venerdì 27 ottobre 2017

“La spiaggia”, monologo sull'incomunicabilità e la caparbietà femmina.

Lei è fra le attrici romane più seguite degli ultimi anni, non solo al cinema, ma anche in radio e TV.
Lui è uno degli autori teatrali più apprezzati d'Italia e rappresentato anche all'Estero. Lo spettacolo che unisce Paola Minaccioni e Luca De Bei era fra i più attesi della stagione, nella capitale. Resterà in cartellone al Cometa fino al 12 novembre.

La spiaggia è una storia tutta al femminile, di uomini se ne sente solo parlare da Irene - la Minaccioni. Gli uomini mancano proprio, non ci sono neanche in foto. E non sempre “escono di scena” per loro libera scelta: questo uno dei messaggi lanciati dal testo di Luca De Bei. Comunque, anche a volerli eliminare in toto, continuerebbero a vivere nel subconscio delle figlie o delle ex lasciate, la psicanalisi è spietatamente lucida nel ricordarcelo. Sicuramente il divano di un terapista avrebbe facilitato il superamento di questo complesso di Edipo. Il teatro, intanto, ce lo illumina con un bell'occhio di bue (lavoro efficace di Marco Laudando).

Il testo di Luca De Bei è evidentemente un dramma, con sfumature ironiche, a tratti amare.
Questo perché Irene, la bambina che, vistasi abbandonata dal padre all'età di 5 anni, lo ha ricercato nel suo primo marito, è una storia di facile immedesimazione. Ci si rivede in Irene non tanto per la ferita subita, quanto per il dolore causato dal non-detto: l'incomunicabilità che Irene vive e rappresenta è tipica delle (non)relazioni degli ultimi anni, è tanto diffusa quanto dannosa.
Irene pagherà per tutta la vita lo scotto di domande mai o mal poste, restando come la sua spiaggia, sola, apparentemente uguale a se stessa, aperta all'in-finito. Le scene minimaliste di Dario Dato aiutano molto, con l'azzurrità che predomina nel continuum cielo-mare, dando un forte senso di contiguità spazio-temporale. Anno dopo anno, infatti, Irene ritorna sulla stessa spiaggia dove trascorreva le domeniche col padre: si comporta come la marea, ciclicamente risolleva interrogativi a cui ha tentato di rispondere autonomamente (sbagliando).
Suo padre ha abbondato sé e sua madre? Suo padre ha preferito un'altra donna a sua madre? Suo padre l'ha mai ascoltata? Suo padre l'ha mai amata? Suo padre è capace di amare?
La spiaggia si presenta, quindi, come luogo metaforico e fisico di questa ricerca. E' il teatro degli incontri con il padre, dei giochi infantili, dei sogni adolescenziali, delle esperienze più adulte. Nella staticità delle scene, fondamentale è l'apporto di Lucia Mariani che riesce a sottolineare il passaggio da un'età all'altra della protagonista sfruttando alcuni dettagli dei costumi: un fermacapelli, gli occhiali da sole, un cappello, una fascia.

Risultato totale soddisfacente. Buona la prova d'attrice della Minaccioni, che in molti conoscono principalmente per il registro comico. Il testo non è facile, ma aiuta a capire le donne, e a capirsi.
Per uomini attenti e donne forti.

La spiaggia; Regia e drammaturgia: Luca De Bei; scene: Dario Dato; costumi: Lucia Mariani; Luci: Marco Laudando; interpreti: Paola Minaccioni; Produzione: Erretiteatro30; Teatro della Cometa fino al 12 novembre



from Close-Up.it - storie della visione http://ift.tt/2yQ2RT5

Nessun commento:

Posta un commento