venerdì 1 maggio 2020

Contagion è il più scientificamento accurato di tutti i film sui virus


Uscito al cinema nel 2011, Contagion è il film di Steven Soderbergh che i virologi definiscono il più accurato tra tutti i titoli che raccontano storie di pandemie.

"Se facciamo bene il nostro lavoro, uno scenario come quello del film non accade" diceva il virologo americano Nathan Wolfe in un articolo apparso sul Financial Times nell'ottobre del 2011 parlando di Contagion di Steven Soderbergh. Il film è più attuale che mai in questo incerto periodo di emergenza sanitaria per il Coronavirus. Wolfe ha trascorso otto anni della sua vita andando in giro per l'Africa subsahariana e il sud-est asiatico con un team di collaboratori. Il suo obiettivo era quello di svolgere ricerche biomediche per scovare microorganismi parassiti patogeni, se preferite virus, per studiarli, catalogarli e mettere a disposizione il suo lavoro affinché l'OMS fosse a conoscienza di potenziali rischi infettivi per gli esseri umani. Il virologo è fondatore della società Metabiota che offre servizi scientifici per aziende e governi nella valutazione e gestione di minacce biologiche.

Contagion: il ruolo nel film del virologo Nathan Wolfe e di altri esperti

Perché il film Contagion è scientificamente più accurato di qualunque altro film sul tema dei virus? Perché il regista Steven Soderbergh non ha lesinato sui dettagli volendo raccontare uno scenario il più credibile possibile. Per fare questo ha chiamato una serie di figure di rilievo del settore medico affinché potessero migliorare la storia garantendo plausibilità nelle azioni dei personaggi e nello sviluppo del contagio. Dove nasce il virus? Come si propaga l'infezione? In quale modo le strutture sanitarie affrontano l'emergenza? A queste domande hanno risposto i medici Ira Blumen, Billy Goldberg, Natasha K. Griffith, la patologa veterinaria Tracey McNamara, gli epidemiologi Michael J. Ryan e Larry Brilliant, la ricercatrice scientifica per l'esercito USA Connie Schmaljohn e la giornalista Laurie Garrett vincitrice del premio Pulitzer per i suoi reportage sul virus dell'Ebola. A loro si sono i virologi Ian Lipkin, un luminare in materia, e Nathan Wolfe, considerato nel 2011 dalla rivista Time tra le 100 persone più influenti del pianeta. Tutte queste persone sono state assunte come consulenti per le varie fasi di realizzazione di Contagion.

Contagion: l'insegnamento di Nathan Wolfe

Wolfe spiegava ai suoi studenti alla Stanford Univerity come comprendere un virus dal punto di vista di ciò che il virus è: un cacciatore di cellule umane che vuole far tossire e starnutire la persona infettata per propagarsi il più rapidamente possibile. È alle sue lezioni che lo sceneggiatore di Contagion Scott Burns ha partecipato per iniziare ad aquisire le competenza di base sull'argomento e così esporre al meglio la diffusione del virus e i suoi effetti collaterali nella narrazione del film. Tra gli esercizi che il virologo adottava per l'insegnamento, c'era quello del virus inventato. Gli studenti dovevano crearne uno su base immaginaria, con tutta una serie di caratteristiche biologiche proprie, per poter ipotizzare il comportamento e le implicazioni nel caso di una pandemia, tanto sul fronte sanitario quanto su quello geo-politico. Burns ha appreso quanto più possibile per costruire un tesissimo thriller in cui l'assassino era un organismo parassita. Lo sceneggiatore si è affiancato a Wolfe per così tanto tempo che il virologo all'epoca, scherzando, diceva che era preparato così se avesse fatto un master in epidemiologia.
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