lunedì 26 novembre 2018

Torino 36 - All These Small Moments - Concorso

Esiste un certo filone di cinema americano indipendente che si somiglia tutto. Narra famiglie medio-borghesi agiate ma infelici, figli che crescono e si devono emancipare da genitori che, invadenti, li mettono in mezzo nelle loro beghe di crisi, forse di separazione, forse di riconciliazione, dipende. Come diceva qualcuno, tutte le storie sono già state raccontate, quello che conta è come vengono raccontate una volta ancora, il modo, lo stile. Concordando con questo assunto All these small moments è un film gradevole, che scorre sotto gli occhi divertiti da qualche battuta, da qualche momento ironico, da qualche piccolo stupore. Melissa B. Miller ha una attitudine colta e moderata, i suoi riferimenti non sono espliciti ma velati, sposta di location una scena prevedibile e la rende degna di interesse. Howie Sheffield (Brendan Meier) vive l'età ingrata in cui è un ragazzo con addosso ancora il fisico non definito del bambino (non a caso gli entrano i vestiti del fratello più piccolo di qualche anno), non va all'università ma ancora al liceo, all'inizio del film un braccio ingessato lo esonera dalla lezione di ginnastica che trascorre in biblioteca (dove incontrerà la ragazza che si definisce insignificante che si invaghisce di lui). Ogni mattina, sul bus che lo porta a scuola insieme al fratello e ad altri amici, si fissa ad osservare una giovane donna più grande di lui: magra, alta, bionda, tatuata sulle mani e su di un orecchio, i capelli raccolti in un fermaglio giallo di foggia originale. Howie non ha il coraggio di avvicinarla ma la desidera, la vede per la strada anche quando non è lei, immagina di toccarle una mano quando entrambi hanno perso la corsa dell'autobus all'ultimo minuto e restano alla fermata immobili come stoccafissi. La madre Carla e il padre Tom vanno in terapia di coppia Carla dove racconta della specie dei cigni svassi, che prima di diventare una coppia fanno una prova test di volo e di nuoto. Lo spiega con la precisione di una scienziata e con la lucidità della donna vissuta. Io e Tom forse non ci saremmo più messi insieme. Dopo una lite davanti ai figli il marito si lascia andare a un Sono stato un buon padre, no? Non ho mai perduto le partite di calcio, alle recite a scuola... A cui viene risposto Non abbiamo mai fatto recite di classe.
Il ragazzo più grande, in preda alla sua ossessione amorosa (che in parte lo distoglie dalla confusione familiare) in classe declama il poema compito della classe di inglese: Ode a Odessa. L'intreccio del mondo adulto e quello adolescenziale è molto bene amalgamato, tiene la struttura, bilancia ironia e dramma in maniera consequenziale e dinamica. La recitazione è credibile. La sceneggiatura graziosa. Vedere Molly Ringwald (indimenticata protagonista della serie di film del Brat Pack diretti e prodotti da John Hughes, quali Breakfast club e Pretty in pink) compiere il grande passaggio di ruolo da figlia a madre a una certa generazione di spettatori che andavano al cinema negli anni Ottanta farà fare un salto sulla poltrona della sala.

(All these small moments); Regia: Melissa B.Miller Costanzo; sceneggiatura: Melissa B.Miller Costanzo; fotografia: Adam Bricker; montaggio: Russell Costanzo, Matt Garner; musica: Dan Lipton; interpreti: Brendan Meyer, Molly Ringwald, Brian D'Arcy James, Jemima Kirke, Harley Quinn Smith; produzione: Lauren Avinoam, Katie Leary, Jed Mellick; origine: USA, 2018; durata: 84'



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