Internet è un'invenzione meravigliosa, che ci ha regalato universi di possibilità, e su questo non ci sono dubbi.
Sarei meno assertivo riguardo i social network dai quali comunque ci facciamo risucchiare, perlomeno la grande maggioranza di noi.
Perché sappiamo benissimo tutti, per esperienza diretta o indiretta, quanto sia facile imbattersi nei cosiddetti "leoni da tastiera", nei troll e negli hater; in tutte quelle persone - spesso anonime - che bersagliano questo o quest'altro utente della rete in caso di disaccordi più o meno gravi, da questioni calcistiche fino alla politica internazionale passando per l'opinione di questo o quell'attore e per la ricetta dell'amatriciana.
Fastidiose nel migliore dei casi, queste figure hanno spesso causato danni gravi ai loro bersagli, arrivando perfino a rovinare intere esistenze, a far licenziare questo o quel giornalista reo di essere andato contro i loro pareri, o di aver avuto una condotta secondo loro non consona al ruolo, o di aver offeso la loro sensibilità in qualche modo.
L'era della suscettibilità, la chiamano.
Ebbene, il regista olandese Ivo van Aart è partito da queste serissime questioni per declinarle secondo coordinare ironiche, sanguinarie e iconoclaste: nel suo The Columnist, infatti, ha immaginato che una giornalista e scrittrice in preda a un blocco creativo, anche e sopratutto per via di troll e hater, trovi il modo di risolvere i suoi problemi iniziando a rintracciare e far fuori, uno per uno, i tanti che la bersagliano online su Twitter e Facebook.
Commedia nera o horror satirico che lo si voglia definire, il film di van Aart vede nei panni della protagonista l'attrice Katja Herbers, nota soprattutto per la sua partecipazione alla serie tv Westworld, ed è stato presentato al FrightFest dello scorso anno.
Questo è il trailer di The Columnist.
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