venerdì 24 aprile 2020

L'altra donna del Re: la storia vera di Enrico VIII e Anna Bolena fra sesso e ambizione


Un affresco in costume che ricostruisce una delle più celebri vicende private della corte britannica che portò allo scisma dalla Chiesa di Roma.

Il cinema sarà anche verosimile, almeno in teoria, e non ambisco alla verità, ma una bella storia che viene dal nostro passato non manca mai di intrigare sceneggiatori, registi e poi spettatori. La si imbelletta con lo stigma della "storia vera" e poi via di licenze poetiche, ben volentieri accettate da chi si diverte, come noi spettatori, a vedere scenari di sesso, intrighi di corte, seduzione e indecenze varie.
Poche storie hanno fatto discutere storici e riviste di gossip come la relazione fra re Enrico VIII e Anna Bolena. Ma l'elemento nuovo che inserisce il film L'altra donna del re, diretto nel 2008 da Justin Chadwick, è la presenza di The Other Boleyn Girl, come dice il titolo originale: di un'altra Bolena, la sorella di Anna. Allora il triangolo diventa doppio, se non un quadrilatero.

L'altra donna del re, un intrigo di letto che scatenò uno scisma

Siamo nel 1500 alla corte di re Enrico VIII (Eric Bana), sposato per le consuete ragioni dinastiche con Caterina d’Aragona. Non per molto però, perché i piani di una famiglia di campagna sono precisi. I genitori e lo zio educano le due figlie, Anne (Natalie Portman) e Mary (Scarlett Johansson), di cognome Boleyn, a trasferirsi a corte come damigelle della regina, con l'obiettivo di sedurlo a giovamento della famiglia. Sinceramente coinvolta è Mary la prima a avvicinarsi al re, ne diviene l'amante e nasce addirittura un figlio illegittimo.

Ma la sorella, non proprio spinta da sentimenti nobili, non accetta la resa e trama alle spalle della moglie e dell’amante, riuscendo a farsi sposare e diventare Regina d’Inghilterra. Vittime collaterali la ormai ex moglie Caterina e la religione cattolica, visto che Enrico VIII, non accettando il mancato via libera del papa per il divorzio, opta per uno scisma con la Chiesa Cattolica romana, diventando capo della Chiesa anglicana. È solo l’inizio di uno dei film con il maggior tasso di sorprese, cattiverie e capovolgimenti di schieramento nel cinema in costume recente

La storia ci insegna però che anche Anne farà una brutta fine, nonostante le suppliche proprio della pura e sincera sorella, che nonostante tutto si spenderà per salvare la testa di Anne, incapace di dare un erede maschio alla corona d’Inghilterra. A dirla tutta non andò proprio male, perché quella femminuccia che Anne partorì, Elizabeth, divenne poi la quinta e ultima sovrana della dinastia Tudor, è passata alla storia come la Vergin Queen, uno dei sovrani migliori della storia del regno.

Oltre a Eric Bana, Scarlett Johansson e Natalie Portman, il triangolo al centro del film, nel cast ci sono anche Jim Sturgess e Mark Rylance, zio e padre delle sorelle Boleyn, con la madre interpretata da Kristin Scott Thomas. Ci sono anche, prima che diventassero noti e in ruoli minori, Benedict Cumberbatch, Andrew Garfield e Eddie Redmayne. Nel film ci sono miriadi di imprecisioni storiche. Come si diceva, sono licenze che rendono verosimile e non vero questo come tutti i film. Se volete divertirvi cercateli, altrimenti godetevi in serenità lo spettacolo.

La storia vera di Anna Bolena

Se è passata alla storia con il nome italianizzato, parliamo come detto di Anne Boleyn, nata nel 1501 e morta nel 1536 nella Torre di Londra, tristemente decapitata dal marito non proprio contento del matrimonio e dell’assenza di un pargolo maschio. Alla fine è stata regina consorte d’Inghilterra e d’Irlanda solo dal 1533 al 1536. In gioventù ha vissuto in Francia, per poi tornare direttamente a corte nel 1522, dove si fece notare per il suo magnetismo e le sue capacità seduttive.

Presto arrivò anche al sovrano Enrico VIII, rendendosi però insopportabile a corte per la sua supponenza e arroganza. Il re iniziò ad avere altre donne, in attesa dell’erede maschio, dopo che Anne aveva dato alla luce a una femmina, Elizabeth. Nel 1534 ebbe un aborto, due anni dopo a un bambino maschio nato morto. L’inizio della fine. Una fazione a lei rivale a corte, pare guidata dal celeberrimo Thomas Cromwell, facilitòla sua messa in stato d’accusa, fu rinchiusa alla Torre di Londra e poi condannata alla decapitazione.



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