giovedì 25 maggio 2017

I pirati dei Caraibi - La vendetta di Salazar

Un'imponente separazione delle acque di biblica memoria, tridenti che liberano dalle maledizioni, mappe astrali vergate nientemeno che da Galileo Galilei, per raggiungere un'isola misteriosa.
Vaghi echi di mitologia religiosa, familiari icone del mito greco, qualche sghemba nota pseudoscientifica, tutto shakerato a dovere, per cercare di far stare su lo scheletro, piuttosto fragile, della classica struttura attanziale sottesa all'esile pretesto narrativo dell'ennesima operazione di marketing targata Pirati dei Caraibi: il protagonista solitario (Jack Sparrow), due fedeli aiutanti - il giovane appassionato e la bella che nasconde un segreto (neanche poi così sconvolgente, ma funzionale via d'uscita per un personaggio storico della saga) - e il cattivo, che più cattivo non si può, Salazar (Javier Bardem), tutti alla ricerca del prezioso oggetto magico.
Misteri poco misteriosi, dialoghi da teatrino dei burattini di Villa Borghese, e tante trovate perfette per un bel parco di divertimenti, gonfiate sullo schermo in un vacuo 3D che non sortisce alcun effetto aumentato della realtà acrobatica messa in scena. A Disneyland da quest'anno non potrà mancare la giostra più ambita dagli stomaci forti: “The Ghigliottina”, mentre non si potrà più andare in giro senza il taccuino con il rubino che si illumina, utile anche come faro posteriore della bici. Di sicuro successo l'attrazione “Rapina alla banca”, sebbene di problematica manutenzione per la rapida usura, data la sua componente itinerante. Personaggi anche gustosi - come la strega interpretata da una Golshifteh Farahani in versione Visitors - lasciati e presi così, come se non ci fosse un domani. Mentre i continui effetti di invecchiamento e ringiovanimento dei personaggi - fatta eccezione per Keira Knightley, imbalsamata nel sorriso ammiccante di uno spot di profumi - hanno lo stesso effetto plastilina utilizzato all'epoca, ma con la dovuta dose di ironia, da Zemeckis in La morte ti fa bella.
Qui, i personaggi con connotati stravolti dal tempo, dal trucco e dalle eventuali concrezioni marine da fondo dell'oceano - l'eternamente dimesso Orlando Bloom e il giovane sosia (impossibile capire quanto in carne e ossa e quanto ricostruito al digitale) di Johnny Depp - appaiono rigidi e mesti, forse nell'intima consapevolezza di quanto si assottigli lo spazio interpretativo di un attore quando la tecnologia, ridotta a manutenzione da giostraio, congela il talento espressivo in una vaga – e farsesca, nel caso di Depp - memoria di sé.

Regia: Joachim Roenning, Espen Sandberg; fotografia: Paul Cameron; montaggio: Rodger Barton, Leigh Folsom Boyd; musica: Geoff Zanelli; interpreti: Johnny Depp, Kaya Scodelario, Orlando Bloom, Javier Bardem, David Wenham, Brenton Thwaites, Kevin McNally, Geoffrey Rush, Golshifteh Farahani, Paul McCartney, Stephen Graham, Mahesh Jadu, Adam Brown, Angus Barnett, Martin Klebba, Giles New, Keira Knightley, Delroy Atkinson, Juan Carlos Vellido, Bruce Spence, Justin Smith, Bryan Probets, Alexander Scheer, Michael Dorman; produzione: Walt Disney Pictures, Jerry Bruckheimer Films; distribuzione: Walt Disney Pictures; origine: USA, 2017; durata: 153'



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