Oltre a Christopher Lambert ricordiamo la storia del personaggio e gli attori che hanno interpretato Tarzan dal muto fino ad Alexander Skarsgard.
Tra le innumerevoli versioni cinematografiche e televisive delle avventure di Tarzan, la più fedele all'origine del personaggio, come raccontato nel 1912 dal suo creatore Edgar Rice Burroughs, è quasi sicuramente Greystoke – La leggenda di Tarzan, Il signore delle scimmie, in cui nel 1984 Hugh Hudson ha diretto Christopher Lambert, scelta perfetta di un attore bilingue, che rispecchia, come vedremo, quanto raccontato nel libro. Ma le avventure del ragazzo selvaggio allevato dalle scimmie e diventato re della giungla, al cinema e in televisione, ne hanno fatto uno dei personaggi più popolari di sempre, tanto da aver meritato la sua prima italiana nel 1951, con l'irresistibile Totò Tarzan, seguita dall'indimenticabile "America' facce Tarzan!" di Alberto Sordi in Un giorno in pretura. Nel film di Hudson Jane Porter è interpretata da Andie MacDowell e il mentore di Tarzan, D'Arnot, da Ian Holm.
L'origine di Tarzan
Il personaggio nasce nel 1912 ad opera del prolifico scrittore americano Edgar Rice Burroughs, noto anche come autore delle avventure di “John Carter da Marte”. In tutto i romanzi, fino al 1966, sono 24, seguiti da molti altri, alcuni dei quali autorizzati e altri apocrifi, visto che dai primi anni Sessanta in America i diritti sul personaggio sono scaduti, anche se il nome è ancora protetto da copyright. La storia raccontata nel primo libro vede i nobili inglesi Lord John Clayton di Greystoke e la moglie naufragare sulle coste dell'Africa equatoriale nel 1888. Stabilitisi nella giungla diventano genitori di un figlio, John Clayton II, che rimane presto orfano e viene viene adottato all'età di un anno dalla scimmia Kala, che lo chiama Tarzan, ovvero pelle bianca nel linguaggio delle scimmie. Ancora bambino, Tarzan scopre la capanna dei genitori, dove trova foto e libri e impara a leggere l'inglese anche se – non avendolo mai ascoltato – non sa parlarlo. Sopravvissuto dopo una terribile lotta con un gorilla, il ragazzo cresce e diventa un esperto cacciatore, suscitando la gelosia del leader della tribù, Kerchak, che lo attacca e viene ucciso: Tarzan diventa così il re delle scimmie. Quando ha 18 anni, sulla costa naufraga un altro gruppo di persone, tra cui la diciannovenne Jane Porter, la prima donna bianca che Tarzan abbia mai visto. Nel gruppo c'è anche il cugino di Tarzan, William Cecil Clayton e un ufficiale francese, D'Arnot, che insegna il francese e le buone maniere al ragazzo selvaggio. Reinserito nella società, il giovane dovrà fare una scelta importante.
I Tarzan del muto: Elmo Lincoln e gli altri
Il primo Tarzan cinematografico arriva solo 6 anni dopo la pubblicazione del libro di Burroughs, nel 1918, con due film muti: Tarzan of the Apes e The Romance of Tarzan, seguiti nel 1921 da un serial in 15 parti, The Adventures of Tarzan, tutti interpretati da un attore dal petto poderoso, Elmo Lincoln. Si chiamava in realtà Otto Elmo Linkenheit e fu lanciato dal regista D.W. Griffith che gli offrì diversi ruoli nei suoi film. Diventò Tarzan per pure caso, quando, allo scoppio della prima guerra mondiale, l'attore scritturato, Stellan Windrow, ufficiale riservista, venne chiamato in servizio. I film di Tarzan furono un successo enorme, tra i primi a superare il milione di dollari al box office. A fargli concorrenza con scarso successo furono nel 1920 The Revenge of Tarzan, con il pompiere Gene Pollar al suo unico film e il serial in 15 capitoli The Son of Tarzan: qua a indossare i panni del protagonista fu l'hawaiano Kamuela K, Searle, costretto a indossare una buffa parrucca per l'incipiente calvizie. Nel 1927 uscì anche Tarzan and The Golden Lion, dove il protagonista, per la prima e unica volta, fu James Pierce, che l'anno successivo sposò la figlia di Edgar Rice Burroughs e dal 1932 al 1936 interpretò con lei Tarzan e Jane in un serial radiofonico.
