La cucina francese incontra i sapori indiani in una commedia di cui vi sveliamo qualche gustoso ingrediente.
A ben quattordici anni di distanza da Chocolat, Lasse Hallström torna a parlare di prelibatezze culinarie o "guilty pleasure" nella commedia Amore, cucina e curry, dove gli ingredienti si moltiplicano e la cucina indiana si mescola a quella francese in un esperimento fusion da leccarsi i baffi. La vicenda si svolge in un'amena località del sud della Francia, dove una numerosa e rumorosa famiglia indiana apre un ristorante chiamato Maison Mumbai. A trenta metri dal pittoresco locale, c'è un raffinato ed esclusivo ristorante francese, Le Saule Pleureur, diretto dalla trés chic Madame Mallory, che ovviamente non gradisce né la concorrenza né il profumo penetrante dei cibi dei vicini. I protagonisti di Amore, cucina e curry sono Helen Mirren, Manish Dayal, Om Puri e Charlotte Le Bon. Il film è tratto dal romanzo di Richard C. Morais "The Hundred-Foot Journey" e gli illustri, anzi illustrissimi produttori sono Steven Spielberg e Oprah Winfrey.
Amore, cucina e curry: Oprah Winfrey e Steven Spielberg, fra amici a 4 zampe, dita mozzate e primi appuntamenti
Oprah Winfrey e Steven Spielberg avevano già lavorato insieme, anche se non in veste di produttori, nel lontano 1985. Il film era Il colore viola, di cui il secondo era il regista e la prima una delle interpreti, nel ruolo di Sofia. Spielberg era stato diverse volte ospite dello show della Winfrey e in quelle occasioni entrambi avevano espresso il desiderio di tornare a collaborare. Poi è arrivata la sceneggiatura di Steven Knight e il sodalizio è stato stretto. Per Steven il copione aveva una scrittura cinematografica mentre per Oprah Amore, cucina e curry era il perfetto film da primo appuntamento romantico, perché, dopo averlo visto, qualunque coppia sarebbe uscita dal cinema talmente affamata da fiondarsi immediatamente al ristorante. Inoltre il film, con i 30 metri che separano il ristorante francese da quello indiano, rappresentava per entrambi i produttori il viaggio che ognuno di noi deve compiere, al di fuori della propria confort-zone, per avvicinarsi a un'altra persona. Steven Spielberg ha suggerito Helen Mirren come interprete di Madame Mallory ed è stato felicissimo di avere a bordo Lasse Hallström perché La mia vita a quattro zampe è uno dei suoi film preferiti così come Chocolat. Per lui nessuno come il regista danese era in grado di catturare i dettagli.
Una volta iniziate le riprese, Oprah Winfrey è andata sul set, mentre Spielberg è rimasto a casa e ogni sera guardava i daily. Però non si sentiva tranquillo: temeva che qualcuno gli telefonasse per dirgli che un attore si era affettato un dito tagliando qualche alimento.
Il romanzo che ha ispirato il film
"The Hundred-Foot Journey" è il romanzo d'esordio dello scrittore americano Richard C. Morais, che lo ha pubblicato nel 2010. Il sogno nel cassetto dell'autore è sempre stato fare l'attore, per potersi fingere qualcun altro. Così, quando ha cominciato a scrivere il libro da cui è tratto il film, ha immaginato di essere il giovane protagonista, che veniva da un paese molto diverso dagli Stati Uniti e faceva un mestiere che con carta e penna non c'entrava nulla. Un certosino lavoro di documentazione ha fatto il resto. La fonte di ispirazione del personaggio di Madame Mallory è stata sua nonna, una tipica W.A.S.P. implacabile con chi non rispondeva alle sue aspettative. Elegante e brillante, aveva però un lato spirituale che, durante la vecchiaia, aveva finito per addolcirla. Richard C. Morais è un appassionato di cibo e, prima di mettere mano al romanzo, ha frequentato le cucine di celeberrimi ristoranti di Londra e New York, armandosi di pentole e mestoli solo nel Sugar Club di Londra.
Un vero chef sul set: dall'India e da New York con amore
Per rendere Manish Dayal e Charlotte Le Bon due cuochi credibili, Oprah Winfrey e Steven Spielberg hanno voluto sul set un cuoco di prima classe, l'indiano Floyd Cardoz, che per 5 giorni, insieme ad altri 8 chef, ha dato lezioni di cucina al cast. L'uomo, diventato executive chef del rinomato ristorante indiano newyorchese Tabla, ha preparato personalmente i manicaretti che si vedono in Amore, cucina e curry, mescolando piatti francesi alla tradizione indiana e non prima di aver valutato attentamente quali cibi potessero avere una buona resa sul grande schermo. Il risultato del suo sforzo sono state numerose portate che la troupe e il cast potevano mangiare a fine giornata. Cardoz, che si è divertito a lavorare per il cinema, è rimasto un po’ sconcertato dalla quantità di cibo che è stata inevitabilmente sprecata. Lasse Hallström, maniacale com'era, non si accontentava certo di un solo ciak, e alcune scene sono state girate addirittura 12 volte. Floyd Cardoz aveva incontrato lo scrittore Richard C. Morais proprio al Tabla e gli aveva spiegato i trucchi del proprio mestiere. Leggendo il romanzo tempo dopo, aveva trovato molti punti in comune fra la storia che raccontava e la sua vicenda personale. Come il personaggio interpretato da Manish Dayal, che nel film impara i segreti della cucina francese ma non si distacca dai sapori del suo paese d'origine, Cardoz aveva tentato esperimenti di cucina fusion in un ristorante francese, che tuttavia non si trovava in Francia ma a New York. Erano i tardi anni Ottanta.
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