lunedì 4 luglio 2022

Italia 1982, una storia azzurra: il trailer ufficiale del documentario sul quell'indimenticabile Mundial

Sarà che ho una certa età e che la mia generazione è quella che ha inventato la nostalgia. Sarà che sì, certo, c'è stato il 2006, con però quello sgradevolissimo incidente tra Zidane e Materazzi. Sarà che il Tango ancora lo vendono, e col Super Santos è il pallone da strada per eccellenza.
Fatto sta che il Mundial del 1982 è qualcosa di speciale per me come per milioni di italiani, anche più giovani di me. Un Campionato del Mondo, quello giocato in Spagna, che è entrato nella leggenda per tanti motivi, che non solo solo l'urlo di Tardelli, la pipa di Bearzot, i gol di Paolo Rossi e l'esultanza incontenibile di Sandro Pertini.
A spiegare, raccontare, ricordare quel mondiale, e i suoi protagonisti, arriva ora il documentario che s'intitola Italia 1982, una storia azzurra, di cui di seguito trovate trailer ufficiale e la lunga dettagliata sinossi. Presentato in anteprima al Festival di Taormina la scorsa settimana il film sarà nei cinema come evento solo l'11, il 13 e il 13 luglio, distribuito da Vision Distribution.
Una produzione Stand By Me e Vision Distribution, in collaborazione con Sky, Italia 1982, una storia azzurra è prodotto da Simona Ercolani, per la regua di Coralla Ciccolini e la direzione artistica di Beppe Tufarulo, con la partecipazione di Marco Tardelli, Bruno Conti, Claudio Gentile, Fulvio Collovati, Dino Zoff, Giancarlo Antognoni, Franco Selvaggi, Beppe Dossena, Beppe Bergomi, Cinzia Bearzot.


“La partita è come un pezzo di jazz.
Tu che dirigi fai in maniera che i singoli interpreti si adattino di volta in volta
al pezzo da suonare, così come alla partita da giocare.
Ma sempre in funzione dell'assolo del solista, perché è quello che mette i brividi
ed è grazie a quello che si vincono le partite.”
(Enzo Bearzot)
 
Alla vigilia del Mondiale ‘82, l’Italia è in preda a una crisi economica, sociale e politica. Terrorismo, mafia, droga, disoccupazione e persino il terremoto affliggono un paese privo di punti di riferimento, se non quello rappresentato dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Gli italiani – divisi come non mai – navigano nella tempesta, ma hanno bisogno di una scintilla di speranza.
In quel momento, la nazionale di calcio è lo specchio del Paese. Gli Azzurri e il loro allenatore, Enzo Bearzot, sono visti con diffidenza, come una compagine rabberciata di giovani inesperti e campioni al tramonto, un gruppo di perdenti con un bomber designato – Paolo Rossi – che è appena uscito da due anni di squalifica per calcio scommesse.
La nazionale ha tutti contro sin dalle convocazioni: i giornalisti, la Federazione, i tifosi. E prima il ritiro di Alassio e poi quello di Pontevedra in Spagna sono uno stillicidio, sia per i giocatori sia per il Commissario Tecnico Bearzot.
Freddo, glaciale, asciutto e deciso, il vecio Bearzot si pone quasi come un padre per i suoi 22 calciatori, che decidono di seguire unicamente la sua voce come fosse quella del loro generale. Anche quando – dopo le prime tre deludenti partite del Mundial – la situazione precipita rovinosamente e la squadra rischia l’eliminazione.
È da qui che ha inizio il documentario: nel momento in cui ogni speranza sembra perduta e una bufera mediatica si abbatte sugli azzurri.
Il documentario si snoda tra interviste ai protagonisti e immagini d’epoca inedite: vecchi u-matic ritrovati in archivi locali, fotografie rarissime e mai viste prima di Giuseppe Mantovani, che ritrasse la squadra durante il ritiro pre-mondiali. Immagini e foto che restituiscono un racconto esclusivo dei giorni presso la Puerta Del Sol di Alassio, il luogo storico dove il viaggio verso il mondiale ha avuto inizio, mostrando i nostri Azzurri in una veste insolita e molto intima. Altre foto straordinarie sono arrivate dall’archivio La Presse, con il cui contributo sono stati ritrovati i rullini del fotografo Cesare Galimberti, tra cui si nascondevano molti scatti di Daniele Massaro, autorizzato da Bearzot a scattare foto inedite degli Azzurri a bordo campo. Per il calcio giocato, sono stati scelti dagli archivi della FIFA i ‘rushes’, cioè le immagini più sporche con punti di vista inediti delle azioni della Nazionale.
 Il racconto del Mondiale – con le partite, gli allenamenti, le polemiche, il tempo libero – si alternerà così alle vicende dei giocatori e del Paese. Vedremo i nostri protagonisti diventare più forti e compatti ogni giorno di più e sconfiggere via via ogni avversario. Scopriremo i segreti dello spogliatoio ma anche cosa si nascondeva nei pensieri e nelle vite dei ragazzi in quei giorni: problemi, preoccupazioni, tormenti vissuti nell’occhio del ciclone. E in silenzio.
Quel silenzio che viene squarciato da un urlo nella notte madrilena dell'11 luglio 1982: a urlare è Tardelli, all’unisono con tutti gli italiani. Gli anni ’70 finiscono davvero, quando gli azzurri alzano la coppa di questo Mondiale vinto da soli contro tutti e con il merito di scuotere un Paese.
Con le loro gesta i calciatori del 1982 non cambieranno solo i loro destini, ma ispireranno anche le azioni di un’intera generazione con un insegnamento profondo e imperituro: si può eccellere anche in mezzo a grandi difficoltà.



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