"Dio? Quale Dio...? Questo é il paradiso della locusta, della lucertola, del serpente. É la terra della lama e del fucile. É un paese senza Dio...! E, se ci pensate, lo stesso che ha creato me e voi, ha creato anche il serpente a sonagli...e questo non ha alcun senso."
Frank Griffin
Nel mezzo di uno dei vari flashback che tratteggiano il rapporto padre-figlio tra il bandito Frank Griffin (un infernale Jeff Daniels, pistolero dannato dal carattere imprevedibile) e il suo protetto Roy Goode (un convincente Jack O'Connell), l'uomo confessa al giovane pistolero che la famiglia sará per lui, e cosí per tutti, la sua ancora di salvezza per sopravvivere in un mondo spietato. In un secondo momento, lo stesso Roy dichiarerá alla protettiva Alice (Michelle Dockery, donna ribelle dal carattere tempestoso) a proposito del figlio avuto da uno stupro per mano di un gruppo di indiani, che ”arriva un momento in cui i figli devono staccarsi dai propri padri”. Due scene staccate, in episodi diversi, legate da un fil rouge di essenziale importanza per comprendere il senso di Godless, miniserie prodotta da Steven Soderbergh e ideata dallo stesso assieme allo sceneggiatore Scott Frank (Logan – The Wolverine, Io & Marley, The interpreter, Minority Report), ennesimo piccolo grande capolavoro targato Netflix.
La serie rispolvera gli amati stilemi del western classico (il pistolero in fuga, la vendetta, l'odio razziale) come strumenti per narrare una storia che, supportata dal famigerato format di casa Netflix (stavolta si contano sette episodi, alcuni lunghi meno di un'ora, altri addirittura di un'ora e venti minuti), non avrebbe problema alcuno a esser riproposta su grande schermo: il protagonista (uno dei tanti, almeno) della storia é l'uomo in fuga Roy Goode che, dopo aver tradito il bandito-padre adottivo Frank Griffin e averlo derubato di un ingente bottino, capita accidentalmente nei pressi della cittadina di La Belle, popolata da sole donne, quasi tutte vedove a causa di un terribile incidente nel cuore della miniera nella quale lavoravano i rispettivi mariti, mentre gli unici uomini ancora in vita sono lo sceriffo Bill McNue (Scott McNairy), deriso dalla comunitá perché incapace di adempiere con successo al suo dovere, quando in realtá sta solo perdendo la vista da quando sua moglie é morta, e il giovane vicesceriffo Whitey (Thomas Brodie-Sangster), ragazzo ingenuo, ma fenomenale pistola alla mano (restano sullo sfondo, invece, un vecchio oste e qualche anonimo avventore); il misterioso Roy viene accolto dalla dura Alice nella sua fattoria, nella quale vive isolata con suo figlio Truckee (Samuel Marty) e la saggia nonna Iyovi (Tantoo Cardinal) e tra i quattro si instaurerá un legame davvero speciale, corroborato da complicitá, affetto e sinceritá. Ma Frank Griffin e la sua sanguinaria banda di assassini non si dará pace finché non avrá ottenuto la sua vendetta nei confronti di Roy...
Soderbergh e Frank, coadiuvati alla sceneggiatura da Carlos Barbosa e David J. Bomba, focalizzano lo show non sul tanto celebrato tema della vendetta, piuttosto é loro intento mettere a fuoco sfaccettature e variazioni di un teorico (e poi pratico) nucleo famigliare: tutti i protagonisti in Godless sono uomini o donne che non hanno piú famiglia, sottratta per pura e insensata violenza come quella di Frank Griffin (terrificante il racconto dello stesso che, a distanza di tempo, é ancora tormentato da incubi notturni), spezzata a causa di una morte prematura come quella dello sceriffo McNue, deficitaria come quella di Alice, impossibilitata dalle circostanze ad avere accanto a sé un marito che funga da padre per il giovane e innocente Truckee, o ancora quella mancante al volenteroso Whitey, o a tutte quelle spazzate via dall'incidente della miniera, fino alla stessa famiglia agognata da Roy, ma irraggiungibile perché persa in un passato triste e nebuloso.
