E’ bello quando i film che parlano di resistenza e di resilienza riescono a ispirare le persone che dicono no e che si armano di coraggio e protestano pacificamente. E’ successo e sta succedendo ancora con la serie di Hunger Games. Il mitico gesto di rivolta di Katniss Everdeen, la mano con l'indice, il medio e l'anulare alzati (e il mignolo e il pollice piegati e che si toccano) è diventato il simbolo di ribellione di quanti in Myanmar stanno protestando pacificamente contro il colpo di stato militare e per la liberazione di Aung San Suu Kyi, leader della Lega nazionale per la democrazia.
Nonostante si tratti di una dimostrazione pacifica, la polizia ha risposto con la violenza, suscitando indignazione in molti paesi del mondo. Fra i manifestanti, accanto alle "principesse", che indossano vestiti lunghi di tulle con corpetti ricamati, e accanto ai cosplayer, ai supereroi e agli unicorni, ci sono anche i medici, che sono stati immortalati in una foto postata su Twitter da un celebre fotografo proprio mentre replicavano il gesto di ribellione di Hunger Games.
Inoltre, nei giorni scorsi, un gruppo di studenti e insegnanti ha donato ai poliziotti delle rose. Anche questo ci riconduce ai film di Hunger Games, in cui il perfido Presidente Snow (Donald Sutherland), che non è stato eletto democraticamente, porta sempre una rosa geneticamente modificata sul bavero della giacca per coprire l'intenso odore di sangue.
Per amor di precisione, dobbiamo dire che il gesto delle tre dita alzate, che poi è anche il saluto scout (in cui il pollice sopra il mignolo significa "il più grande che aiuta il più piccolo"), ha caratterizzato, nel 2014, le proteste contro il colpo di stato in Thailandia. In quello stesso anno arrivava in sala Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 1, terzo film della saga tratta dai libri di Suzanne Collins e con protagonisti Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson e Liam Hemsworth.
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