No Time To Die, con Daniel Craig al suo sipario nel ruolo di James Bond 007, è stato rimandato più volte a causa del Covid, e l'ultima data ufficiale di uscita è l'ottobre del 2021: nel corso degli ultimi mesi si è spesso parlato del sorpasso dello streaming sulla fruizione in sala anche dopo che quest'incubo sarà finito, con opinioni contrarie o a favore, apocalittiche o più realistiche. Secondo Shawn Robbins, analista di Boxoffice Pro intervistato da Metro.Co.Uk, No Time To Die non risentirà dei ritardi, anzi, potrebbe sul serio diventare la chiave di volta per riavviare il mercato cinematografico. Isoliamo e selezioniamo alcune sue dichiarazioni.
Era già un film altamente atteso, non solo perché è un Bond ma anche perché è l'ultima performance di Daniel Craig in un ruolo che lo ha reso molto popolare per 15 anni. [...] Continua ad attirare l'attenzione a ogni cambio di data e mossa di marketing.[...]
Con gli amanti del cinema che non vedono l'ora di uscire quando questa crisi sanitaria si placherà, potremmo vedere un boom dell'esperienza cinematografica, particolarmente per marchi iconici come James Bond. Come si dice, la lontananza fa bene all'amore.
L'ottimismo è sensato: su Tenet si era fatta un'analoga scommessa purtroppo non vinta, ma bisogna tener presente che Bond è più forte anche dell'autorialità di Nolan, e che soprattutto nello scorso autunno non erano ancora disponibili vaccini. Robbins ad ogni modo affronta anche uno spinoso spettro...
Perché No Time To Die difficilmente si sposterà in streaming
Abbiamo già discusso in passato sul trasloco difficilissimo di una corazzata come No Time To Die su un servizio di streaming, e Robbins non può non toccare l'argomento nella suddetta intervista.
Un'uscita in streaming di No Time To Die potrebbe avere diverse conseguenze negative, non solo per le sale, ma [...] per l'immagine stessa del marchio di Bond. È un brand uscito indenne dalla prova del tempo, [...] è un bastione del cinema, un simbolo importante della cultura pop. [...] Quando esce un nuovo 007 è un evento, le uscite streaming ne devono fare ancora di strada per arrivare a quell'effetto evento tipico dei grandi blockbuster.
Naturalmente anche Robbins sa che la realtà è meno poetica di così, tanto che cita conseguenze finanziarie per uno studio che voglia scaricare un blockbuster sullo streaming: semplicemente, a meno di non avere un servizio proprietario come Disney+, spostare un grosso film su quei canali significa dover richiedere, per rientrare nei costi, cifre esorbitanti che nemmeno Netflix, Amazon Prime Video o Apple TV+ sono disposte a pagare senza remore. Delle sale c'è bisogno. Leggi anche No Time to Die, quanto costa agli studios rimandare le grandi uscite?
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