giovedì 29 agosto 2019

Blinded by the Light: la vera storia dietro al nuovo film della regista di Sognando Beckham

Vi raccontiamo qualcosa di Sarfraz Manzoor e di Viveik Kalra, che interpreta il suo alter-ego Javed in una storia di rapporti familiari.

La storia di Javed, solare e caparbio protagonista di Blinded by the Light, è una storia vera, oltre che straordinaria: la storia di Sarfraz Manzoor​Manzoor, che in una cittadina a nord di Londra chiamata Luton aspirava a diventare uno scrittore e che grazie alle canzoni di Bruce Springsteen riuscì a trovare la forza di lottare per i propri sogni. Li realizzò pubblicando il romanzo biografico "Greetings from Bury Park", il cui titolo richiama alla memoria il primo album del Boss "Greetings from Asbury Park N.J.". Dovete sapere che il libro, ambientato nel favoloso anno in cui uscirono "The Joshua Tree", "Running in the Family" e "Kiss Me Kiss Me Kiss Me", è approdato già diverso tempo fa sulla scrivania di Gurinder Chadha, che ha corteggiato a lungo il suo autore e lo ha portato con sé alla première di The Promise: The Making of Darkness on the Edge of Town, il documentario dedicato alla registrazione del IV° album di Springsteen. Quella sera, sul red carpet, è accaduto un miracolo: Bruce ha riconosciuto Sarfraz e si è complimentato con lui per il romanzo, autorizzando poi la regista a prendere in prestito le sue canzoni quando il progetto ha preso forma. Di come siano state utilizzate nel film, vi abbiamo già raccontato nell’articolo Blinded by the Light: un viaggio nelle canzoni di Bruce Springsteen, fra gioia e speranza, e quindi torniamo a Sarfraz Manzoor, che oggi non è più un ragazzo, ma un signore di mezza età con i capelli afro e il sorriso aperto (nella foto qui sotto lo vediamo bambino insieme al padre e alla sorella).

Che Manzoor collaborasse alla sceneggiatura del film era inevitabile, essendo un'ottima penna fin da quando, adolescente, scriveva poesie contro il razzismo, l'intolleranza e la politica di Margaret Thatcher. Nato nel 1971, ha pubblicato articoli sul Daily Mail, The Guardian, The Independent, The Observer e perfino sul Times. Ha lavorato in televisione, intervistando Peter Gabriel e Woody Allen. Ha scritto il documentario Luton Actually e nel 2010 ha sposato un'inglese, una logopedista di nome Bridget da cui ha avuto due figli. Ovviamente la sua famiglia si è opposta alle nozze, dimostrando in ciò coerenza con l'iniziale rifiuto delle sue vere aspirazioni. Questo rifiuto è uno dei temi cardine di Blinded by the Light, nonché il motivo per cui Gurinder Chadha ha trovato in "Greetings from Bury Park" pane per la sua macchina da presa.

"Famosa per i suoi racconti di eroi tranquilli sulla giostra delle norme sociali" (cit.), la regista aveva già parlato di adolescenti in lotta con i genitori in Sognando Beckham, il suo film più celebre. Lei stessa ha ribattezzato Blinded by the Light "un compagno spirituale di Sognando Beckham", e in effetti i due film si somigliano: per i sogni "proibiti" dei protagonisti e perché sia Jess che Javed hanno un "guru motivazionale" (David Beckham da una parte, Bruce Springsteen dall'altra). E però, senza nulla togliere alla commedia con Keira Knightley, Parminder Nagra e Jonathan Rhys-Meyers, Blinded by the Light a noi sembra il fratello grande, o meglio la versione adulta, cresciuta, di Sognando Beckham. In quella storia di calcio al femminile, la regista, pur raccontando un desiderio di emancipazione e una lotta fra generazioni, restava nel territorio della leggerezza. Qui siamo in un contesto diverso. Il conflitto genitori/figli è più complesso, sfaccettato e, se vogliamo, drammatico. Il padre di Javed, che somiglia al papà dell'attore che lo interpreta (Kulvinder Ghir) e perfino a quello di Bruce Springsteen, è buffo, certo (e il divertimento nasce dalla sua ottusità), ma è anche un padre padrone, è la negazione di un futuro che fa rima con apertura mentale e multiculturalità. Il signor Khan, inoltre, diventa di tanto in tanto una figura dolente, un uomo che ha avuto il coraggio di lasciare il suo paese per cercare fortuna in Gran Bretagna, trovando tuttavia discriminazione e pregiudizio. Paladino dell’integrità morale, Malik ha lavorato a testa china in una fabbrica e nessuno lo ha risarcito per una vita di sacrifici. Nel film lo vediamo cadere a terra durante una manifestazione del National Front e capiamo che Blinded by the Light sposa anche le sue ragioni, mentre Javed, in un istante, da ragazzo diventa uomo. "La mia speranza è di costruire un ponte per le mie ambizioni, non un muro tra me e la mia famiglia" - dirà più tardi, e sappiamo per certo che quel padre Sarfraz Manzoor l'ha profondamente amato, dopo quel famoso 1987.

In Blinded by the Light, Sarfraz Manzoor ha il volto di Viveik Kalra. Mentre cercava il suo Javed, la regista pensava: Devo trovare un attore che possa esprimere gioia per i cambiamenti nella propria vita, ma che sia nello stesso tempo abbastanza profondo da poter sembrare poeta e scrittore. Poi ha incontrato un ragazzo, che all'epoca frequentava ancora la scuola d'arte drammatica. Non era nuovo alla professione, che sognava di intraprendere fin dal giorno in cui era rimasto folgorato dalla performance di Sacha Baron-Cohen in Borat. Nel suo curriculum c'era la miniserie Next of Kin, mentre la sua storia familiare era diversa da quella di Javed e parlava di due genitori benestanti e di un ambiente culturale vivace. Sul suo primo set cinematografico Viveik ha recitato come se avesse già una consolidata esperienza, per nulla intimorito dal fatto di dover apparire in quasi ogni scena. A guidarlo sono state l’ammirazione per la Chadha ("Farei qualsiasi cosa per lavorare in qualunque cosa in cui Gurinder sia coinvolta") e la sincerità di Javed.

Sincerità… ecco uno dei molti pregi di Blinded by the Light, che è interpretato anche da Aaron Phagura e Hayley Atwell e che vi consigliamo caldamente di non perdere. Sarà nelle nostre sale a partire dal 29 agosto.



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