Romeo e Callisto stanno sempre insieme, vivono sulle rive meno nobili del Tevere, nel centro di Roma che più centro non potrebbe essere. Addirittura sulle sponde in cui il suo mito si è generato, attraverso due loro antenati, i gemelli Romolo e Remo. In fondo lo sono anche loro fratelli, così come i D’Innocenzo bros, addirittura gemelli, che hanno accolto un’idea che l’artista Trash Secco aveva avuto da una quindicina d’anni e scritto una sceneggiatura per il suo esordio nel lungometraggio di finzione. Bassifondi è stato presentato nella sezione Freestyle della Festa del Cinema di Roma.
Gabriele Sili e Romano Talevi sono Romeo e Callisto, due senzatetto che si muovono per Roma. Sotto e sopra. Sono fisicamente e caratterialmente opposti, vivono di espedienti, in continua ostilità con la società, “creano situazioni di costante conflitto. Immersi in una spirale discendente di follia negativa, il loro rapporto cambia quando Romeo si ammala e Callisto lo accudisce dimostrando il suo profondo affetto”.
Bassifondi, un titolo suggestivo e ben esplicativo dell’universo messo in scena da Francesco Pividori, in arte Trash Secco. “Un film che è nato da una comunità d’intenti”, ha raccontato incontrando la stampa alla Festa di Roma. “È un racconto che scrissi quindici anni fa, un sogno che non sapevo bene come mettere in scena. Realizzarlo è sempre rimasto un tabù, ero in dubbio se farne un documentario o metterlo in scena con un’altra modalità. La collaborazione con i fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo ha agevolato la decisione, hanno presentato la mia idea all’agenzia per cui lavoravano. A quel punto è iniziata la fase produttiva, abbiamo lavorato in maniera tradizionale, con una produzione dietro. Ma per me fino a cinque anni fa sarebbe stato indie, magari finanziato con un crowdfunding. Ero aperto a tutto”.
Il punto di partenza, il “detonatore” come lo chiama Trash Secco, è stato “il rapporto con mio fratello, il sentimento che provo nei suoi confronti, ma anche verso i miei amici. Quella forma di amore platonico con quello che in questo caso diventa la condivisione di avventure. Chi più di loro, che oltretutto sono addirittura gemelli, può capire un sentimento di questo genere. Il contesto ha aiutato a costruire degli espedienti narrativi, delle astrazioni che hanno traportato nel film sentimenti biografici e personaggi di fantasia”.
La collaborazione a tre, Trash Secco e D’Innocenzo, è nato con un messaggio su Facebook, come ricordano i gemelli. “Ci scrisse li canovaccio della storia di due amici fraterni che si perdevano o si erano già persi in una lenta invisibile scomparsa. Da quel momento ci siamo scritti ogni due mesi circa e quando abbiamo avuto un piccolo potere lo abbiamo portato nella nostra agenzia. È accaduto tutto con naturalezza, ci hanno poi offerto la possibilità di scriverlo. Ci siamo parlati in cinque o sei ore in vari giorni. Ci siamo riletti Fame di Knut Hamsun per ritrovare quella disperazione. Trash Secco conosce le grazie degli ultimi e la malinconia dei primi. Grazie a questo frequenta il basso senza paura, senza guardare dall’alto come fanno in molti, in cui percepisci la loro distanza. All’inizio non ci stava simpatico, pensavamo fosse l’artista che passa le giornate a non fare niente. Poi abbiamo avuto conferma che era vero, e lo amiamo proprio per questo. Preferiamo lavorare con esordienti, piuttosto che con autori che hanno già una maniera consolidata di vedere le cose. Altrimenti si rischia il papocchio come con la nostra sceneggiatura portata poi al cinema da Wilma Labate in La ragazza ha volato. Sulla carta era meraviglioso, poi l’abbiamo trovato deludente”.
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