giovedì 27 ottobre 2016

Formia (LT), 30 ottobre: presentazione del libro 'Come seme sotto raffiche d'inverno', di Alessandro Izzi, nell'ambito della rassegna 'Incontri e Racconti'

Domenica 30 ottobre alle ore 18:00 presso la sala del Teatro Bertolt Brecht di Formia (Via delle Terme Romane), per la rassegna “Incontri e Racconti”, appuntamento con la Storia.

Sarà, infatti, l'occasione di presentare - a ingresso libero fino a esaurimento posti - nella forma nuova di un quasi-spettacolo, il libro “Come seme sotto raffiche d'inverno” (QUI la recensione di Close Up) di Alessandro Izzi, pubblicato quest'anno da Giovane Holden edizioni.

Preceduto da una riflessione sul libro del prof. Giovanni Spagnoletti (Università di Tor Vergata Roma), "L'ultima luce" prevede una suggestiva successione di brani di interviste video a testimoni diretti dello scempio lasciato dalla guerra nel territorio tra Formia e Gaeta, di letture tratte dal testo e di brani musicali dal vivo.

I testimoni intervistati per l'occasione sono Gennaro Aceto, Luigi Cardi, Aurelio Izzi e Dario Silvestri.

La drammaturgia che ne risulta, nata da un'idea di Maurizio Stammati, direttore artistico del collettivo formiano intitolato al grande drammaturgo tedesco, replica amplificandola la polifonia interna al testo di Izzi che è, lo ricordiamo, una raccolta di nove racconti ambientati tra il '43 e il ‘45 che eleggono a protagonisti le donne, i bambini e tutti coloro che dovettero subire gli orrori di una guerra che non potevano capire per davvero.

Come afferma infatti Anton Giulio Onofri, nella sovracitata recensione: “A Izzi sta a cuore il destino dei tanti ragazzini, costretti a crescere anzitempo rispetto a quanto previsto in natura, perché travolti da eventi di portata infinitamente più grande di loro; delle tante madri costrette tra spaventose difficoltà a tenere insieme con la loro sacrale centralità di angeli del focolare le redini di tutta la famiglia, dal più piccolino al più anziano; di quegli sfortunati che, quando non della vita, sono stati privati della dignità e dell'onore, condannati pertanto a non mai dimenticare qualcosa che è impossibile perdonare”.

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