarei stato ancora in silenzio. Per rispetto di Stanley.

Da quello che sa, quali progetti aveva Kubrick? Quali non è riuscito a realizzare?

Si sa, sono molti. Io chiaramente ricordo A.I. - Artificial Intelligence, che poi ha fatto Spielberg, il Napoleon. E poi aveva in mente di fare Pinocchio, chiaramente a modo suo, e un film di guerra in Italia. Voleva raccontare la battaglia di Cassino.



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