A marcare l'inadeguatezza dei protagonisti e le cicatrici che ognuno porta sul proprio corpo o dentro di sé, Frank e Soderberg riescono a caratterizzare ognuno di loro in maniera indelebilmente allegorica: se, come detto, McNue accusa l'abbassamento della vista e la perdita della sua ombra (riuscito alla perfezione il rapporto-siparietto con un indiano nomade e il suo cagnolino creduti morti, che lo pedinano fino al momento della rivalsa), Frank perde il braccio sinistro giá alla sua prima apparizione (si scoprirá per colpa dello stesso Roy), mentre il giovane e audace Whitey non ha cura della sua igiene e vive come un bambinetto da solo in una sporca stamberga, cosí come risalta il deficit del giornalista A. T. Grigg (Jeremy Bobb) che, lasciato dalla moglie e ferito dalla stessa, ha l'occhio destro che lacrima in continuazione...
Insomma Godless deposita sulle spalle provate dei suoi protagonisti una storia nient'affatto complessa dal punto di vista narrativo, se non nell'evoluzione/involuzione dello spessore psicologico ed emotivo dei protagonisti stessi. Uomini e donne dannati e lasciati soli, quasi non piú in grado di amarsi l'un l'altro, feriti nell'orgoglio da un destino crudele e aspro, come le aridi distese desertiche o le fitte boscaglie popolate da pellerossa letali come serpenti a sonagli; uomini e donne che (soprav)vivono con la speranza di poter scorgere una nuova alba, con un ghigno beffardo a storcerne le labbra riarse, consapevoli che la morte non dará loro l'opportunitá di muovere un secondo passo dall'uscita di casa (in questo senso é spiazzante la dipartita di Whitey, sicuramente uno dei migliori personaggi dello show, volenteroso ma ingenuo, ai limiti della caricatura, ma dolcemente inadatto in questo scorcio di mondo); uomini e donne alla ricerca di pace e rivalsa, raggiungibili non grazie a spargimenti di sangue, ma attraverso la ricostruzione di valori morali perduti, di un focolare spento, della fioritura di un nuovo e necessario bisogno di potersi concedere ed affidare all'altro.
In una terra senza Dio, che riecheggia e richiama in modo esplicito la selvaggia nostalgia di John Ford e il romanticismo e la violenza cari a Sam Peckinpah e Sergio Leone, le signore di La Belle e i disperati uomini alla deriva e in balia di un beffardo passato, ritrovano calore e sentimenti nelle piccole cose, tra le pieghe di lettere appassionate, alla luce di lanterne mentre vengono impartite lezioni di lettura, o tra una battuta di caccia e una di pesca come solo un padre e suo figlio possono condividere, imparando ad addomesticare una mandria di cavalli selvaggi, costruendo nuovi edifici, chiodo su chiodo, asse dopo asse, ma comunque lontani dalle pistole. Perché il mondo, questo mondo, non ha bisogno di un altro scellerato che sappia impugnare una pistola. Lo aveva giá detto John Ford in Sentieri selvaggi: chissá cosa avrebbe sacrificato l'eroico e malinconico Ethan Edwards per poter varcare quell'accogliente e irraggiungibile soglia di casa.
(Godless); genere: western, drammatico; sceneggiatura: Scott Frank, Steven Soderbergh, Carlos Barbosa, David J. Bomba; stagioni: 1; episodi prima stagione: 7; interpreti: Jack O'Connell, Michelle Dockery, Scoot McNairy, Merritt Wever, Thomas Brodie-Sangster, Tantoo Cardinal, Kim Coates, Sam Waterston, Jeff Daniels; produzione: Netflix; network: Netflix (U.S.A., 22 novembre 2017), Netflix (Italia, 22 novembre 2017); origine: U.S.A., 2017; durata: 60' per episodio; episodio cult prima stagione: 1x04 – Fathers and sons (1x04 - Padri e figli)
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