mercoledì 10 febbraio 2021

La Isla Minima: la spiegazione del teso thriller spagnolo

Non è certo passato inosservato il film spagnolo La Isla Minima, vincitore nel 2015 del premio del pubblico agli European Film Awards e in patria di ben 10 premi Goya tra cui quelli per il miglior film, la miglior regia, la miglior sceneggiatura, la miglior fotografia e il miglior attore.
Diretto da Alberto Rodríguez, il film racconta la storia della scomparsa di due giovani sorelle su cui sono chiamati a indagare due detective interpretati da Javier Gutiérrez e Raúl Arévalo. Siamo nel 1980 in Andalusia, in una zone estremamente rurale dove si vive a malapena del raccolto dei campi e di qualche altro traffico non proprio legale. Il regime franchista è finito da alcuni anni, ma le cicatrici della Spagna ancora non si sono rimarginate e c'è una velata tensione tra chi sosteneva la dittatura e chi abbraccia la neonata democrazia. I due poliziotti arrivano dalla città per risolvere il caso e non passano molti giorni prima che capiscano di non essere i benvenuti. C'è un equilibrio tra la gente della campagna e loro lo stanno rendendo instabile, ma nessuno dei due ha intenzione di mollare le ricerche.
De La Isla Minima è stato fatto un remake tedesco nel 2019 intitolato Freies Land.

La Isla Minima: spiegazione del thriller spagnolo

La Isla Minima è un film teso, affilato e a volte brutale nel mostrare gli orrori. Chiunque non l'abbia ancora visto, è bene che non continui la lettura in quanto le righe qui sotto puntano a dare una analizzare la risoluzione del caso.
Dopo poco dall'inizio del film i detective Robles e Suárez scoprono i cadaveri delle due sorelle scomparse e grazie alla testimonianza di un uomo che si presenta ubriaco al loro hotel, scoprono che c'è un legame con un'altra ragazza deceduta l'anno prima la cui morte è stata archiviata come un incidente nel fiume. Le indagini proseguono portando a un altro caso di omicidio ancora precedente, di fronte al quale diventa evidente che ci sia un serial killer di ragazze giovani.

I poliziotti scoprono poco per volta che un trentenne attraente di nome Quini adesca le studentesse, le frequenta per qualche tempo, guadagna la loro fiducia e poi le sequestra portandole in una casa isolata con la tacita complicità della proprietaria che riceve i soldi dell'affitto a giornata. Le ragazze in questa casa vengono violentate da lui, ma soprattutto da un uomo importante per la comunità locale, tal Don Alfonso Corrales, che probabilmente paga Quini per il "servizio". Le ragazze vengono fotografate e ricattate da quegli uomini, per garantirsi il loro silenzio, e se non lo fanno la fine che le aspetta è atroce.

Quini, né Corrales però sono i reali assassini, nonostante siano a conoscenza di tutto. Il criminale malato di mente che si diverte a torturare le ragazze prima di ucciderle è un altro, anche lui presente alle "sessioni fotografiche". Si tratta di un certo Sebastián Rovira Gálvez che lavorava all'hotel Mediadia di Malaga fino a un paio di anni prima da dove è fuggito, per aver presumibilmente molestato una ragazza, e si è rifugiato in quel labirinto di paludi grazie all'aiuto della proprietaria della villa. È proprio lui che i detective incontrano quando vanno a interrogare per la prima volta la donna, la quale lo copre dicendo che è il suo aiutante e si chiama Antonio. Ci vorranno altre indagini prima di capire che sia davvero lui il colpevole.



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