domenica 24 luglio 2016

Stranger things (Stagione 1) - Teste di Serie

"Gli amici non mentono"
- Mike

Operazione nostalgia. E chi meglio della iper-produttiva Netflix poteva regalare al suo pubblico (ormai sempre più esigente) un prodotto concepito con l'unico scopo di riaprire la botola della mansarda dei ricordi di una generazione, quella degli anni Ottanta, cresciuta a pane e cult? Stranger things è il risultato di questo tuffo nel glorioso passato dei teen-movie avventurosi (I Goonies), dei capolavori nostalgici di Stephen King (Stand by me, It), del genio visionario e crudele di Steven Spielberg e John Carpenter. Delle fantasticherie di tutti noi, oggi adulti, ma mai stanchi di quei tempi andati, più semplici, innocenti e magici.

Quel che J.J. Abrams era riuscito a evocare e omaggiare con Super 8, memorabile ode al cinema e alla giovinezza pura e capace ancora di sognare e guardare al futuro colma di speranze, è lo stesso oggetto del desiderio sul quale Matt e Ross Duffer (nei crediti compaiono come The Duffer Brothers) pongono le loro attenzioni: riprendendo comprovati cliché del genere, modificando solo alcuni dettagli di contorno di un schema narrativo canonizzato e più volte riutilizzato, i due registi, produttori e showrunner, infarciscono la loro creatura di così tanti rimandi, citazioni ed easter egg che coglierli tutti risulta una vera e propria impresa; non c'è intenzione di (r)innovare, nè di rileggere in chiave moderna un archetipo narrativo-cinematografico compiuto (le vicende sono ambientate addirittura in una cittadina di provincia fittizia negli anni Ottanta), semmai si evince l'intenzione di prestare particolare attenzione ai risvolti storico-politici post Reagan e Guerra Fredda, tanto cari soprattutto al nutrito corpus della narrativa fantascientifica in voga in quegli anni. Così Stranger things punta dritto al sodo, lasciando che siano un nuovo gruppo di amici a salvare la situazione (pregevoli e divertenti le prove di Finn Wolfhard, Gaten Matarazzo e Caleb McLaughlin), alla ricerca del quarto componente della banda, Will Byers (Noah Schnapp) scomparso in circostanze misteriose, nonchè primi a vedere oltre la realtà, spinti dalla prorompente forza di un'innocente giovinezza.

Oltre a rappresentare un inno al desiderio di fuggire dalla realtà, per vivere con coraggio e un pizzico di timore i propri sogni tramutati nella realtà stessa (espliciti i rimandi al glorioso gioco Dungeons & Dragons, in relazione allo svolgimento della fiction) Stranger things è soprattutto la rivincita dei nerd, di tutti coloro che amavano le scienze, che venivano perseguitati dai bulli della scuola, che spiavano di nascosto la ragazza dei sogni, che si chiudevano in camera ascoltando David Bowie in viaggio nello spazio per scacciare le urla dei genitori, che si ritrovavano a giocare tutti assieme, perdendo la concezione dello scorrere del tempo: quel fanciullo che riposa a occhi socchiusi dentro di noi, in attesa di potersi destare nuovamente...e la chiave nella serratura dei ricordi che attendono di essere liberati di nuovo è nelle mani dei Duffer Brothers e nei cuori dei bambini che una volta eravamo. E che oggi sogniamo solamente di essere ancora.

Purtroppo si gioca solo sulla nostalgia e per questo motivo Stranger things non può essere considerato qualcosa di più di un godibile viaggio nel passato: questi otto episodi raccontano una storia nuova, che poi tanto nuova non è, che alla fine (maledetti noi adulti!) non offrono nulla più che non sia già stato visto dai nostri occhioni lucidi; mentre il Super 8 di Abrams, per esempio, era in grado di accendere la scintilla magica grazie a una vena autoriale personale (un intimo e amorevole elogio al cinema così come lo aveva vissuto fin dall'infanzia), Stranger things resta, a lungo andare, anonimo proprio sotto il punto di vista dell'autorialità, limitandosi a raccontare di nuovo una storia già letta più volte, con l'unico sforzo di soffiare via la polvere dalle pagine ingiallite. Pregevole resta l'unico tentativo di abbellire il prodotto con un tentativo estremo di satira nel finale, un espediente che, a posteriori, sarebbe potuto risultare vincente, in questa operazione di revival forse anche un pò tirata per le lunghe, in una dilatazione un tantino eccessiva del tempo del racconto (e in questo senso, otto episodi risultano troppi).

Sembra che i fratelli Duffer siano stati già rassicurati in merito a una seconda stagione, che vorrebbero realizzare non come un naturale proseguimento, ma più come un sequel. Va riposta fiducia nel loro lavoro e attenderemo con la giusta dose di ansia quello che verrà. Guardando al futuro con un occhio rivolto al passato.

(Stranger things); genere: Fantascienza, avventura, mistery; sceneggiatura: The Duffer Brothers; stagioni: 1 (rinnovata); episodi prima stagione: 8; interpreti: Winona Ryder, David Harbour, Finn Wolfhard, Millie Bobby Brown, Gaten Matarazzo, Caleb McLaughlin, Natalia Dyer, Charlie Heaton, Cara Buono, Matthew Modine, Noah Schnapp; musica: Kyle Dixon, Michael Stein; produzione: Camp Hero Productions, 21 Laps Entertainment, Monkey Massacre; network: Netflix (U.S.A., 15 luglio 2016), Netflix (Italia, 15 luglio 2016); origine: U.S.A., 2016; durata: 60' per episodio; episodio cult prima stagione: 1x08 – Chapter eight - The upside down (1x08 - Capitolo otto - Il Sottosopra)



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