Dopo aver annunciato in passato il ritiro dalla regia, non solo Steven Soderbergh è ancora in attività, ma dal 2019 a oggi ha diretto ben 5 film (il quinto,.il cyber thriller Kimi, sta per uscire in streaming su HBO e il sesto, Magic Mike's Last Dance, è in pre-produzione), con budget ridotti ma con molte idee e ottimi cast. In passato ha anche diretto film di un certo impegno, come Traffic (per cui ha vinto l'Oscar), Erin Brokovich, Solaris, Che e Ocean's Eleven), ma non ha mai espresso interesse per i cinecomic e il motivo, come ha rivelato in un'intervista al The Daily Beast, è molto semplice.
Soderbergh e quegli asessuati supereroi
Al Daily Beast Steven Soderbergh ha detto che non gli è mai stato proposto di dirigere un cinecomic, ma anche che non si è mai offerto di scriverne o dirigerne uno. I motivi a ben guardare sono semplici:
Non sono uno snob, non penso che siano di livello inferiore, ma ha a che fare col posto che uno occupa nel suo universo di narratore. Sono troppo legato alla terra per lasciarmi andare in un universo in cui non esiste la fisica newtoniana (ride). Ho una mancanza di immaginazione in quel senso e questo è il motivo per cui l'unico esperimento che ho fatto con la fantascienza pura (Solaris, ndr) era essenzialmente un dramma di personaggi, incidentalmente ambientato su una nave spaziale. Inoltre, per molti di questi film, perché possa comprendere il mondo e come scrivere o supervisionare la scrittura del soggetto e dei personaggi - a parte il fatto che posso distorcere il tempo e sfidare la gravità e sparare razzi dalle dita - non si scopa. Nessuno scopa! Io non so come raccontare alla gente come ci si comporta in un mondo che non esiste... l'universo fantastico spettacolare, a quanto ne so, in genere non implica molto sesso. E poi ci sono cose tipo "ma chi paga queste persone? Per chi lavorano? Come è nato questo lavoro?".
Intendiamoci: Soderbergh non vuol dire che nei film di supereroi dovrebbero esserci scene di sesso, ma semplicemente che lui è così legato alla naturale logica umana da non credere di saper rappresentare quei mondi. Ci sembra, la sua, una posizione molto saggia: se non ci credi, non li puoi raccontare.
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