giovedì 23 aprile 2020

Il Toronto Film Festival 2020 pioniere dei grandi eventi cinematografici in digitale?


La manifestazione canadese, molto diversa dai grandi festival europei come Cannes e Venezia, sembra avviata a un’edizione 2020 virtuale e si sta avventurando in territori inesplorati.

Il Toronto Film Festival 2020 sembra ormai aver preso una rotta precisa, forse l’unica possibile vista la pandemia che ancora flagella il Nord America, quella dell’evento virtuale, in digitale, o almeno ibrido. Un territorio inesplorato, che stanno studiando intensamente in ogni aspetto, da veri pionieri, almeno per un evento delle dimensioni enormi del festival canadese, sia in termini di pubblico che, soprattutto, di industria cinema. È una vetrina ormai imprescindibile, in coppia negli ultimi anni con Venezia, per lanciare le campagna Oscar dei principali film della stagione autunnale e invernale.

Dalle parti di Toronto parlano di un “avanti tutta”, come riporta Variety, senza che sia ben chiaro cosa preveda questo invito e a chi sia rivolto. Come detto, non esistono precedenti o protocolli su come comportarsi in caso di pandemia e sarà complicato sistemare come niente fosse un evento che si svolge a inizio settembre, pochi giorni prima della fine di Venezia, con un programma monstre di 300 film. Al contrario di altre manifestazione cancellate, a Toronto vogliono andare avanti e proporre qualcosa per le solite date, con buona probabilità sarà un’edizione ibrida, con proiezioni nelle sale, per l’occasione riempite rispettando le distanze di sicurezza, e  buona parte degli eventi, proiezioni e incontri solo online.

“Il rinvio non è decisamente una possibilità sul tavolo adesso come adesso. Rispetto a quello che sappiamo, le cose potrebbero peggiorare a ottobre e novembre, se ci sarà una seconda ondata”, ha detto la direttrice esecutiva Joana Vicente. “Sappiamo che molte persone non potranno venire dalle varie parti del mondo, sarà una versione modificata. Provvederemo a un distanziamento sociale nelle sale, magari non sarà proprio di un metro, ma forse ci sarà un posto libero fra le persone”.

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L’industria ha bisogno del mercato di Toronto, sostengono da quelle parti, specie dopo la cancellazione di molti eventi del settore previsti in primavera ed estate.

“Sono stati tutti collaborativi per farci vedere quello che volevamo”, ha detto il direttore artistico Cameron Bailey, dimostrando una notevole decisione. “Stiamo prevedendo un festival con il pubblico e una forte componente industry. Dobbiamo essere capaci di presentare un film alle persone che sono interessate a comprarlo nel proprio paese e a chi è interessato a scriverne come i giornalisti e i critici. Ci porta a pensare quale sia il DNA del nostro festival. Cosa stiamo offrendo? Che sia l’eccitazione per l’esperienza dal vivo o l’esposizione che ottieni dai media per aver ottenuto un invito al festival, o l’opportunità di vendere a potenziali distributori; tutte queste cose. Come possiamo continuare a offrire questi elementi chiave alla gente che ci presenta i propri film? È su questo che stiamo lavorando”.

Probabile immaginare almeno un ridimensionamento nel numero dei film presentati. 



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