Quello diretto da Ken Loach nel 2009 è solo il più celebre (e il più sfacciato nell'omaggiarlo) dei film interpretati dal calciatore francese, simbolo del Manchester United degli anni d'oro.
Non serviva essere dei grandi appassionati di calcio per sapere chi fosse Éric Cantona negli anni Novanta. Dal 1992 al 1997 il francese è stato uno dei simboli più incisivi e riconoscibili del Manchester United dell'era Alex Ferguson, un leader in campo e fuori grazie alla sua personalità debordante, il suo anticonformismo, il suo indiscutibile carisma.
La maglia rossa numero 7 del Man U, il colletto alzato con un'arroganza tanto sfrontata che era impossibile non suscitasse della simpatia, i suoi gol, i suoi dribbling e i suoi assist, ma anche quel calcio volante in stile kung fu sferrato a un tifoso del Crystal Palace a bordo campo, che suscitò clamore e scandalo in tutto il mondo, e che gli costò la nazionale francese, nove mesi di squalifica e 120 ore di servizi sociali, anche se quel tifoso era un neofascista che lo stava prendendo di mira con frasi razziste.
A contribuire alla leggenda di King Eric, come era stato soprannominato dai tifosi dei Red Devils, anche la conferenza stampa che convocò dopo quell'incidente, nella quale pronunciò unicamente queste poche parole (con anche una deliberata pausa per bere dell'acqua pizzata diabolicamente dopo le prime tre), probabilmente riferite all'atteggiamento morboso degli stessi media che aveva convocato:
Quando i gabbiani seguono il peschereccio, è perché pensano che verranno gettate in mare delle sardine. Grazie molte.
Il video di quella conferenza stampa, guarda caso, è mostrato alla fine dei titoli di coda di Il mio amico Eric, il film diretto da Ken Loach nel 2009 e presentato in concorso al prestigioso Festival di Cannes, che non è solo un film nel quale, con toni assai più leggeri del solito, Loach affronta molti dei suoi temi abituali, ma anche quello in cui lo fa a partire dalla mitologia di Cantona e del suo status di icona del calcio e non solo. Con la presenza sullo schermo dello stesso King Eric.
Ritiratosi dal calcio giocato nel 1997, Cantona si è infatti dedicato non solo al ruolo di commentatore sportivo molto sui generis (basti pensare alle pillole video che realizza per Eurosport, che sono esilaranti e istrionici momenti di spettacolo), ma anche a quello di attore.
Già durante i mesi di squalifica Cantona aveva scambiato il campo da calcio con il set cinematografico, interpretando il ruolo di un rugbista nella commedia di Étienne Chatiliez La felicità è dietro l'angolo.
Libero da impegni sportivi, nel 1998 Cantona recita in ben due film: il primo è Elizabeth, nel quale è Monsieur de Foix, un ambasciatore francese alla corte della regina Elisabetta; il secondo è una commedia si intitola Mookie, e lo vede nei panni di un pugile che, col fratello missionario, deve cavarsi d'impaccio da una situazione incresciosa in Messico.
Da quel momento in avanti, King Eric non ha mai smesso di recitare, dimostrando che la sua faccia tosta e la sua spavalderia funzionano benissimo anche al cinema, e mostrando anche di possedere sfumature attoriali che probabilmente in molti ritenevano insospettabili, e di non saper fare solo il duro in thriller come Le Deuxième souffle o The Salvation.
Ne sono un esempio film come I ragazzi del Marais di Jean Becker, Le roi du monde di Laurent Laffargue, e soprattutto i due film girati da Cantona con il bravissimo Sébastien Betbeder, uno dei migliori giovani talenti francesi, che si intitolano Marie et les naufragés e Ulysse & Mona, entrambi visti in Italia solo grazie al Torino Film Festival di Emanuela Martini.
Rimane il fatto che Il mio amico Eric rimane in questo momento il più conosciuto dei film interpretati da Cantona, nel raccontare la storia di un postino in crisi che troverà il modo di raddrizzare la sua vita privata e professionale grazie al materializzarsi di fronte a lui di uno spirito guida incarnato nel suo idolo sportivo. Non c'è bisogno di specificare chi sia quest'idolo, suppongo.
Meglio segnalare, per i fan di Cantona, che proprio da pochi giorni è andata in onda in Francia su Arte una miniserie televisiva intitolata Dérapages, libero adattamento del romanzo di Pierre Lemaitre "Lavoro a mano armata", nella quale King Eric - protagonista assoluto, e alla sua prima esperienza in una serie per la tv - interpreta il ruolo di Alain Delambre, un ex dirigente provato da anni di disoccupazione e da nuove umiliazioni in fabbrica che, quando un'importante azienda sembra interessarsi a lui per un lavoro, ne fa di cotte e di crude pur di ottenere il posto, con risultati disastrosi e rischiosissimi per sé e la sua famiglia.
Speriamo di poterla vedere presto anche da noi.
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