venerdì 20 marzo 2020

The outsider (Miniserie) - Teste di Serie

«Solo un outsider può riconoscere un outsider!»
(Alex)

CHI CREDE ALL'UOMO NERO?

Con The outsider, miniserie ideata da Richard Price, la HBO pesca a piene mani da un altro - omonimo - romanzo del re del brivido Stephen King e mette a segno un altro centro, confezionando un nuovo tesissimo thriller, dai conturbanti risvolti soprannaturali, che offre molto più di mostri e presenze nel buio.

Grazie a un cast di ottima caratura, capitanato da un Ben Mendelsohn nei panni di un detective rabbuiato a causa della morte del figlioletto malato, The Outsider affascina dispiegando una trama apparentemente semplice, basata su una detection affilata e centellinata, trovando in una messa in scena appesantita da tonalità di grigio e colori slavati e nell'uso sapiente della profondità di campo – utile e funzionale per aumentare la tensione drammatica ogniqualvolta la regia devìa l'attenzione sul papabile e autentico serial killer, “nascosto” sempre in bella vista – i propri punti di forza.

Innegabile come la miniserie HBO si prenda i giusti tempi nel narrare le difficoltà del detective Ralph Anderson, uomo ormai disilluso e così razionale da assumere, in certi tratti, perfino i connotati di ostacolo alle indagini, messo in contrasto dalla “diversità” della detective privata Holly Gibney (una Cynthia Erivo sempre tesa come una corda di violino), “oggetto” alieno perché irrazionale nella sua manifestazione fisica – è una donna autistica e legata al sovrannaturale da un filo invisibile di cui nemmeno lei sembra essere a conoscenza –, elemento fondamentale per scardinare le porte dello scetticismo, in una piccola porzione di mondo quasi in attesa che emerga dalla notte un'entità maligna in grado di scuotere le anime sopite dei personaggi in gioco.

In The outsider c'è tutto ciò che i fan di King cercano in una trasposizione dei suoi scritti: il tormento di protagonisti che vagano nelle nebbie delle loro apparentemente quiete esistenze; un macabro caso di omicidio – stavolta ce ne sono più di uno; un avversario difficile da sconfiggere, perché ben più forte delle pallottole; un eroe o un'eroina in grado di spezzare la monotonia figlia della normalità, che sappia osare lì dove i forti o gli ignari temono di spingersi, di scendere a patto con “l'altro” che ci terrorizza, proprio perché non lo si comprende e, causalmente, di comprenderlo e accettarlo per prevaricarlo.

In totale assenza di un tappeto sonoro che accompagni la visione, per contribuire all'isolamento/immersione negli eventi narrati, i dieci episodi di The outsider si susseguono per accumulo, in un crescendo di indomito interesse verso la risoluzione finale, in cui lo showrunner getta definitivamente la maschera, per lasciar campo aperto all'agnizione del detective Anderson – e, quindi, nostra – con l'inspiegabile, l'incomprensibile, il diverso. Così la miniserie accende i riflettori sull'evoluzione caratteriale e psicologica di individui fin troppo retti, quasi opachi, perché non disposti a scendere a patti con il sospetto; solo chi è diverso sa riconoscere ciò che è diverso, ma per accettarne definitivamente l'esistenza, non bisogna lasciarsi intimorire, ma sforzarsi di comprendere che il mondo in cui viviamo è così vasto e profondo, da non poter essere affatto compreso del tutto.

The outsider mette in mostra almeno tre sequenze di gran qualità cinematografica: il primo incontro tra Anderson e Gibney all'interno di un pub, contrappuntato da uno scambio di battute affilate, forse il momento dialetticamente più brillante della serie; l'agguato nel pre-finale dell'ormai ex-capitano di polizia, ai danni dalle squadra di ricerca, che si apre al termine del terzultimo episodio, con un fuoricampo di rara crudeltà; infine, lo scontro finale all'interno dei tunnel cavernosi, che richiamano il duello di kinghiana memoria di IT, uno dei tanti marchi di fabbrica del re del brivido.

Ancora una volta, HBO punta sulla qualità, scegliendo una storia non banale, che merita di essere raccontata. Che ci crediate o no.

(The outsider); genere: thriller, drammatico, horror; showrunner: Richard Price, Stephen King (soggetto); stagioni: 1 (miniserie); episodi prima stagione: 10; interpreti: Ben Mendelsohn, Bill Camp, Jeremy Bobb, Julianne Nicholson, Mare Winningham, Paddy Considine, Yul Vazquez, Jason Bateman, Marc Menchaca, Cynthia Erivo; produzione: Aggregate Films, Temple Hill Entertainment, Pieface Inc., Civic Center Media, Media Rights Capital; network: HBO (U.S.A., 12 gennaio-8 marzo 2020), Sky Atlantic (Italia, 17 febbraio-16 marzo 2020); origine: U.S.A., 2020; durata: 60' per episodio; episodio cult prima stagione: 1x10 - Must/Can't (1x10 - Ti riconosco)



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