Dopo Divorzio all'italiana, Germi scelse nuovamente la giovanissima Stefania come protagonista del suo film, rendendola definitivamente una delle grandi protagoniste del cinema italiano.
Usciva all'inizio del 1964 nel nostro paese Sedotta e abbandonata, il film di Pietro Germi che rappresenta la seconda parte di una trilogia composta dal precedente Divorzio all'italiana e dal successivo Signore & Signori. E, come già in Divorzio all'italiana, Germi scelse come protagonista del suo film la giovanissima Stefania Sandrelli, lanciandone definitivamente la carriera.
Sedotta e abbandonata: la trama del film
In Sedotta e abbandonata Stefania Sandrelli è Agnese, una ragazza siciliana sedotta dal fidanzato della sorella, Peppino, che la mette incinta. Don Vincenzo, il padre della ragazza esige un matrimonio riparatore, ma il seduttore rifiuta, sostenendo che il rapporto è stato consensuale. Dopo mille insistenze, un finto rapimento e una conseguente "fuitina", il matrimonio verrà celebrato e le apparenze verranno rispettate.
Ancora una volta, dopo Divorzio all'italiana, Germi propone una storia dove si raccontano con toni grotteschi e ironici un perbenismo di facciata e un senso dell'onore fasullo che - come dimostrerà il successivo Signore e Signori - non era affatto limitato alla realtà siciliana dove i primi due film di questa sua trilogia sono ambientati.
A scrivere il film con Germi furono Age e Scarpelli e Luciano Vicenzoni, che con il regista aveva già lavorato in Il ferroviere, e che scriverà anche Signore & signori.
Stefania Sandrelli: giovanissima nuova musa del cinema italiano
Nata nel giugno del 1946, Stefania Sandrelli non aveva nemmeno 18 anni quando girò Sedotta e abbandonata. Il suo esordio nel mondo del cinema era arrivato quando, appena quindicenne, esordì nel film di Mario Sequi Gioventù di notte, cui seguirono a strettissimo giro Il federale di Luciano Salce, nel quale recitava al fianco di Ugo Tognazzi, e appunto Divorzio all'italiana, che invece vedeva Marcello Mastroianni come protagonista maschile.
Germi vedeva in lei il fascino potente e disarmante dell'innocenza che, mescolato alla sua bellezza fisica, risultava irresistibilmente seducente: ciò nonostante, così come aveva fatto nel rfilm precedente, anche in questa occasione farà doppiare la Sandrelli da Rita Savagnone.
Dopo l'uscita di Sedotta e abbandonata un giornale francese definì la giovane attrice "colei che turba senza svestirsi" e si augurava che avrebbe rinnovato con la sua freschezza il cinema italiano liberandolo dalla "dittatura di Gina e Sophia", che ovviamente erano la Lollobrigida e la Loren.
Ai tempi delle riprese Stefania Sandrelli era già impegnata nella relazione con Gino Paoli, dalla quale proprio nel 1964 nacque la figlia Amanda. Si racconta che durante le riprese di Sedotta e abbandonata dei giornali riportarono - con l'aggiunta di particolari ritenuti "piccanti" - dell'amicizia un po' troppo intima stretta dalla Sandrelli con un giovane di Sciacca, dove c'era il set. Paoli si precipitò quindi in Sicilia, e dopo qualche incomprensione tra i due a trionfare fu nuovamente l'amore.
Sedotta e abbandonata: il poster del film
Sedotta e abbandonata: premiato in Italia e all'estero
Sedotta e abbandonata venne presentato al Festival di Cannes del 1964, dove Saro Urzì, che interpretava il ruolo del padre di Agnese, venne premiato come miglior attore. Urzì vinse anche il Nastro d'Argento, così come il non protagonista Leopoldo Trieste (interprete del barone Rizieri), il produttore Franco Cristaldi e i quattro sceneggiatori. Due i David di Donatello vinti dal film: quello a Pietro Germi come miglior regista, e quello a Cristaldi come produttore.
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