QUARTA SERATA ANNUALE CURATA DA UGO G. CARUSO E DEDICATA AL TEATRO IN TELEVISIONE.
GIOVEDÌ 4 MAGGIO ALLE ORE 21.30 A RENDE (COSENZA), PRESSO LA SALA "T. SORRENTINO" (VIA G. BRODOLINI, 19) È IN PROGRAMMA "TRISTI AMORI" DI GIUSEPPE GIACOSA, OVVERO DELLA CRISI DELLA FAMIGLIA BORGHESE, IN UNA RIDUZIONE TELEVISIVA DEL 1972 FIRMATA DA ENRICO COLOSIMO ED INTERPRETATA DA CINQUE STRAORDINARI ATTORI: BOSETTI, MORLACCHI, DE FRANCOVICH, CALINDRI E BONAGURA.
Un triangolo amoroso che ha per protagonisti una donna, Emma, e due uomini, amici tra loro ed entrambi avvocati. Uno è il marito della donna, Scarli, un professionista serio e stimato, l'altro, Fabrizio è il suo giovane collaboratore di studio ma è anche l'amante segreto di Emma, cui è legato da peofonda affinità spirituale. I due vivono un rapporto tormentato quando la vicenda si complica vieppiù a causa dei debiti contratti dal padre di Fabrizio, un nobile decaduto, spregiudicatezza e senza scrupoli. L'intreccio si fa più fitto e drammatico... La commedia rappresentata per la prima volta nel 1888, come il successivo "Come le foglie", mette in scena la crisi della famiglia borghese di fine ottocento di pari passo con le inquietudini e le prime delusioni per gli ideali risorgimentali rimasti inattuati. Giuseppe Giacosa, oltr che celebre librettista d'opera, sopratutto per Puccini, fu drammaturgo sottile nella descrizione dei caratteri e abilissimo nella costruzione dell'ordito. La versione televisiva andata in onda il 25 agosto 1972 sul Secondo canale reca la firma di un regista di lungo corso in radio e nel piccolo schermo, Enrico Colosimo, catanzarese d'origine, fiorentino d'adozione, che ha all'attivo una serie di lavori pregevoli, sin dai primi anni della Rai Il motivo di maggior interesse o comunque di richiamo risiede nel cast che vede accanto al solito impeccabile Giulio Bosetti, la bella e sensibile Lucilla Morlacchi, il giovane Massimo De Francovich, divenuto poi attore prediletto da Luca Ronconi e due autentici signori della scena come Gianni Bonagura ed Ernesto Calindri.
Come si sarà intuito, un titolo poco noto quanto rimarchevole nel vastissimo repertorio della prosa televisiva che i telesaudadisti hanno opportunamente deciso di riproporre.
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