Per quanto ci riguarda, e l'abbiamo scritto in sede di recensione, Guardiani della Galassia vol. 3 è uno dei migliori film partoriti dai Marvel Studios negli ultimi anni, ma qualcuno negli ultimi giorni in rete sta protestando in una precisa direzione, non tanto artistica quanto educativa: si è abituati a un Marvel Cinematic Universe "per famiglie", ma in effetti il regista e sceneggiatore James Gunn si è preso delle libertà particolari, tenendo presente i consueti paletti della classificazione PG-13... Leggi anche Guardiani della Galassia vol. 3, la recensione dell'ultimo atto a firma James Gunn
Guardiani della Galassia vol. 3 è veramente PG-13?
Guardiani della Galassia vol. 3 di James Gunn è stato distribuito negli Usa con la classificazione di censura PG-13 dalla Motion Pictures Association of America, cioè "consigliata la presenza dei genitori per i minori di anni 13": è una tipica etichetta a maglia larga, che per la maggior parte del pubblico americano identifica un prodotto al quale i figli anche più piccoli di 13 anni, dai 6 in poi, si possono portare o mandare senza remore. In altri casi è stato anche considerato dagli appassionati un limite politicamente corretto a quello che si poteva proporre in un cinecomic, tanto che la libertà di un Deadpool, arrivato al cinema in Nord America come "R - Restricted" (cioè vietato ai minori di 17 anni non accompagnati) è stata accolta come una conquista.
Chi ha visto il terzo Guardiani avrà notato come Gunn abbia ogni tanto sfrontatamente scavalcato questi limiti non perfettamente definiti ma accettati: nel film ci sono torture su animali (rappresentazione però lodatissima dalla PETA), linguaggio colorito (col primo "fuck" nella storia dell'MCU), ambientazioni schifide e il viso scorticato dell'Alto Evoluzionario nel finale. Per il regista sarebbe ordinaria amministrazione, perché lui stesso arriva dagli horror a basso costo della Troma e ha diretto per la concorrenza (alla quale sta per passare come codirettore dei DC Studios) The Suicide Squad - Missione suicida, "Restricted" appunto. Nel mondo Marvel / Disney suona però come uno spiazzante e ribelle coraggio, un allentamento della rigidità, ma anche un piccolo terremoto in un rapporto di fiducia "a scatola chiusa".
Il problema in realtà si è posto più che altro negli USA, dove il "PG-13" rende l'accompagnamento dei genitori facoltativo. In Inghilterra per esempio il simile "12A" obbliga proprio i minori di anni 12 a essere accompagnati, ridimensionando la polemica.
Anche se capiamo la questione sollevata da alcuni genitori, non riusciamo a non vedere in quella maggiore visceralità del film la sua qualità migliore, una convinta esuberanza e passionalità che lo innalza dalla media un po' piatta del MCU nell'ultimo anno.
Comunque vada, le premesse per Deadpool 3 a questo punto sono più rosee, specie per i fan che si preoccupavano per un "trattamento Disney" che potrebbe ridimensionarne la sfacciataggine sbracata.
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