Diventato famoso per aver cambiato la storia del crimine negli ultimi decenni del XX secolo, Pablo Escobar è considerato il criminale che nei suoi anni di "attività" ha accumulato il più grande patrimonio di qualunque altro fuorilegge di sempre. Alla sua morte, nei primi anni 90, aveva accumulato circa 30 miliardi di dollari. Il Cartello che gestiva ha fornito circa l'80% della cocaina di contrabbando negli Stati Uniti nel pieno della sua carriera, facendogli guadagnare oltre 21,9 miliardi di dollari all'anno. Da umile figlio di contadini, nei due decenni degli anni 70 e 80 in cui ha creato il caos in Colombia, è diventato la settima persona più ricca del pianeta e il ricercato numero uno. Si calcola che il suo spietato approccio al narcotraffico abbia portato alla morte di tremila persone.
Escobar - Il fascino del male: il film è tratto dalla storia vera vissuta da Virginia Vallejo
Tra il 1983 e il 1987 Pablo Escobar ebbe una relazione amorosa con la giornalista Virginia Vallejo, entrambi 34enni quando si conobbero. Dopo essere fuggita dalla Colombia nel 2006 e aver chiesto asilo politico agli Stati Uniti, dove oggi risiede, Virginia Vallejo ha scritto nel 2007 l'autobiografia di quegli anni intitolata Amando Pablo, odiando Escobar, pubblicata in numerosi paesi e tradotta in sedici diverse lingue. Dopo essere stata a lungo la sua amante, e aver conosciuto le dinamiche dell'impero criminale messo in piedi da Escobar, sullo sfondo di una corruzione della classe politica del paese, decise di collaborare con la giustizia favorendo la sua cattura.
Il film Escobar - Il fascino del male racconta la vita del cosiddetto Re della Cocaina, interpretato da Javier Bardem, dall’ascesa criminale all’inizio degli anni 80 fino alla morte nel 1993, passando per gli anni del narcoterrorismo, della lotta contro la possibile estradizione negli USA e del rapporto con la giornalista Virginia Vallejo, che nel film è incarnata da Penélope Cruz (moglie di Bardem dal 2010 nella vita reale).
Escobar - Il fascino del male: la trasformazione di Javier Bardem e l'immagine simbolica dell'ippopotamo
Pasta, birra e cioccolata sono gli alimenti che non mancavano mai nei pasti di Javier Bardem, un attore già di costituzione massiccia al quale mancavano però svariati kilogrammi di grasso per poter raggiungere l'aspetto estetico di Escobar. "Per prepararmi a interpretare Pablo Escobar c'erano due cose su cui concentrarmi: una era l'aspetto fisico e la seconda la voce. Sono stato anche molto incuriosito dal ritmo di Escobar – il modo in cui si muoveva, il modo in cui parlava e il modo in cui guardava, i suoi occhi, la sua voce", raccontava l'attore in occasione della presentazione del film al Festival di Venezia del 2017.
"L'animale preferito di Pablo Escobar è l'ippopotamo, che è l'animale più brutale di tutta l'Africa ed una cosa che mi ha sempre interessato", spiegava Bardem. "Pensate al ritmo di un ippopotamo. Quando cammina, è lento. Non sembra un animale feroce, ma è un killer. Ed è per questo che era l'animale preferito di Pablo, perché anche lui era così. Esteriormente non appariva minaccioso. Si muoveva lentamente, ma in pochi istanti poteva diventare un mostro. Questo è l'aspetto della sua energia. Ero molto interessato a immedesimarmi in Pablo, nel suo io interiore, e a imparare da dove provenisse il suo comportamento".
Era la dualità, la capacità di quella persona di poter essere sia peccatore sia salvatore, che affascinava maggiormente Bardem del suo personaggio. "Volevo esplorare il concetto di bene e male che coesistono nello stesso corpo, quell’equilibrio tra mostro e persona, e fino a che punto l'avidità può portare una persona. E volevo capire come lui fosse capace di così tanta malvagità, pur allo stesso tempo essendo molto amorevole verso la sua famiglia, i suoi amici e la sua gente".
Escobar - Il fascino del male: il lavoro di Cruz e Bardem sui personaggi
"Fin dalla fine degli anni 90 sono stato incuriosito dal personaggio di Pablo Escobar come uomo. Negli ultimi vent'anni mi sono stati offerti diversi ruoli in cui avrei dovuto interpretarl, ma li ho sempre rifiutati proprio perché non invocavano alcun sentimento al di là di un semplice stereotipo criminale. I nostri ritratti di Pablo e Virginia sono molto umani e poco stereotipati e non nascondiamo il loro lato mostruoso" spiegava Bardem riferendosi al lavoro di coppia fatto in insieme alla moglie Cruz. "Cerchiamo di capire le motivazioni dietro le azioni di Pablo e il perché Virginia lo abbia sostenuto all'inizio, e penso che le dinamiche della loro relazione e i diversi aspetti del loro amore, siano cose alle quali le persone oggi possano relazionarsi".
Bardem raccontava dell'approcio ai personaggi, di come non fosse mai trascurato il punto di vista della storia. "Questo film è visto con gli occhi di Virginia, gli occhi di chi ha amato Pablo in quanto essere umano. Il nostro film parla di cosa succede quando le persone attorno a lui alla fine scoprono che tipo di persona è veramente Pablo. Ciò che distingue questa storia dalle altre storie su Pablo Escobar è proprio il rapporto con Virginia Vallejo, la giornalista che era la sua amante, di come la loro unione diventi più che fisica, intellettuale". "È un film che si rivolge al pubblico a un livello personale" continuava l'attore, "siamo tutti umani, eppure tutti noi abbiamo il potenziale per diventare mostri come lui. Il film esplora le relazioni che Escobar ha avuto nella sua vita, cosa che lo umanizza agli occhi del pubblico. Ci sono incredibili momenti di azione ma questa storia parla soprattutto di relazioni: amore, odio, avidità, ambizione, dolore e gioia".
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