giovedì 26 marzo 2020

Mission Impossible, quando Brian De Palma disse a Tom Cruise: "Uno basta e avanza"


In una lunga e bella intervista, il regista racconta di quando si rifiutò di dirigere un sequel del film che lanciò la saga di Ethan Hunt.

Che ne sarebbe stato della saga di Mission: Impossible se Brian De Palma, che era il regista del primo, avesse acconsentito a proseguire il franchise con protagonista l'agente segreto Ethan Hunt? Di certo la serie sarebbe stata diversa, magari avrebbe avuto un impianto più da thriller, o lunghi piani sequenza, o addirittura citazioni hitchcockiane, e sarebbe stata girata interamente in pellicola. Non lo sapremo mai, perché, com'è noto, il ciclo è proseguito con l'avvicendarsi di filmmaker molto diversi dal regista di Vestito per uccidere e Omicidio in diretta: John Woo, J.J. Abrams, Brad Bird e Christopher McQuarrie, che ha ridato linfa vitale al ciclo a partire dal quinto film.

A un giornalista di Associated Press che lo intervistava, De Palma ha spiegato come sono andate esattamente le cose. "Continuano a portare avanti le storie sempre di più" - ha detto, parlando della Hollywood dei giorni nostri - "Lo fanno solo per ragioni economiche. Dopo che ho fatto Mission: Impossible, Tom Cruise è venuto da me e mi ha chiesto di cominciare a lavorare a un secondo film. Gli ho risposto: stai scherzando? Ne basta uno di film così. Chi mai vorrebbe farne un altro? Ovviamente ne volevano fare un altro solo per soldi, io non sono mai stato un regista attaccato ai soldi, i soldi sono il grande problema di Hollywood. I soldi corrompono Hollywood".

Brian De Palma, che è noto per il suo pessimo carattere, ha poi sparato a zero sulle serie tv, che per lui sono davvero troppo lunghe, così come alcuni film, e su come lavorano i registi contemporanei, le cui opere sono ben diverse da ciò che si vedeva negli anni '70, '80, e '90: "La cosa che mi fa veramente impazzire di rabbia è la qualità delle immagini. Siccome i film vengono girati in digitale, la fotografia è terribile. Non sopporto tutto quel buio e quella luce diffusa. Sembrano tutti uguali".

De Palma ha anche parlato, con grande sincerità, dei tempi bui seguiti agli anni d'oro della sua carriera (che erano, per lui, quelli di Carlito's Way e Mission: Impossible), rammaricandosi del fatto che, quando un regista inizia a fare film un po’ meno di successo, Hollywood gli volta immediatamente le spalle. In effetti il nostro ha ragione riguardo a quest'ultimo punto, e ricordiamo bene la sua decisione di andare a girare in Danimarca il suo ultimo film Domino, poi rinnegato.

Al momento De Palma, si sta preparando a dirigere il film ispirato allo scandalo Harvey Weinstein, che si intitola Catch and Kill e che verrà girato a partire dal mese di agosto. Nel tempo libero, dovendo restare a casa a causa del Coronavirus, Brian si dedica invece ai grandi classici della storia del cinema. "L’altro giorno Susan ed io abbiamo rivisto Via col vento"  - ha raccontato - "e la bellezza del film ci ha veramente colpito. I set, la maniera in cui veniva illuminato il viso di Vivien Leigh… era tutto straordinario".

Tornando a Tom Cruise, lo avevamo lasciato in Inghilterra la settimana scorsa intento a filmare pericolose scene con la moto di Mission: Impossible 7. Vi daremo presto sue notizie.



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