giovedì 23 aprile 2020

L’immortale: nel film, l’incredibile storia vera di un fuorilegge con un’anima


Jean Reno è il protagonista assoluto di L'immortale, un film che racconta il viaggio fra morte e rinascita.

La realtà e la finzione giocano a rincorrersi nel cinema da sempre, un balletto talvolta lineare, altre poco probabile. In fondo, come si suol dire, spesso la realtà supera la finzione, e per poter scrivere "tratto da una storia vera" molti produttori farebbero carte false.
Pensiamo a un film del 2010, intitolato L'immortale e diretto da Richard Berry, che se fosse nato dalla mente fantasiosa di uno sceneggiatore sarebbe stato considerato poco verosimile. Invece no, invece è davvero ispirato a una storia vera.

L'immortale, quando la realtà supera la finzione

Il è infatti l'adattamento di un romanzo di Franz-Olivier Giesbert, giornalista e scrittore franco-americano, il cui libro più noto dalle nostre parti è lo spassoso La cuoca di Himmler, pubblicato da Rizzoli. Giesbert nel 2007 si ispirò alla storia vera di Jacky Imbert, uno dei maggiori esponenti della mafia marsigliese, un vero e proprio padrino locale, sopravvissuto in maniera inverosimile a un brutale attentato in un parcheggio di Marsiglia nel 1977.

Nel film il protagonista è diventato Charly Mattei (Jean Reno), un uomo che ha definitivamente voltato pagina rispetto a una vita precedente da fuorilegge. Vive da tre anni lontano dalla criminalità, in maniera pacifica e consacrata alla moglie e ai suoi due figli.
Nonostante questo, in una mattina d'inverno viene dato per morto nel parcheggio del vecchio porto di Marsiglia, con nel corpo una scarica di 22 proiettili. Contro ogni speranza e verosimiglianza, non muore, ma si risveglia nel pieno dell'atmosfera marsigliese, consueto scenario francese per storie di criminalità.

Uscendo dall'ospedale, Mattei ha la brutta sorpresa che dietro al suo tentato omicidio ci sia il suo ex compare Tony Zacchia (Kad Merad), ma decide che, in onore alla sua scelta di non delinquere più, di non cercare vendetta. Almeno fino a che non uccidono un suo amico, per convincerlo a lasciare Marsiglia. Un ruolo l'avrà anche la giovane ispettrice di polizia Marie Goldman, interpretata da Marina Fois.

A quel punto L'immortale diventa uno delle tante storie di vendetta raccontate dal cinema di genere francesi negli ultimi anni. Una storia, dal budget di 18 milioni di dollari, con tutte le caratteristiche del brand EuropaCorp e del suo fondatore e mentore, Luc Besson. 2 milioni e 30 mila spettatori hanno visto il film nei cinema di tutto il mondo, di cui la metà in patria.

Jean Reno è diventato celebre naturalmente per Leon, diretto proprio da Besson, e il suo Mattei nel film L'immortale ha in comune con quel personaggio l'abitudine di "non toccare le donne o i bambini".



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