Il film Un'altra scatenata dozzina con Zach Braff e Gabrielle Union, da oggi su Disney+ per tutti gli abbonati, è il nuovo adattamento sotto forma di lungometraggio del romanzo semiautobiografico Cheaper by the Dozen (1948) di Frank B. Gilbreth Jr. & Ernestine Gilbreth Carey, già portato sullo schermo nel 1950 in Dodici lo chiamano papà e nel 2003 con Una scatenata dozzina, interpretato da Steve Martin. Nella conferenza stampa Braff, Union e la regista Gail Lerner hanno raccontato l'esperienza e il nuovo approccio al materiale, accompagnati dai coprotagonisti Erika Christensen e Timon Kyle Durrett.
Un'altra scatenata dozzina, i nuovi messaggi e l'efficacia eterna della storia
Un'altra scatenata dozzina racconta della famiglia Baker, una vera "azienda" difficile da gestire, perché comprende due genitori (Zach Braff e Gabrielle Union) e dieci figli, tra quelli avuti dai due e quelli dai loro precedenti matrimoni (con i personaggi interpretati da Erika Christensen e Timon Kyle Durrett).
Ma quanti temi si possono toccare in una commedia di questo tipo? Più di quanti si possa pensare.
Secondo Gabrielle Union, "Si esplorano le barriere tra co-genitori, si mostra come diventino fluide." Zach Braff è rimasto sinceramente stupito: "Non ti aspetti tanti spunti in una commedia per famiglie, nel copione c'erano conversazioni che suonavano proprio vere. La Disney ne ha fatti di passi avanti! Ci sono anche discorsi su depressione, disabilità, identità sessuale..."
Non è una sorpresa per la regista Gail Lerner: "Lavoriamo sull'importanza della rappresentazione, devi mostrare le cose come stanno. Una famiglia tutta di persone bianche non riflette la realtà, poter mostrare una famiglia americana attuale è una bella occasione." Gabrielle rincara la dose: "Tutti hanno una famiglia o ci sono nati, che ti piaccia starci o che tu voglia fuggire! Queste famiglie allargate sono la norma, se usi la parola 'tradizionale' vuoi solo far vergognare chi sopravvive."
E le situazioni umoristiche rappresentate hann forti radici in questa realtà, come sottolineano Braff ed Erika Christensen: "C'è sempre quell'equilibrio tra lavoro e genitorialità, il film naturalmente porta tutto all'estremo, ma molti si immedesimano. [...] Ho tanti amici che cercano di far funzionare situazioni multigenitoriali, i figli arrivano prima di tutto, ci si dice: proviamo a trovare un terreno comune per loro e in nome dei vecchi tempi. E poi mi piace che si basi su una storia vera: far funzionare dieci figli... mi fa pensare che i miei due siano sufficienti!" Timon Kyle Durrett nel film è un ex che cambia la sua prospettiva sul mondo: "Il mio personaggio deve diventare umile. L'ego può essere una trappola. Non sei al centro del mondo. Lui non è solo un bastardo a tutto tondo."
Un'altra scatenata dozzina e gli scatenati bambini
Per quanto il cast adulto sia costituito da commedianti di comprovata esperienza, affrontare i minorenni "scatenati" coprotagonisti (scelti dopo un casting durato un anno!) era una sfida non da poco persino per loro. Si può improvvisare in questo contesto? In "modo controllato", come spiega ridendo Braff: "Provi a improvvisare, ma il punto è che non puoi svaccare cone in Scrubs in materiale che non sia per famiglie. Comunque alcuni bambini reagivano! Ognuno di loro ha un proprio sense of humour. Bisognava tirarlo fuori! Prima di girare i bambini non solo non si conoscevano tra di loro, non conoscevano nemmeno me che dovevo fare il loro papà! Era dura. Una volta aspettavamo un ciak con Leo [A. Perry, interprete di Luca, ndr], abbiamo parlato un po', poi poco prima di girare la scena mi fa: è stata una bella chiacchierata, Zach! [ride]"
La regista spiega come si sia arrivati a questo risultato: "Ho chiesto nel piano di produzione giorni solo per far giocare i bambini e farli legare, non sono come gli adulti professionisti." La cosa ha avuto risvolti utili per Braff, che confessa di aver sfruttato i bambini per alcuni settaggi del suo smartphone: "Ho imparato tutto su Tik-Tok, ne sono ossessionati!"
Non che non siano mancati momenti difficili. Braff racconta che un giorno dovevano girare una scena con loro stessi (i quattro adulti), tutti i bambini e anche due cani sul set! Zach, che ha esperienza di regia, non ha dubbi: "Quel giorno mi son detto: meno male che non ci sono io a dirigere!" Ciò non toglie che gli attori avevano con la regista la co-responsabilità di tenere sotto controllo i piccoli: "Devi essere un genitore quando i veri genitori e i tutori si allontanano dal set per il ciak. Però lasciavo a Gab il ruolo della "poliziotta cattiva", io facevo il buono, perché non ho figli, nella vita faccio solo lo zio!"
L'atmosfera non ha fatto alcuna paura a Durrett: "Riesco a relazionarmi col caos, in casa mia eravamo duemila persone. È stato un tuffo nella nostalgia per me. Tra i bambini mi sentivo tipo Hagrid di Harry Potter, il copione mi era piaciuto subito e me l'ero immaginato proprio com'è il film finito."
Un'altra scatenata dozzina: altre difficoltà
Girare Un'altra scatenata dozzina durante la pandemia di Covid-19 è stato impegnativo ma anche rasserenante. "Era complicatissimo col Covid, anche perché c'erano i bambini" - racconta Zach Braff - "Allo stesso tempo sei anche grato di avere del lavoro da fare, in un momento difficile, ma sono difficoltà ti formano. Io dopo le riprese mi sono reso conto di non aver mai visto la regista in faccia!" Union conferma: "È stato bellissimo vedere altre persone nella vita reale. Ti senti finalmente libero, non vedi l'ora di creare questo legame."
Però forse non è stato il Covid lo scoglio più grande: il film prevedeva un'esibizione hip-hop da parte di Braff e Durrett! "Sono venuti due ballerini e ci hanno fatto vedere come dovevamo muoverci. E noi dopo: ma volete che NOI facciamo QUELLO? Controfigureeeee!"
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