Uno slasher che sembra uguale a tanti altri, ma non lo è. Quantomeno perché dopo una partenza da premesse radicate in territori conosciuti spiazza nella seconda parte. Un horror estivo nel senso nobile del termine, X A Sexy Horror Story, che diverte e fa saltare qualche volta sulla poltrona del cinema, è in uscita in sala il 14 luglio per Koch Media.
Siamo nel 1979, quando un gruppo di giovani e ambiziosi filmmaker decide di realizzare un film per adulti nel Texas rurale. Ma quando la solitaria coppia anziana che li ospita scopre la natura del set, il cast si trova a dover lottare per la propria sopravvivenza. Non riescono a sopportare, i due anziani, l’arrivo di questa nuova generazione che si comporta più liberamente di come loro abbiano mai potuto o anche solo immaginato.
Lo ha diretto e scritto Ti West, uno degli autori horror più indie e personali degli ultimi tempi. La giovane protagonista del film nel film, Maxine, è interpretata da Mia Goth, così come l’anziana, Pearl. “Grazie all’aiuto della Weta, i maestri degli effetti speciali”, come ha dichiarato il regista. “Ho incontrato Mia molto presto, non sapeva all’inizio che era questa la mia idea. Abbiamo discusso della ragazza, poi le ho detto che avrei voluto che fosse la stessa attrice a interpretarle entrambe. Ha fatto una lunga pausa in cui le sue sinapsi erano in pieno movimento. Poi mi è bastata la sua faccia per capire che avrebbe ucciso per farle lei. Ho sempre pensato a Pearl e Maxine come a personaggi differenti che fossero però la stessa persona. Il che permette riflessioni tematiche sul gran lavoro di Mia e degli effetti speciali, che emergono quando magari alla fine del film ti accorgi che sono interpretate dalla stessa persona”.
X ha già un prequel, anche se la sceneggiatura è stata scritta da Ti West prima di decidere di realizzarlo. Ma è già pronto, visto che i due film sono stati girati uno dopo l’altro. "Quando abbiamo girato X avevo già scritto il prequel. Se li vedi entrambi hai una visione arricchita, ma puoi senza problemi vederli individualmente come storie separate. Vengono aggiunti elementi del retroterra della protagonista, la rendono più tridimensionale. Diciamo che se non avessi realizzato un prequel tutto quel materiale sarebbe rimasto utile per la documentazione di Mia Goth sul suo personaggio. Non volevo il film fosse kitsch o sembrasse un omaggio al cinema horror, doveva sembrare davvero di trovarsi in quegli anni, altrimenti sarebbero stati dei tizi in abiti di scena. Finti. Ho cercato di evitare la prevedibilità nelle azioni dei vari personaggi, facendoli corrispondere a un ruolo codificato nei film horror, ma di analizzare come avrebbero agito partendo da una loro analisi profonda. Il pericolo dell’eccesso fa parte del gioco in questi casi, ognuno ha un suo limite personale. È sempre divertente giocare con elementi come sesso e violenza”.
Un film nel film, con l’intenzione di raccontare come sia folle realizzare una pellicola indipendente. Come ha detto Wi West, “Non hai tempo, soldi, ma devi farlo comunque. Inizialmente pensavo che un horror sarebbe stato troppo 'meta', mentre un porno avrebbe funzionato, con la sua relazione simbiotica a livello di genere: sono sempre degli outsider che lavorano a basso budget, in maniera totalmente indipendente e senza alcuna assistenza da parte del sistema di Hollywood, ma riescono comunque a trovare un pubblico. Realizzare un film mi sembrava una maniera efficace per mostrare al pubblico come fare una cosa che dovrebbe risultare erotica è in realtà ridicola quando la si gira. Il processo di realizzazione di un film, insomma, è molto diverso rispetto a quando quel film lo vedi. È stata l’occasione poi di far avvicinare un pubblico moderno al cinema un po’ più di quanto accada di solito, far pensare come sia fico”.
X racconta il tempo che passa, il contrasto speculare fra due generazioni lontane. “Non volevo che il mo slasher avesse un “cattivo” umanizzato”, secondo West. “Non volevo che fosse visto con simpatia, ma almeno compreso, che non fosse soprannaturale. Tutti hanno una crisi esistenziale invecchiando. È una paura universale che mi sembrava attuale, che passando gli anni mi colpisce anche direttamente. Mettendo al centro questi giovani, molto liberi, che negli anni Settanta si facevano di droghe girando film per adulti in contrasto con altre persone che hanno superato quell’età. Quando sei giovane pensi che quando sarai più vecchio finalmente potrai ottenere quello che vuoi, non sarai più bloccato nella tua gioventù senza nessuno che si cura di te, ma quando diventi più vecchio non vuoi fare altro che tornare indietro nel tempo e rifarlo di nuovo. Un punto di partenza universale, con un cattivo horror che non avete mai visto prima".
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