Era ancora un neonato, il cinema. Una nuova arte nata nella vecchia Europa e diventata vera impresa sulle colline di Hollywood all’alba del Novecento, il secolo della tecnologia, della presa d’atto della possibilità di applicare la rivoluzione del progresso a una società sempre più interessata a un consumo di massa. Una rivoluzione nell'elaborazione delle storie, di quella narrazione nata intorno a un fuoco che seduce l’uomo da sempre.
Proprio gli anni pionieristici del cinematografo, dalle origini alla Seconda guerra mondiale, sono al centro del ricco saggio di Federico Di Chio, sulla storia del cinema americano in Italia. È infatti inusuale, e particolarmente interessante, il punto di vista e l’argomento dell’indagine. Non il boom di Cinecittà che ospita l’Entertainment americano, ma “anzitutto la vicenda industriale e politica di Hollywood nel nostro paese” nei primi decenni del secolo, come non era mai stata raccontata.
Il cinema americano in Italia, industria società e immaginari, dalle origini alla Seconda guerra mondiale, edito da Vita e Pensiero, è un volume di Federico Di Chio - docente alla Cattolica e già ai vertici di Medusa e Mediaset - è nobilitato da dati inediti e documenti riservati, conservati presso archivi governativi e privati, sia italiani che americani. Il libro affronta tre ambiti di analisi indipendenti, ma intrecciati.
“Quanti film sono stati importati e quali? Come sono stati selezionati? Chi li ha prodotti e chi li ha distribuiti? Come si è evoluta nel tempo la quota di mercato del cinema americano? Quali case americane avevano una filiale diretta e quali invece si sono appoggiate a distributori locali? Quali modelli commerciali hanno adottato? Come si sono mossi gli Studios nei riguardi delle varie autorità del regime: i funzionari della censura, i ministri e i responsabili della cinematografia, il Duce stesso?
In che misura, insomma, Hollywood si è presentata ‘a braccetto’ con Washington nel coltivare le relazioni istituzionali nel nostro Paese? All’ambito industriale e politico si lega strettamente quello sociale e culturale. Che impatto ha avuto la cinematografia americana sui quadri valoriali, sul costume e sull’immaginario degli italiani, in anni tanto cruciali per il percorso di modernizzazione dell’Italia? Infine i film. Quali film americani hanno avuto un particolare successo e perché? Che effetto hanno sortito, con i loro racconti, i loro personaggi, i loro interpreti, le loro immagini memorabili, sull’immaginazione, la memoria, la coscienza, ma anche l’inconscio, degli spettatori italiani? E quale influenza hanno avuto sul cinema di casa nostra e i suoi autori?”
Un esame approfondito e una prospettiva inedita, capace di coltivare un amore diventato ossessione, quello dei cinefili duri e puri, ma anche di incuriosire gli appassionati di storia, del percorso culturale della fruizione sociale del cinema come arte. Un simbolo e una sintesi dell’evoluzione dell’Italia in decenni cruciali, ma anche lo specchio di una relazione intensa come quella con l’America, in senso metaforico oltre che reale.
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