giovedì 25 maggio 2023

Rapito: la parola ai protagonisti del film di Marco Bellocchio in concorso al Festival di Cannes

Che sia merito di una rinnovata vitalità, di una felicità familiare o del costante desiderio di raccontare storie per immagini, sta di fatto che Marco Bellocchio ancora una volta riesce ad essere incisivo, diretto, non retorico e a parlare di religione con lucidità, consapevolezza e nessun intento dogmatico. Lo hanno notato in molti alla settantaseiesima edizione del Festival di Cannes, in primis coloro che lo hanno applaudito per 13 minuti dopo la proiezione ufficiale di Rapito e quanti hanno affollato la sala delle conferenze stampa complimentandosi con il regista.

Presentando Rapito ai giornalisti italiani, Marco Bellocchio ci ha tenuto a dire che si tratta di un film di attori, anzi di grandi attori. Alcuni li ha già diretti, come Fabrizio Gifuni, Fausto Russo Alesi, Paolo Pierobon e Barbara Ronchi. Altri sono alla loro prima volta con l’autore de Il traditore, a cominciare dal piccolo Enea Sala, che interpreta Edgardo Mortara da bambino. Seduti su comode poltroncine bianche nel bianco Italian Pavilion gli interpreti erano in sei e volentieri hanno parlato dei loro personaggi e dei temi scottanti che uno dei tre titoli italiano in concorso affronta.

Rapito: la parola agli attori del film

Fabrizio Gifuni è l'inquisitore Pier Gaetano Feletti

Già protagonista di Esterno Notte nel ruolo di Aldo Moro (e vincitore del David di Donatello 2023 per il miglior attore protagonista), Fabrizio Gifuni interpreta Pier Gaetano Feletti, inquisitore domenicano. È lui che incarica la polizia di strappare il piccolo Edgardo Mortara alla famiglia. L'attore ha cercato di capire le ragioni del comportamento di quest'uomo di fede rigido e immutabile:

Il mio personaggio obbediva non soltanto a delle norme del diritto canonico ma a una fede superiore, cosa che rende questo racconto ancora più terribile e spietato, perché la religione prevedeva che fosse sacrosanto strappare il figlio a una madre, a un padre. E tuttavia con Marco abbiamo fatto un lavoro di sottrazione. L'Inquisizione, nell'800, è infatti molto diversa dall'Inquisizione medievale. Per molti il termine Inquisizione rimanda subito a Giordano Bruno, ai terribili processi, alle grandi efferatezze. Qui invece abbiamo un funzionario dello Stato Pontificio che applica delle norme che, per quanto assurde e distanti da noi possano oggettivamente sembrare, erano quelle che andavano applicate. Se non lo si faceva, si usciva completamente dalla comunità: non c'era possibilità di scelta. Ecco perché abbiamo cercato di concentrarci su un'assenza di luce dallo sguardo. Mi sono chiesto: cosa succede intimamente a una persona che riveste quel ruolo? C'è mai un momento in cui si pensa all'ordine naturale delle cose? Marco rimane nel mistero e ciò mi fa ripetere ancora una volta che la grande contemporaneità del cinema di Bellocchio sta proprio nella totale libertà che si lascia allo spettatore, che si ritrova a fare un'indagine sugli esseri umani. Marco, abbracciando la complessità, combatte la semplificazione di un'epoca in cui siamo costretti ogni giorno a mettere il pollice in giù, insù, a esprimere un giudizio su qualsiasi cosa. Tornando a Pier Gaetano Feletti, è come se si sganciasse qualcosa all'interno di quest'uomo, per cui il corpo si spegne, diventa freddo, perché non c'è più una connessione diretta con l'emotività.

Paolo Pierobon è papa Pio IX

Un altro personaggio fondamentale di Rapito è Papa Pio IX, a cui Edgardo Mortara bambino e poi ragazzo si affeziona in fretta. Lontano dalla famiglia e smarrito, capisce che, per sopravvivere e non lasciarsi andare al dolore emotivo, deve trovare il suo posto nel milieu cattolico. Nel sommo pontefice cerca una guida spirituale, un amico e un genitore. Pio IX ha il volto di Paolo Pierobon:

Pio IX è l’ultimo Papa-Re. Quando lo incontriamo, lo Stato Pontificio si sta sgretolando, andando verso la presa di Porta Pia. Pio IX ha avuto un papato lunghissimo, durato addirittura 31 anni. Ho cercato di immaginare il quotidiano di questo papa, quindi il quotidiano di un uomo con una fibra forte, perché nell'800 morire a 85 anni era davvero insolito. E però Pio IX soffriva di epilessia, quindi mi sono concentrato anche su questa sua battaglia. Poi mi sono documentato sul tipo di esercizi di preghiera dei religiosi dell'epoca  Si svegliavano prestissimo, alle 5:00, per pregare. Era un modo per liberare la testa e prendere decisioni in buona fede, e perfino le decisioni più efferate sono state prese in buona fede, quindi, con personaggio simile, deve esserci una sospensione del giudizio da parte dell'attore.

