Negli anni passati anche Dave Bautista lo aveva punzecchiato: Dwayne Johnson, "The Rock", non si mette mai alla prova sul serio, fa sempre sé stesso sullo schermo, sempre lo stesso ruolo... Dwayne ha deciso che era giunto il momento di sfidarsi, portando sul grande schermo la storia vera drammatica di un celebre campione di MMA, Mark Kerr. In concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2025, The Smashing Machine di Benny Safdie, interpretato anche da Emily Blunt, ha scatenato una standing ovation di un quarto d'ora, portando Dwayne alla commozione, con lacrime spiazzanti per la sua immagine pubblica... rocciosa. Abbiamo un video dal nostro canale Instagram.
Dwayne Johnson piange per la standing ovation veneziana, alla proiezione di The Smashing Machine
Alla fine anche Dwayne Johnson ha avuto il suo ruolo "alto" che potrebbe farlo entrare a pieno titolo nella stagione dei premi: è quello di Mark Kerr, tormentata star delle Arti Marziali Miste, forte sul ring ma più fragile nella vita privata con sua moglie (Emily Blunt). Ne racconta le umane gesta Benny Safdie in The Smashing Machine, che ha scritto e diretto il lungometraggio A24, coprodotto dallo stesso Johnson, nei cinema italiani dal 19 novembre per I Wonder Pictures. Già quando Brendan Fraser fu protagonista di un'analoga commozione dopo la proiezione di The Whale, Johnson pubblicò un video in cui gli rendeva omaggio, ricordando quanto gli fu di sostegno per il suo debutto in La mummia - Il ritorno. Adesso tocca proprio a "The Rock" mostrare la sua fragilità, incarnando un tipo di sfida fisica che nella sua vita è stata fonte di fama, ma anche di ansia da prestazione. Un Johnson in definitiva sincero a 360°. In conferenza stampa ha dichiarato: "C'era una vocina dentro di me che diceva che forse avrei potuto fare di più. Dopo anni in cui Hollywood ti spinge in una direzione, quella del boxoffice, volevo attingere a cose che ho vissuto, andare più nel profondo e trovare una forza nella vulnerabilità. [...] Questo non è un film sulle vittorie e le sconfitte, ma sulla pressione di vincere a tutti i costi, e su cosa accade quando questo non succede, ma è anche una storia d’amore, l’amore di Mark per ciò che faceva e la sua lotta per riuscirci, passando attraverso sfide estreme. Mark faceva uso di droghe ed è andato in overdose due volte, è fortunato a essere vivo".
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