lunedì 10 gennaio 2022

Filippo Nigro e Ferzan Ozpetek: una lunga collaborazione che si rinnova con L'Uomo che inventò il futuro

E’ Filippo Nigro l'interprete principale del commovente cortometraggio di Ferzan Ozpetek L'uomo che inventò il futuro, che è una preziosa occasione per lanciare MediolanumPlay, il nuovo spazio digitale dove trovare la selezione dei migliori contenuti video che raccontano il mondo di Banca Mediolanum. La presenza dell'attore, che racconta una favola al figlio per sottolineare l’importanza del futuro come il tempo della nascita delle idee, e il passato come epoca delle arti che sono servite a costruire il futuro, non è casuale. Il regista, infatti, ha già avuto modo di dirigere l’artista romano dagli occhi azzurri che in Suburra - La serie è stato il perfido politico Cinaglia. Per entrambi i i sodalizi sono stati fondamentali. L'avventura insieme è cominciata nel 2001 con Le Fate ignoranti ed è proseguita nel 2003 con La finestra di fronte. Poi, nel 2019, è arrivato La Dea Fortuna.

I film di Ferzan Ozpetek con Filippo Nigro

Le fate ignoranti

Nel 2001 Ferzan Ozpetek firma il film forse più importante della sua carriera, un film molto personale destinato a lasciare un segno nella storia del cinema e a cambiare la percezione, da parte del pubblico cinematografico, della libera scelta sessuale e sentimentale. Esaltazione dell’amicizia e dell'umana solidarietà, Le Fate ignoranti vede protagonisti Margherita Buy e Stefano Accorsi, ma in realtà è una vicenda corale, e la coralità è la comunità che "fa famiglia", vuole bene a Michele e partecipa volentieri ai suoi banchetti in terrazza e alla sua vita emotiva. Di questo gruppo affettuoso e variegato fa parte Riccardo. Lo vediamo per la prima volta nella sequenza del pranzo domenicale in cui Antonia irrompe in casa di Michele e scopre che l'amante di suo marito è lui. Riccardo entra nell'appartamento insieme al compagno Luciano e ha una maglietta verde e un tatuaggio sul braccio. Qualcuno gli dà del cretino, anzi della cretina. Più tardi Riccardo chiederà a Michele del confronto con Antonia. Il personaggio apparirà a più riprese, quasi in ogni scena collettiva, ma per brevi istanti e per pronunciare qualche battuta. Per Nigro, comunque, l’esperienza è importante, anche perché nel suo curriculum, ai tempi de Le fate, c’è solo Donne in bianco di Tonino Pulci. L'attore, che si è diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia sotto la guida Lina Wertmüller, fa un'ottima impressione su Ferzan Ozpetek, che lo richiama per il suo film successivo: La finestra di fronte.

La finestra di fronte

Quando Ozpetek dirige La finestra di fronte, è già un regista famoso e consolidato. Per il suo secondo film di ambientazione completamente italiana, Ferzan sceglie di mescolare il passato al presente e di tuffarsi nei confusi ricordi di gioventù di Davide Veroli, ebreo e omosessuale, scampato al rastrellamento del 1943, che rimpiange il suo perduto amore e pian piano si ricorda di essere stato il proprietario di una pasticceria. A inizio film, Davide vaga per Roma e viene soccorso e ospitato da Giovanna (Giovanna Mezzogiorno) e da suo marito Filippo, impersonato dal nostro Filippo Nigro, a cui tocca in sorte un uomo buono che, come sua moglie, ha quasi paura di essere felice, di mettere a nudo la propria anima. Filippo è un individuo che sembra aver perso le armi per combattere la grande battaglia di una vita entusiasmante e si è certamente accomodato nella routine matrimoniale. Passa da un lavoro precario all'altro e, nel film, è in secondo piano, in un certo senso, sia rispetto a Davide che al dirimpettaio Lorenzo (Raoul Bova), su cui Giovanna fantastica e di cui finisce per innamorarsi. In questo non facile ruolo di looser Filippo Nigro riesce benissimo a raccontare con il viso e con il corpo la frustrazione, il dolore, la rabbia e la tristezza di chi si sente un fallito e arranca per trovare un posto nel mondo. Anche nel momento in cui alza la voce, l'attore non è mai sopra le righe, e quando i suoi occhi si riempiono di lacrime per via di un'esistenza faticosa che il suo personaggio non ha certo scelto, la sua disperazione e il suo bisogno di affetto sono credibili. Anche il suo Filippo cambia e cresce, rma esta sempre all'ombra della sua signora, che ha il coraggio di inseguire i propri sogni.

La Dea Fortuna

Il terzo film in cui Filippo Nigro viene diretto da Ferzan Ozpetek è La Dea Fortuna, in cui ancora una volta Stefano Accorsi è il protagonista, affiancato stavolta da Edoardo Leo e Jasmine Trinca. Siccome si tratta del film del "ritorno a casa" del regista dopo le esperienze di Rosso Istanbul e Napoli Velata, è normale che facciano nuovamente capolino sia un gruppo coeso di amici con cui dividere cibo e vino che attori storici di Ferzan: Serra Yılmaz, appunto, già comparsa tuttavia in Rosso Istanbul, e il nostro Filippo. Il personaggio che Ozpetek gli affida è quello di Filippo, un uomo affetto da demenza senile che, dimenticando le cose, ogni giorno si innamora nuovamente di sua moglie Ginevra, come fosse in una what if comedy a stelle e strisce. Nigro ha molto amato la parte e si è lasciato guidare dal regista, che aveva le idee piuttosto chiare su come dovesse essere interpretato, e cioè senza forzare troppo la mano (e la recitazione). Parlando di Filippo, Nigro ha riconosciuto bellezza e gioia nel rapporto fra lui e la moglie, perché la continua rinascita del sentimento è la negazione della routine, che invece caratterizza la relazione fra Alessandro e Arturo, che sembra ormai giunta al capolinea. La recitazione del nostro Filippo, che sorride e sgrana i suoi occhioni, è misurata e, guardando il personaggio muoversi e agire nel film, non possiamo non lasciarci andare a una tenerezza mista a malinconia e al pensiero che la vita è davvero strana.

L'uomo che inventò il futuro

Abbiamo detto che nel cortometraggio L'uomo che inventò il futuro, Filippo Nigro è un papà che, prima di andare a dormire, racconta al figlio adolescente, che se ne sta nella sua cameretta una favola che parla del passato e del futuro, nello specifico di un'epoca nella quale gli uomini non avevano coscienza del futuro. Così facendo rivendica l'importanza della memoria e di ciò che c'era prima di noi, e che quindi dà un senso alla nostra esistenza. Nello stesso tempo, in un momento storico così difficile come il nostro, nel quale sembra impossibile sognare un domani migliore, ci invita a fare progetti per il tempo che verrà, ad avere idee, a gettare le basi di qualcosa che un giorno forse ci renderà felici. Il personaggio di Nigro dice al figlio che l'oggi è un tempo che brilla di una luce intensa quanto labile e individua il futuro in una nuova vita, nei figli che arriveranno, dunque, di cui sarà bello immaginare il cammino nel nostro mondo. Ci sono affetto e dolcezza nello sguardo di Filippo, e solo un attore di grande esperienza avrebbe potuto trasmettere emozioni così forti nella brevità di un cortometraggio.

L'uomo che inventò il futuro: il cortometraggio diretto da Ferzan Ozpetek per Banca Mediolanum, con protagonista Filippo Nigro



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