Il Tarzan più celebre: Johnny Weissmuller
Nel 1928 venne realizzato un serial, Tarzan the Mighty, interpretato da Frank Merrill e considerato perduto. Nel 1935 uscì un altro serial in 12 capitoli, The New Adventures of Tarzan, con Herman Brix. Nel 1933 un altro nuotatore olimpico, Buster Crabbe, interpretò per una sola volta il personaggio in Tarzan l'indomabile. Ma nel frattempo il personaggio aveva trovato il suo interprete ideale nello statuario Johnny Weissmuller, vincitore di cinque medaglie d'oro olimpiche nel nuoto, nato nell'ex impero austroungarico ma diventato a tutti gli effetti un campione americano. Alto un metro e 91, con un fisico possente, Weissmuller iniziò nel 1932 col film RKO Tarzan, l'uomo scimmia. Incarnò il personaggio fino al 1948 (l'ultimo film fu Tarzan e le sirene). La sua Jane più popolare fu Maureen O'Sullivan. Nei film di Weissmuller, il re delle scimmie se la vedeva non solo con creature feroci, ma anche con mostri e creature mitologiche. Fu in quei film che nacque il celebre urlo di Tarzan: per alcuni dietro c'era il cantante d'opera Lloyd Thomas Leach, e la sua voce sarebbe stata mescolata col ringhiare di un cane, l'acuto di un soprano, una nota di violino sulla corda del sol e il verso di una iena registrato al contrario. Ci sono molte altre spiegazioni fantasiose, ma Weissmuller rivendicò sempre come suo il famoso e potente urlo di Tarzan.
Il Tarzan più bello: Lex Barker
Prima di, e poi in contemporanea con Gordon Scott, Tarzan viene interpretato da un attore che supera i suoi concorrenti di ben 2 centimetri: è alto un metro e 93 ed è bellissimo: è Lex Barker, discendente da un'illustre famiglia del Rhode Island che scandalizza i suoi - che lo disconoscono - scegliendo la carriera di attore. Nel 1949 viene scelto come successore di Weissmuller dalla RKO ed esordisce nel ruolo di Tarzan in Tarzan e la fontana magica, al fianco di Brenda Joyce. Seguono altri 4 film: l'ultimo, del 1953, è Tarzan e i cacciatori d'avorio, dopo di che il bel Lex si dedica ad altre pellicole. Anche lui, a partire da La dolce vita di Federico Fellini, dove è il marito ubriacone e geloso di Anita Ekberg, diventerà una presenza fissa nel cinema italiano. Un attore bravo, bello e sfortunato, morto a soli 54 anni per un attacco cardiaco.
L'altro Tarzan degli anni Cinquanta: Gordon Scott
Alla disperata ricerca di un sostituto di Johnny Weissmuller e di un successore di Lex Barker, Hollywood si imbatte in un altro muscoloso gigante, Gordon Merrill Werschkuel, ribattezzato Gordon Scott, che prima di recarsi in Italia a proseguire la sua carriera in numerosi film di genere, tra cui quelli di Maciste, interpreta Tarzan per la prima volta nel 1955 in Tarzan nella giungla proibita e poi in altri cinque film, fino a Tarzan il magnifico del 1960.
Il Tarzan degli anni Sessanta: Mike Henry
Pochi oggi se lo ricordano, ma nel 1966 a riportare sul grande schermo in personaggio in tre film è l'ex giocatore di football dei Pittsburgh Steelers Mike Henry, che lo interpreta per la prima volta nel 1966 in Tarzan nella valle dell'oro, seguito l'anno successivo da Tarzan e il grande fiume per chiudere nel 1968 con Tarzan e il figlio della giungla. Nei tre film in cui appare non c'è nessuna Jane.
Gli altri Tarzan
Oltre a Christopher Lambert sono molti altri gli attori che hanno ricoperto al cinema il ruolo di Tarzan per una sola volta, e qua li ricordiamo al volo. Dopo la serie tv degli anni Sessanta con Ron Ely, il cinema per un pezzo perde interesse per il personaggio, fino al 1981, quando esce Tarzan, l'uomo scimmia, dove Bo Derek è Jane e Miles O'Keefe il suo Tarzan, ma il risultato è tutt'altro che indimenticabile. Nel 1998 è Casper Van Dien a riportarlo al cinema in Tarzan – Il mistero della città perduta (alzi la mano chi se lo ricorda) e infine nel 2016 tocca ad Alexander Skarsgård nel deludente The Legend of Tarzan di David Yates. Senza dimenticare il Tarzan Disney del 1999 e la scostumata parodia sempre animata del 1975 Tarzoon la vergogna della giungla, sembra che oggi questo personaggio abbia perso un po' di smalto rispetto a un passato in cui l'immagine di un uomo più a suo agio nella natura selvaggia che tra gli esseri umani ha fatto sognare intere generazioni di spettatori.
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