Fausto Russo Alesi è Momolo Mortara, padre di Edgardo

Per chi ha amato Esterno notte, Fausto Russo Alesi resterà sempre Francesco Cossiga, crucciato, arrabbiato e poi addolorato per il rapimento di Aldo Moro. Straordinario e camaleontico, l'attore è stato fortemente voluto da Marco Bellocchio per Rapito. Il suo ruolo è quello di Momolo Mortara, il papà di Edgardo.

Sono veramente entrato in questa storia tanto tragica per i genitori di Edgardo. L'obiettivo è stato concentrarsi sull'aspetto umano di questa privazione di un figlio. Il padre tenta di non soccombere, è reattivo nonostante il trauma, cerca in tutti i modi di poter riavere Edgardo, e questo mi commuove molto. Per il bene del bambino, il mio personaggio si mette in discussione. Al contrario di sua moglie e di uno dei suoi altri figli, è disposto a scendere a compromessi, e mi sembra una cosa molto bella. Nel momento in cui viene privato di un diritto essenziale, il  suo gettare le armi mi sembra un gesto favvero umano.

Barbara Ronchi è Marianna Mortara, mamma di Edgardo

Barbara Ronchi è reduce anche lei dalla vittoria di un David di Donatello per le sue qualità recitative. Miglior attrice protagonista grazie a Settembre di Giulia Steigerwalt. in Rapito interpreta la mamma di Edgardo Mortara, che non riesce ad accettare che le venga strappato un figlio:

Marianna Mortara, a differenza del marito, in qualche modo vede la possibilità di uscire da questa situazione, come se i tempi fossero maturi per non far reiterare più un simile prelevamento coatto. Credo che passi da una grande rabbia iniziale alla disperazione, perché in fondo sa che questo bambino non tornerà mai più a casa. È come se lo capisse subito. La conversione alla religione cristiana per poter riavere Edgardo aleggia nella storia, ma è una cosa a cui la madre non si concederà mai, perché se ti levano una cosa così importante, ti resta soltanto la dignità della tua storia, delle tue origini, della tua fede.

Enea Sala è Edgardo da bambino

Mentre il cast di Rapito racconta l'esperienza sul set, gli sguardi sono tutti per il dolcissimo Enea Sala, che ha lo sguardo furbetto. Quando tocca a lui parlare di Edgardo, stupisce tutti ripetendo le parole pronunciate da Marco Bellocchio nel ricevere il David Di Donatello per il miglior regista:

Ho iniziato a fare una serie di provini, e la prima volta l'ho fatto così, per divertirmi, ma alla fine è successo che sono piaciuto a Bellocchio per il mio sguardo, ma non ho fatto tanto, però è capitato… e lo accetto.

Leonardo Maltese è Edgardo giovane uomo

A interpretare Edgardo Mortara da giovane uomo è stato chiamato Leonardo Maltese. A lui è toccato un compito non facile, perché non sapremo mai se quella del suo personaggio sia stata vera conversione oppure no. Certamente fu una scelta dolorosa, e questa sofferenza, insieme all'incertezza e a un carattere introverso, hanno comportato all'attore un lavoro attento:

Il personaggio di Edgardo da giovane è molto enigmatico, molto profondo, molto tormentato proprio a causa di ciò che ha dovuto passare da piccolo, quindi ciò che dovevo fare era fortemente influenzato da tutte le scene che ha interpretato Enea e dallo sguardo di Enea. Ho cercato quindi di lavorare sulla sofferenza che può provare questa persona. Non possiamo entrare nella sua testa, non possiamo sapere cosa avesse nell'anima, cosa stesse accadendo nel suo cervello. Noi conosciamo i fatti, sappiamo ciò che è successo anagraficamente, il resto ci sfugge. Ho cercato di prestarmi a questa ambiguità, tentando però di non di dare risposte o soluzioni.

Rapito arriva oggi nelle sale italiane distribuito da 01 Distribution. La sceneggiatura del film è di Marco Bellocchio e Susanna Nicchiarelli in collaborazione con Edoardo Albinati e Daniela Ceselli. Liberamente ispirato al libro Il caso Mortara di Daniele Scalise, è una produzione IBC movie, Kavac Film con Rai Cinema.



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