martedì 27 novembre 2018

Torino 36 - Ride

Ride recita il titolo dell'opera prima di Valerio Mastandrea, attore italiano molto gettonato, ride usato come paradosso perché in questo frangente non ride nessuno. L'occasione è triste: un padre di famiglia, operaio, è morto una settimana prima per un incidente sul lavoro. La moglie non piange, non riesce a piangere, fa di tutto per indurre le lacrime, che non arrivano. Arrivano invece alcuni visitatori che piangono, un fratello maledetto che piange, una vicina di casa parrucchiera che dice alla moglie che le si sono fatti piccoli gli occhi per quanto ha pianto (quando la donna sa che non è vero), un figlio di undici-dodici anni che si accorge che la madre non piange la morte prematura del padre. Lacrime non se ne vedono, per tutta la durata dei 90 minuti del film. Prende il loro posto una grande pioggia surreale, onirica che ricopre i corpi di madre e figlio sul divano di casa la sera prima del funerale. Come si affronta un lutto senza avere avuto la percezione che sarebbe arrivato? E come ci si sente improvvisamente da soli dentro una famiglia che richiede da te, sposa e madre, che tutto continui a girare come è sempre girato? Il film pone queste domande senza dare risposte, il congelamento dei sentimenti è tipico del trauma: il figlio confessa che piangerà più avanti, che ora è traumatizzato usando una parola come trauma, probabilmente in voga tra i suoi coetanei. Quello che sta facendo è preparare un discorso per la stampa, prevedendo giornalisti alla funzione funebre essendo stata, quella del padre, una morte accidentale, probabilmente imputabile alla fabbrica e al lavoro (che non viene definito esplicitamente). Il ragazzino prepara le sue risposte ad un'intervista televisiva per fare colpo su una ragazza, di cui parla con il suo migliore amico che lo incita. Non sa come vestirsi, chiede alla madre se si deve vestire di nero, se sia obbligatorio a un funerale presentarsi vestiti di nero. La protagonista per tutta la storia sta a casa: mette della musica per indursi al pianto, viene truccata dall'estetista ma solo a metà, un occhio solamente, e per ben due volte riceve l'osservazione di sembrare un panda, cucina gli spaghetti al sugo per il marito che non c'è, che non verrà. Accoglie conoscenti con teglie di lasagne, risponde al telefono, accoglie la fidanzatina del liceo di lui. L'arrivo improvviso del fratello pecora nera della famiglia, unico che dichiara di capirla almeno in parte in questa sua assenza di reazioni, accentua la parte centrale del film con vertici di maggiore drammaticità. Una delle scene più belle del film è quella in cui il fratello finge di mangiare la pasta nel piatto vuoto apparecchiato per il convitato di pietra: con una forchetta arrotola degli spaghetti inesistenti, con la mano beve il bicchiere di vino che non c'è e che la donna gli rabbocca. Tra ironia e denuncia, tra commedia e dramma si svolgono rituali personali attraverso cui ognuno fa i conti con le sue aspettative, con il passato, con i suoi limiti. Ambientato a Nettuno, località di mare vicino Roma, film racconta la prossimità al mare ma la presenza fantasma della città. Renato Carpentieri, che interpreta il ruolo del padre, è operaio in pensione che ha indotto il figlio a fare il suo stesso mestiere, quel mestiere che l'ho portato poi alla morte: porta con sé la rabbia trattenuta e ostinata delle lotte operaie degli anni 70: i personaggi che lo contornano sono operai come lui, pretendono il picchetto davanti alla fabbrica il giorno del funerale (dove ci sarà un colpo di scena inatteso). Il fratello maledetto, delinquente e armato, è interpretato da Stefano Dionisi in una prova di attore superba: sottintendendo le relazioni complicate tra figlio e cognata, tra figlio e padre, tra moglie e marito si declinano le molteplici modalità dell'elaborazione del lutto. Colonna sonora di Riccardo Sinigallia.

(Ride); Regia: Valerio Mastandrea; sceneggiatura: Valerio Mastandrea, Enrico Audenino; fotografia: Andrea Fastella; montaggio: Mauro Bonanni; musica: Riccardo Sinigallia; interpreti: Chiara Martegiani, Arturo Marchetti, Renato Carpentieri, Stefano Dionisi, Milena Vukotic; produzione: Simone Isola, Paolo Bogna; distribuzione: 01 Distribution; origine: Italia, 2018; durata: 95'



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